venerdì 24 febbraio 2017

Seguendo la cometa 14 – Il labirinto degli Enti


Mi raccomando, cliccate sulle immagini per ingrandirle!

Questa rubrica vuole raccontare sdrammatizzando, ma anche dare informazioni il più possibile veritiere su un mondo complicato.
Chi di voi lunedì sera in prima serata ha guardato  su Rai3 Presa Diretta ha visto un reportage sulle adozioni internazionali che raccontava tante brutte cose a cui io solo alluso, questa volta con dovizia di nomi e particolari. A chi volesse approfondire consiglio di recuperare il servizio che spiega, tra le altre cose, cosa c'era dietro il pasticciaccio del Congo, cioè il forte sospetto che alcuni bambini fossero stati comprati dalle famiglie d'origine o che queste fossero state convinte che il bimbo sarebbe andato solo all'estero a studiare per poi tornare a casa. Ovviamente all'insaputa delle famiglie adottanti. All'inizio erano state date alla stampa le più varie versioni perché non si sa quanti di questi casi ci siano e potete immaginare che impatto possa avere per un ragazzino giunto in Italia molto piccolo il sospetto che la sua famiglia d'origine ci sia ancora, in Congo, e magari sia stata imbrogliata e non lo volesse assolutamente abbandonare. Devastante. 
Dai commenti al post precedente mi sono resa conto anche che la situazione generale delle adozioni internazionali non è molto chiara.
Questo non è un momento facile per le adozioni internazionali per vari motivi:

– Ci sono paesi troppo instabili per poter anche solo pensare di mandarci delle coppie, ovviamente sono i paesi in cui ci sono più orfani e in cui questi sono più in difficoltà.

– Ci sono paesi con moltissimi problemi e scarsa stabilità politica, come quelli africani, dove da un lato si ha la sensazione di poter davvero offrire a un bambino delle opportunità che nel proprio paese al momento non ci sono, dall'altro sono gli unici paesi dove si possono adottare bambini piccoli non classificati come adozioni speciali, quindi presumibilmente sani e anche questo, umanamente, ha un peso sulla decisione.

– Ci sono paesi in cui le condizioni socio-economiche stanno migliorando oppure in cui la cultura delle adozioni sta iniziando. Sono più stabili e sicuri, ma sono adottabili solo bambini classificati come "adozioni speciali" cioè, semplificando, che abbiano più di 8 anni (di solito), gruppi di fratelli o con patologie gravi o croniche (la definizione di patologia grave o cronica varia però molto da paese in paese). Russia, Cina, Vietnam e Sud America al momento sono aperti solo per adozioni speciali. In alcuni di questi paesi (Russia e Cina) le condizioni effettive di salute del bambino le scopri là (in Cina per prassi, in Russia per totale inaffidabilità delle diagnosi). È vero che spesso si tratta di problemi facilmente risolvibili in Italia (già la necessità di scarpe ortopediche in alcuni paesi fa rientrare nelle adozioni speciali) o che a volte, specie in Russia, bambini sani hanno le più varie diagnosi, ma ci sono casi in cui il bambino ha patologie davvero molto gravi e bisogna decidere sul posto, dopo averlo già conosciuto se uno se la sente oppure no.

– Ci sono pochissimi paesi senza particolari problematiche socio-economiche (che io sappia con certezza solo la Corea del Sud) che per motivi di politica interna vengono dati in adozione internazionale bambini piccoli e sani. In questi casi, ancora più che negli altri, lo stato si permette di scegliere i requisiti per le coppie e di vagliare con attenzione caso per caso.

Infine, va segnalato che è una situazione molto fluida. Basta un cambio di governo in un qualsiasi stato per cambiare la politica sulle adozioni. Alcuni paesi usano le adozioni internazionali come merce di scambio per aiuti economici, altri le considerano una vergogna perché la necessità di mandare dei bambini all'estero mette in luce le difficoltà del paese e preferiscono contingentare o chiudere le adozioni nel tentativo di mostrarsi più forti. 
È un mondo complicato. Io ho percorso il cammino fino all'approvazione del nostro dossier in Colombia e spero che il racconto del percorso possa essere utili a chi magari cerca informazioni in merito.

14 commenti:

  1. Cavolo... Mi stai un po' scoraggiando...
    Almeno mi rimane la vana speranza che tra qualche anno la situazione migliori ^^"

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    1. Non devi.
      In realtà quello della scelta dell'ente è l'unico momento in cui si è davvero soli, prima e dopo (se si è fortunati) si ha sempre una figura di riferimento a cui chiedere. Noi siamo stati fortunati e ci è sempre stato spiegato tutto nel dettaglio. Alla fine è più facile districarsi qui che nel percorso per diventare insegnanti di ruolo. Certo, ci sono tante scelte da fare e non tutte facili e la congiuntura internazionale proprio non aiuta.

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  2. Vedo che ci si trova di fronte a scelte di tipo etico e pratico non molto diverse da quelle che a volte chiede la paternità/maternità biologica.

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    1. Molte scelte etico/pratiche.
      La cosa peggiore sono i questionari con liste infinite di patologie e per ciascuna tu dei dire sì, no, forse, sapendo che quella scelta potrebbe cambiare la tua vita. Alla fine credo di averne compilate 3 la mia sensazione era che continuavano ad arrivare ed erano sempre peggio, perché ogni crocetta era un dilemma etico.

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    2. Beh, vero che anche durante una gravidanza devi rispondere a un sacco di domande sulla salute e scegliere se "tenere" o no un piccolo se ha gravi patologie: però si ha almeno la certezza che bene o male in 9 mesi si risolverà tutto, economicamente è un percorso meno impegnativo e in totale meno confusionario.... Inoltre puoi diventare genitore pur essendo psicolabile, atto all'abuso di stupefacenti, violento o malato...a tutto svantaggio del povero bebè

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    3. Beh, vero che anche durante una gravidanza devi rispondere a un sacco di domande sulla salute e scegliere se "tenere" o no un piccolo se ha gravi patologie: però si ha almeno la certezza che bene o male in 9 mesi si risolverà tutto, economicamente è un percorso meno impegnativo e in totale meno confusionario.... Inoltre puoi diventare genitore pur essendo psicolabile, atto all'abuso di stupefacenti, violento o malato...a tutto svantaggio del povero bebè

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    4. Ovviamente non ho vissuto la gravidanza e i suoi dilemmi morali, ma ho scoperto l'esistenza di un sacco di patologie che non conoscevo e di problematiche connesse allo stato di salute dei genitori. Ogni crocetta su quei maledetti questionari è stata una sofferenza.

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  3. Non so come sia, fatto sta che qui in Italia riescono sempre a complicare ogni cosa. Sarei curioso di vedere come funzionano le adozioni in Svizzera o in Inghilterra, sono sicuro che ci sono meno complicazioni.

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    1. Guarda la cosa che più rende complicate le adozioni internazionali è la situazione internazionale. Ci sono delle convenzioni internazionali che regolano la cosa, quindi il meccanismo è uguale in tutta Europa. Il problema italiano è che gli enti sono proliferati (sono una settantina) e per anni non sono stati controllati, quindi ci sono quelli seri e degni e quelli che sotto una splendida facciata nascondo lati oscuri o vere e proprie truffe.

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  4. Forse sono leggermente fuori tema, ma una domanda sorge spontanea: perchè le adozioni nazionali sono così difficili? Alcuni le definiscono addirittura utopiche... Anche se tua figlia, a quanto ricordo, è nata in Italia, quindi potrebbe rappresentare un'eccezione.

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    1. Io ho adottato da nazionale, i miei cognati pure e il gruppo post adozione è al 50%. I bambini adottabili in Italia sono meno delle richieste e per quel che vedo io in Piemonte sono preferite coppie giovani, senza altri figli con apertura verso problematiche particolari. Il fatto è, appunto, che i bambini adottabili in Italia non sono abbastanza x tutte le coppie idonee. Poi x la nazionale ti chiamano solo se c'è un abbinamento e dopo 3 anni la domanda scade quindi quasi tutti, come me, iniziano anche l'iter x l'internazionale. Però no, non è utopia adottare in Italia.

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  5. La mia amica ha adottato due bambini siberiani. E anche lei mi raccontava di alcune difficoltà incontrate. Ho capito, comunque, che è necessario avere un po' di denaro da parte, perché economicamente sono abbastanza impegnative.

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    1. La nazionale no, l'internazionale sì, con anche differenze tangibili tra ente ed ente e paese e paese. La Russia è tra i più impegnativi, diverse decine di migliaia di euro.

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