mercoledì 15 marzo 2017

Discorso sul cambiamento climatico e l'immigrazione – racconto breve

DISCORSO SUL CAMBIAMENTO CLIMATICO E L’IMMIGRAZIONE

L’uomo prese la parola con un sorriso triste nel bel volto massiccio. La luce della saggezza brillava nei suoi occhi chiari, all’ombra delle grandi sopracciglia. 
– Non possiamo più nasconderci davanti all’evidenza. Il clima sta cambiando – esordì. – I ghiacci si stanno ritirando e le calotte si assottigliano sempre più. Chiunque abbia un poco di dimestichezza con i ritmi della natura se ne può accorgere, il nocciolo ormai fiorisce fino ai cinquecento metri d’altitudine. Presto dovremo abbandonare per sempre i ricchi pascoli della Francia, che ci sostengono da millenni e il rimboschimento selvaggio sta distruggendo la tundra.
Ma la cosa peggiore è l’ondata migratoria che questo cambiamento climatico minaccia di portare.
Non possiamo più nasconderci. Gli africani stanno per invadere l’Europa. Non crediate a chi dice il contrario.
     Da troppo tempo i pacifisti indicano il medio oriente come la culla di una possibile convivenza felice, con i suoi insediamenti misti e, orrore, le sue famiglie meticce. 
       No. Loro non vogliono convivere con noi. Loro sono diversi, geneticamente portati alla violenza. Non fatevi ingannare dalla loro struttura slanciata ed esile. Si fanno chiamare sapiens ma la loro sapienza sta tutta nell’uccidere. Dove arrivano loro i grandi animali si estinguono, le risorse si esauriscono e, sopratutto, scompaiono le altre specie umane. Da troppo tempo, ormai, non abbiamo notizie dei nostri cugini australopitechi d’Africa. 
Ora, la formazione di un deserto appena a sud delle coste africane del Mediterraneo li porterà giocoforza ad emigrare e noi dobbiamo essere pronti. Perché io ve lo dico, vengono per uccidere i nostri mammut e i nostri rinoceronti, violentare le nostre donne e uccidere i nostri figli. Come una marea inarrestabile vogliono invadere l’Europa e l’Asia e persino le lontane Americhe dove l’uomo non ha mai messo piede. 

Se non prendiamo provvedimenti ora, fino a che siamo ancora in tempo, ci distruggeranno. Saranno gli unici padroni di un mondo che hanno strappato ai loro fratelli e non avranno pace fino a che non sarà morto l’ultimo neandertal d’Europa, l’ultimo doneviano delle steppe e l’ultimo florensis d’Asia. Padroni di un mondo usato esclusivamente come una carcassa da depredare, dove di noi non resterà che un ricordo sbiadito, evaporato con la fine della glaciazione.

11 commenti:

  1. Purtroppo realistico in molti sensi...

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  2. Tematiche molto attuali. I neandertal sono sempre sul pezzo!

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  3. Quando un breve racconto nasconde la realtà che si ripete a cicli, non sempre cruda o spaventosa, solo logica...

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    1. Oddio, logica, forse dovremmo imparare dai nostri cugini Neandertal... Ops, non possiamo, li abbiamo fatti fuori tutti...

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  4. La Sentinella di Fredric Brown approverebbe questo discorso =)

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  5. C'è molto in queste poche righe. La scrittura è magica, e tu la usi bene (o è lei che usa te?). ;)

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  6. Rinchiudersi nelle grotte e ritirarsi dietro gli alti muri delle montagne non servì loro a molto. S'incrociarono troppo tra loro, estinguendosi... Bel racconto!

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