venerdì 3 febbraio 2017

In un altro tempo, un'altra storia – Scrittevolezze

Ragionando su "I duellanti" mi sono accorta che la vicenda non avrebbe potuto svolgersi in altro tempo che le guerre napoleoniche. Solo in quel momento due persone di estrazione sociale così diverse avrebbero potuto trovarsi ad essere ufficiali nel medesimo esercito e quindi a scontrarsi per anni, scoprendosi quasi complementari. Oggi uno farebbe carriera in ufficio, magari in banca, l'altro sarebbe uno sbandato da bar. 
Credo che così funzioni nella realtà. In un altro luogo, in un altro tempo, le nostre storie sarebbero ben diverse, i destini non si potrebbero incatenare nel medesimo modo. In un altro tempo, temo, avrei fatto una brutta fine come eretica e strega o semplicemente non avrei raggiunto i cinque anni di vita, vittima della mortalità infantile. In letteratura, invece, è vero solo in parte. Ci sono storie più o meno eterne, archetipi validi in qualsiasi tempo e in qualsiasi luogo, pensiamo a Romeo e Giulietta e agli infiniti adattamenti di cui l'opera è stata oggetto. Alcune opere rivelano la propria attualità proprio perché, riadattate per un altro tempo rivelano una forza sorprendente proprio nel mantenere il proprio meccanismo drammatico (Cuore di tenebra/Apocalypse Now). Altre storie, invece, sono incatenate al proprio tempo e in un altro contesto suonerebbero assai diverse. Oggi voglio giocare con queste e immaginare come sarebbero in un'altro luogo e/o in un altro tempo.

A questo gioco, l'anno scorso, hanno primeggiato i miei alunni, inventando un "I promessi sposi" alternativo in cui Renzo e Lucia volevano aprire un'attività insieme, ma venivano osteggiati dal rivale Don Rodrigo che temeva la concorrenza e sopratutto la professionalità di Lucia. Come hanno fatto notare loro, oggi non si sogna più il matrimonio, ma il posto di lavoro...

Queste invece sono le mie storie in altro tempo:

Le infinite chat di Jacopo Ortis
Jacopo è uno studente fuori corso, dagli amori infelici e dalla vaga militanza politica (deluso dalla situazione italiana si avvicina a vari gruppi politici via via più estremi). Esterna i suoi pensieri tramite  interminabili chat wa e fb con l'amico Lorenzo. Alla fine non si suicida, perché oggi nessuno più si uccide per una donna e per la patria, ma è Lorenzo che lo banna da Fb. L'esclusione dai social, ormai equivale alla morte fisica.
Un romanzo sperimentale, che fa letteratura del modo di comunicare che hanno i giovani e che descrive la deriva morale di una generazione allo sbando.

L'Iliade – un'epopea di mercenari e regole d'ingaggio
Le guerra in medio oriente, purtroppo, non sono mai finite e Achille partecipa a una di queste. È un mercenario infantile quanto spietato. Al primo screzio con il suo superiore si rifiuta di continuare a combattere, appellandosi alle regole d'ingaggio. Non è d'accordo il suo amico Patroclo che a capo della pattuglia che avrebbe dovuto essere Achille a guidare, viene ucciso da Ettore, il capo dei ribelli. L'attenzione dell'autore si rivolge quindi su quest'ultimo che si rivela non un terrorista assetato di sangue, ma un uomo con un suo codice morale, intento a difendere la propria terra. 
Un'opera controversa e di rottura, che affronta di petto l'attualità e ha il coraggio di mostrare le forze armate occidentali come un branco di feroci assassini e le ragioni dei nemici.

Amleto – Fantasmi informatici
Alla morte di un magnate dell'informatica, il controllo dell'azienda passa a Claudio, il suo vice.
Tornato per le esequie, Amleto, figlio del defunto, si convince che il padre abbia lasciato un messaggio nascosto nelle stringhe di programmazione del suo ultimo prodotto in cui accusa Claudio di voler attentare alla sua vita.
Amleto è una figura problematica, eterno studente dedito all'uso di droghe, schiacciato dalla fama del padre, alla sua età già riconosciuto genio dell'informatica. C'è del fondamento nei suoi sospetti o si tratta del delirio di un figlio trascurato, la cui unica colpa è sempre stata la normalità? E se anche Amleto avesse ragione, cosa prevarrebbe, la giustizia o il bene dell'azienda? Polonio, che si occupa del marketing, non ha intenzione che un'ombra gravi sul band proprio nel momento del lancio di un nuovo prodotto. Che Amleto abbia o no ragione, il giovane va messo a tacere.
Amleto viene quindi rinchiuso in una clinica con la scusa di volerlo disintossicare dalle droghe di cui fa uso, mentre Polonio diffonde ad arte la voce della sua follia.
Il romanzo mantiene l'ambiguità sul presunto omicidio del padre di Amleto, ma, del resto, in un mondo in cui tutto è immagine, la verità non interessa più a nessuno. Amleto diventa quindi una vittima sia della fama del padre che degli spietati meccanismi dell'industria, un'anima pura alla ricerca della verità in un'epoca in cui la verità non ha più ragione d'esistere.

Queste sono le mie altre storie in altro tempo, a chi altro va di giocare?

(PS: immaginatevi il mio Amleto moderno caratterizzato come una sorta di Lapo Elkann, dai comportamenti imbarazzanti per l'azienda e difficile da prendere sul serio qualsiasi cosa dica o faccia)

20 commenti:

  1. Amleto Lapo noooo.
    Anna Karenina velina che s'invaghisce del solito calciatore Casanova, tale Vronski, attaccante del CSKA Mosca potrebbe andare?
    Sandra

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    1. Invece secondo me Amleto/Lapo è un'ottima idea narrativa. Sicuramente c'è del marcio nella FIAT, ma se Lapo accusasse Marchionne di omicidio chi gli crederebbe?
      Ma Anna velina poi si butta sotto il treno?

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    2. Sicuro che Amleto/Lapo funzionerebbe, solo che non sopporto Lapo e adoro Amleto (il dramma non solo il personaggio) per cui ho accusato il colpo. Vediamo, Anna velina mi sa di sì, non regge il gossip su di lei, e Miss Italia che le porta via il calciatore. O qualcosa del genere. Anna Karenina original devo ancora finirlo, ma naturalmente il finale è universalmente noto.
      Buona domenica. S.

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    3. Io adoro Anna , quindi sarò io a dire velina noooooo. Lei si butta su Vronsky frustrata da una vita troppo concentrata sulla famiglia, la vedo più come una buona moglie della società bene stile donna della domenica di Fruttero e Lucentini

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  2. bellissimo! hai sempre delle idee splendide... ci voglio pensare, sì. un po' di tempo me lo posso anche trovare; le idee, invece, non le garantisco :)

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    1. Io ho sempre più idee che tempo per scriverle, questi però sono solo appunti buttati giù alla rinfusa. Del resto ognuno si diverte come può.

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  3. Mio marito ne ha fatto uno scopo, tradurre il Don Chisciotte trasportandolo nel moderno abito di un quasi giovane nerd incapace di distinguere la realtà da D&D (linkerei il blog ma non ricordo se la policy del sito lo permette, comunque si chiama D&Don Cyshiter della Mandria )

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    1. Linka, linka. Appena ho tempo di risistemare il blog lo aggiungo anche alla barra degli amici.

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    2. È qui: http://doncyshiter.blogspot.it/2016/12/capitolo-1.html?m=1

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    3. Grazie della pubblcità!
      Anche se non sono ancora riuscito a farglielo capire, il blog è anche dell'illustratrice, che è la stessa de Seguendo la cometa.
      Se vorrete organizzare un esperimento multi-blog (lo dico anche leggendo Ivano qui sotto) potrebbe essere divertente!
      Io una mezza idea l'avrei...

      Finito l'angolo delle promozioni, provo a contribuire alla discussione:
      Stavo riflettendo che, consciamente o inconsciamente, molti scrittori di fantascienza fanno un procedimento inverso. La storia nasce nel nostro tempo e poi viene catapultata in avanti.
      Mi sembra facile immaginare Brave new world fra multinazionali ed ecovillaggi, o Straniero in terra straniera come un incontro di una cultura liberale e una molto rigida.

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  4. Esperimento stuzzicante, come era stato a suo tempo quello delle trame alternative, che io ho poi proseguito indipendentemente per alcuni mesi sul mio blog (citandoti ogni volta come sua ideatrice). Ora temo di essere ingolfato con i post (stesso problema tuo, troppe idee e poco tempo) ma in futuro, chissà...

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  5. Bello Antonella, quanta fantasia. Mi sono divertita molto, soprattutto leggendo l'Amleto: fantastico.
    Sai che ieri mio figlio aveva da fare un compito: scrivere la recensione di uno spettacolo teatrale, cui hanno assistito, che metteva in scena una rilettura della Medea in chiave moderna?
    Euripide fatto a pezzi da un regista azzardosissimo.

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    1. Com'era la Medea moderna? Da quel che dici sembra terribile, anche se le tragedie greche secondo me si prestano abbastanza ad essere trasposte in altri luoghi e altri tempi, sopratutto Euripide. La vedrei più dura con Eschilo.

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    2. Mio figlio ha stroncato lo spettacolo. A detta sua, l'errore del regista è stato quello di riportare la storia della Medea classica senza adattarla ai giorni d'oggi. Cioè, lui ha preso la trama così com'era, con ruoli e dialoghi fedeli all'originale e li ha ambientati dentro scenari moderni. Il risultato è che si è creato un ibrido senza senso, perché o rivisiti la vicenda, un po' come hai fatto tu, interpretando in chiave moderna le dinamiche oppure ne fai una rappresentazione classica senza essere pretenzioso.

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    3. Ci sono esperimenti simili che hanno funzionato, sopratutto con Shakespeare, penso al famoso Romeo e Giulietta in abiti moderni, ma anche a un Amleto con la Danimarca che sta per essere invasa dai nazisti. Medea alla fine è un dramma famigliare che potrebbe essere ambientato oggi tenendo anche il testo così com'è, ma bisogna avere un'idea forte di messa in scena (io giocherei molto sul fatto che Medea è impresentabile alla famiglia di lui in quanto straniera), cosa che probabilmente quel regista non aveva.

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    4. L'unica modernità mal riuscita (a quanto pare) è stata la proiezione di immagini del coro ripreso in una spiaggia, si sarebbe potuto fare molto di più certamente, ma parlo sempre sulla base delle impressioni che hanno avuto mio figlio e i compagni.

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  6. I Malavoglia è il soprannome dato a una famiglia marocchina abitanti del paesino siciliano in cui si sono trasferiti. Eppure, non sono pigri. Non più dei siciliani. Il capofamiglia, Ahmed, fa il pescatore insieme all'anziano padre Mohamed. Sono persone per bene, che vivono in Italia da anni. I figli, però, danno qualche problemino. Il maggiore, Mohamed (detto Mehd) decide di andare a Palermo, dove si dedica allo spaccio e al consumo di stupefacenti. Nel corso della trama, viene arrestato più volte per spaccio finché, dopo essere tornato a casa particolarmente "roncio" (nessuna parola renderebbe il concetto meglio di questo termine gergale) viene spedito in comunità. La seconda figlia, Muna, indossa il velo, prega cinque volte al giorno, fa il ramadan ed accetta un matrimonio combinato con un ragazzo proveniente dal suo paese d'origine. Si sistema così tra le mura domestiche, dove trascorre la sua esistenza sfornando un figlio dopo l'altro e cucinando pasti luculliani al suo maritino. Il terzo, Luqmaan, si arruola con l'Isis e si fa esplodere in Germania. La figlia minore, emigra a Milano per fare la modella, ma viene coinvolta in un giro di escort. Soltanto il quarto figlio, Ali, riesce a costruirsi una vita degna di essere considerata tale: dopo il diploma all'Itis, trova lavoro in fabbrica. Sposa un'altra immigrata di seconda generazione, ma i suoi figli, nati in Italia, saranno perfettamente integrati tra le due culture.

    P.s. mi sono divertita a scrivere questo post di getto, cercando di rimanere fedele alla trama originale. Questo gioco mi piace: se riesco, più tardi invento un'altra storia. Sempre, ovviamente, intuitivamente. ;)

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    1. Funziona molto bene e risulta interessante! Varrebbe quasi la pena di scriverlo davvero!

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    2. Verga, cuore marocchino. Fortissimo! Ahaha

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