mercoledì 9 dicembre 2015

Visioni – Nausicaa e Ex machina

Questa mini vacanza dell'Immacolata è arrivata quanto mai benvenuta.
Ho fatto letargo.
Lasciata a me stessa avrei solo mangiato e dormito, segno che forse i mesi passati non sono stati proprio di tutto riposo (né si prospettano tali quelli futuri).
Dato che non sono stata lasciata a me stessa ho dormito, mangiato in compagnia, preparato l'albero e guardato film. Non ho neppure letto, troppo faticoso! Ma questa mattina, quando mi sono svegliata tutto sommato in forma dieci minuti prima della sveglia mi è stato ulteriormente ribadito quanto questa  pausa fosse necessaria.

Nausicaa della valle del vento


Inseguo questo film dagli anni '90 e quando qualcosa è stato così a lungo sognato, desiderato e inseguito il rischio delusione è altissimo.
A Lucca Comics, quest'anno, ho trovato la nuova edizione dvd del film che, in pratica, ha dato vita al mitico studio Ghibli. Fino all'ultimo ho temuto che, chissà, il mio lettore non lo leggesse, la mia copia fosse difettosa, che, insomma, mi fosse ulteriormente preclusa la visione. Fremevo e temevo il momento in cui le prime immagini fossero passate sullo schermo.

Visto ora, nel 2015, è difficile non giudicarlo alla luce del dopo, di tutto quello che da lì in poi il maestro Miyazaki ha prodotto. Vedere in Nausicaa una proto Mononoke, vedere i germi delle macchine volanti di Laputa, piuttosto che tutte le tematiche condensate. Dimenticarsi che questo film non è "la prova di" o "l'antefatto per", ma un film che poteva essere unico e rimanere isolato.
Ritornare, quindi, al 1984 e immaginare di non aver visto null'altro di Miyazaki, non aver contrabbandato le cassette di Mononoke, di non aver setacciato i programmi di tutti i cineforum per trovare quelli che proiettassero Porco Rosso, in un'epoca in cui su internet ancora non viaggiavano i film, non aver poi quasi imparato a memoria tutti i suoi film, fino ad appendere sul frigorifero dei piccoli Totoro.
È un'opera che dischiude un mondo, che ha una gran voglia di raccontare, di dire tutto, subito, direttamente e chiaramente. Un'estetica che adesso è diventata "l'estetica dello studio Ghibli", ma che allora presentava qualcosa di totalmente nuovo. Un mondo apocalittico in cui l'uomo è stato scacciato da una foresta tossica, dove la fanno la padrona gli insetti. Un mondo che è, nonostante tutto, bellissimo. La capacità del regista di far entrare lo spettatore nell'animo di Nausicaa, la principessa della Valle del Vento, una comunità umana che è riuscita a trovare un equilibrio con una natura di colpo ostile. Uno sguardo che riesce a far provare empatia persino per enormi insettoni pieni di zampe di occhi. Roba che in qualsiasi altra visione del mondo farebbe virare la storia all'horror e qui è invece fonte di meraviglia e rispetto.
Dentro c'è tutto Miyazaki, una gran voglia di raccontare tutto, nel caso che non gli fosse data una seconda opportunità. Quindi il rispetto per la natura, l'uomo che, anche senza una precisa malvagità, è distruttore del proprio mondo, la capacità dei ragazzi di cambiare il senso delle cose, l'ammirazione quasi fanciullesca per le meraviglie del mondo, che è necessaria per il rispetto e la comprensione. 
C'è anche una gran voglia di far vedere tutto, nel caso non ci fosse una seconda possibilità. E allora la meraviglia della Valle del Vento. E una miriade di macchine volanti. Miyazaki adora gli aerei, tantissimi suoi film, Laputa, Porco Rosso, Si alza il vento, hanno il loro cuore negli aerei. In Nausicaa vola praticamente qualsiasi cosa. Vola Nausicaa su un agile mezzo che sembra quasi un aquilone, volano nel nazioni ostili, volano le cannoniere, volano gli insetti, volano tutti, meno gli uccelli, che sono invece usati al posto dei cavalli! 
C'è un continuo giocare a mostrare a stupire. Alla fine siamo anche noi viaggiatori degli occhi sgranati, continuamente stupiti e incantati e questo nostro stupore ci avvicina all'intimo candore di Nausicaa.
Quest'ansia di narrare, di arrivare alla meta, rende il film molto più lineare delle opere seguenti di Miyazaki. Gli uomini hanno avvelenato il mondo e possono sferrare (con le migliori intenzioni) il colpo di grazia. Nausicaa, principessa della Valle del vento, quasi una figura messianica, propone una via diversa, di rispetto e integrazione con la natura. 
La semplicità non è sempre un male, sopratutto se si contrappone a questa sovrabbondanza visiva. La storia è lineare, ma c'è una sincerità nella figura di Nausicaa che non passa inosservata. Il suo rifiuto della violenza non ha basi ideologiche, lo spettatore vive con lei il dramma della battaglia, sente con lei il fascino per la natura selvaggia, al punto tale da non poter non parteggiare con lei. 
Rivisto oggi, Nausica nella valle del vento è un film a cui è difficile dare 30 anni. C'è un'animazione che funziona ancora alla meraviglia, una rara capacità di stupire e una storia che non vuole essere di più che quello che è, una favola ecologista, che ha la sua forza nella sincerità con cui è raccontata più che negli artifici della trama.
Consigliassimo.

Ex machina

Natura e tecnologia si mescolano in modo del tutto diverso in Ex Machina.
Strano film, quasi teatrale.
C'è un genio dell'informatica che dopo aver inventato una sorta di Google vive nella sua villa isolata nei boschi (ispirata alla famosa "casa sulla cascata"). Uno dei suoi dipendenti vince una settimana di soggiorno nella villa. Ovviamente nulla è casuale. Il genio ha sviluppato una IA e il giovane dipendente deve eseguire il famoso "test di Turing" per stabilire se l'androide, che ha le fattezze di una fanciulla dagli occhi da cerbiatto preso in trappola dai lupi, sia oppure no dotato di autocoscienza.
Nel risulta un film pieno di fascino e di atmosfera, giocato solo con quattro personaggi, i pochi ambienti della villa e i meravigliosi boschi circostanti.
Promosso a pieni voti sulla recitazione e la creazione del mondo narrativo (il film regge benissimo nonostante i pochissimi elementi utilizzati), non è esente, purtroppo, da qualche difetto strutturale.
Perché la fantascienza minimalista con riflessione sulle Intelligenze Artificiali va benissimo ed è sempre attuale. Il problema è che è attuale da... Frankenstein? Ed è difficile, tremendamente difficile dire ancora qualcosa di nuovo. A metà film io e mio marito abbiamo ipotizzato tre finali possibili. Quello raccontato era il più banale e prevedibile e un po' ci è spiaciuto. Un guizzo in più e, forse, con questa cura per i particolari, avremmo avuto un capolavoro.

Solita morale della favola: le IA vanno costruite sconnesse ai controlli del posto in cui si vive e incapaci di moto proprio, perché se no, che siano mostri fatti di cadaveri assemblati o fanciulle dagli occhi da cerbiatto, finisce sempre nello stesso modo.

11 commenti:

  1. Secondo me Nausicaa è il miglior lavoro di Miyazaki, e il manga è ancora più incredibile!

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    1. Credo che i miei preferiti rimarranno sempre Mononoke e Porco Rosso, ma è questione di gusti. È un gran bel film.

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    2. Anche Mononoke è fra i miei preferiti. In pratica preferisco le sue opere più adulte (Quindi anche Laputa :-) )

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  2. Non ho visto Nausicaa né Porco Rosso, adesso che ho letto la tua recensione non dormirò sonni tranquilli finché non li avrò guardati!
    I miei preferiti sono Spirited Away e Kiki's Delivery Service. Il personaggio di Totoro però è assolutamente imbattibile, ognuno dovrebbe avere un Totoro in casa!

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    1. Totoro per tutti!!!
      Devi assolutamente recuperare i due che ti mancano. Porco Rosso è tra i miei film preferiti di sempre. Forse anche più di Mononoke.

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    2. Meglio i totorini: occupano meno spazio :D

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    3. Uno spazio per un gigantone morbidoso si trova sempre...

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  3. Ti stupirò con effetti speciali: non solo ho visto la principessa Mononoke, ma a me è piaciuto anche la città incantata.
    Da me non te lo aspettavi, dillo! :P

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    1. Ti stupirò. Se qualcuno ha visto i film di Miyazaki e non gli sono piaciuti sospetto sia una brutta persona (ognuno ha i suoi pregiudizi, lo ammetto). Ti te non l'ho mai pensato ;)

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  4. Accidenti io non ho mai visto un manga giapponese o forse Heidi lo era, nel caso mi sono fermata a quello. Certo che adesso mi avete incuriosita moltissimo :)

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    1. Ahia!
      I manga sono i fumetti.
      Questo è cinema allo stato puro Miyazaki ha vinto un oscar con "La città incantata" e Kurosawa lo ha indicato come il suo erede diretto.
      Va visto assolutissimamente!

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