lunedì 12 gennaio 2015

Visioni - The imitation game


Premetto di essere da poco tornata da un infernale doppio esame del mio corso abilitante che consisteva nel dover scrivere in un'ora a mano il riassunto di un proprio progetto didattico (che in in originale era descritto in dieci pagine word). Doppio esame perché la prima ora era dedicata d italiano e la seconda a storia. La mia lucidità, quindi se n'è andata da un pezzo.

The imitation game è un film che funziona.
Ha lo scopo dichiarato di spiegare in un tempo ragionevole chi fosse Alan Turing, quale sia stato il suo ruolo durante la seconda guerra mondiale nella decriptazione dei messaggi in codice tedeschi, il suo lavoro nella progettazione delle memorie artificiali  e del perché sia morto suicida a seguito di una condanna per omosessualità (che negli anni '50 in Inghilterra era ancora reato).
Lo fa con efficacia, senza annoiare, alternando tre piani temporali, ma concentrandosi sopratutto sugli anni della guerra e il compito affidato (non solo) a Turing: decriptare Enigma, la macchina che i tedeschi usavano per cifrare i propri messaggi.
Benedict Cumberbatch è bravo proprio come ci sia aspetta che sia nel descrivere una personalità al limite tra genio e disagio sociale, insopportabile quanto indifesa (ma lo vedrò un giorno interpretare, che so, un contadino analfabeta e un po' tardo?).
Però, c'è un però.
Non mi torna tutto. Non sono un'esperta né del periodo né della vita di Alan Turing tuttavia sono uscita dalla sala con l'impressione che si sia romanzato molto e quel poco che sono riuscita ad approfondire tra un esame e l'altro ha confermato la mia ipotesi (personaggi la cui importanza è stata ampliata, decisioni militari che non potevano essere prese da un pugno di scienziati, il rapporto al limite della follia di Turing con le proprie macchine, che vengono chiamate col nome dell'amico morto... Magari è tutto vero, però...). La sensazione che una storia già in sé fortissima non sia stata comunque ritenuta abbastanza è rimasta. Il tutto mi è sembrato come quelle interrogazioni degli alunni perfezionasti. Troppo perfetta, troppo bilanciata (in particolare una formazione da "genio incompreso" da manuale) e che alla fine non riesce a graffiare fino in fondo.
Un buon film, quindi, fatto con le migliori intenzioni, ben scritto e ben interpretato e che tuttavia non riesce a dare quel qualcosa in più che lo renderebbe indimenticabile.

4 commenti:

  1. Mia mamma assai stretta nei giudizi l'ha visto ieri e le è piaciuto molto molto molto, tanto che mi ha scritto subito di consigliarlo a mio marito. Un collega, che non stimo, ha detto invece "film di merda" (scusa il linguaggio riferisco le sue testuali parole) io direi che andrei a vederlo volentieri. Buon relax ora se riesci. Bacio Sandra ps. ho fatto il post risposta al tuo post precedente.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. È un bel film. Però, paradossalmente, ho trovato più forte American Sniper, di cui non condivido appieno il punto di vista. Qui mi è sembrato che tutto sia stato calibrato un po' troppo a tavolino per risultare perfetto, tutto qui.

      Elimina
  2. Per me lui è Sherlock e sarà difficile vederlo in un ruolo diverso, però magari dovrò ricredermi dopo aver visto questo film!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. IIl ruolo qui è davvero simile. Credo l'abbiano voluto apposta. Lui è molto bravo a dare sfumature diverse al personaggio. Sherlock ha sempre un sottofondo di pericolosità (dà sempre l'impressione di poterti ammazzare, se solo volesse, anche a mani nude), il suo Turing è invece sempre indifeso, del tutto spiazzato di fronte alla violenza fisica.

      Elimina