mercoledì 25 ottobre 2017

Com'è nato l'incontro tra Sherlock Holmes e il fantasma dell'Opera



Ci sono storie che progetti di scrivere e storie che ti trovi a scrivere e quando realizzi bene in che razza di guaio ti sei cacciata ormai hai superato la metà e fai prima ad arrivare in fondo che a tornare indietro.
Ecco, Sherlock Holmes contro il Fantasma dell'Opera appartiene senza ombra di dubbio a questa seconda categoria.

Tutto è iniziato con un'arrabbiatura. Una madornale arrabbiatura.
Se c'è una cosa che proprio non sopporto (ma credo che sia evidente da alcune mie considerazioni sui libri letti, aspettate il mio post su Le otto montagne...) sono i libri che iniziano bene e poi si ammosciano. Darmi delle ottime premesse e poi tradirle per me è uno dei peccati letterari capitali. Pena di morte subito.

Grazie al gruppo di lettura, mi ero quindi immersa nella lettura de Il fantasma dell'opera, il romanzo originale del 1911 di Leroux. Parte benissimo. L'atmosfera all'interno dell'Opera di Parigi è meravigliosa, si respira la musica, si respirano le rivalità, si respirano misteri dei suoi labirintici sotterranei. Il Fantasma è una presenza che aleggia e su cui il lettore è invitato a formulare ipotesi sulla base di minuti indizi. C'è anche un'altra figura misteriosa (tagliata poi nelle varie trasposizioni), il Persiano, probabilte un agente segreto straniero sulle tracce del fantasma.
Tutte queste premesse crollano miseramente nella resa dei conti finale nei sotterranei di Parigi. Personaggi che muoiono per pura stupidità, altri bloccati da trappole elementari e, sopratutto, una rivelazione finale sul Fantasma che non giustifica gli indizi che l'autore stesso aveva presentato. Insomma una delusione totale (infatti è la parte più rimaneggiata nelle varie trasposizioni).

Il problema è che, invece di limitarmi a chiudere il libro gettandolo con astio da qualche parte, ho iniziato a farmi qualche domanda.

Leroux immagina di raccontare fatti veri, riferitigli da questo misterioso Persiano. Di ciò che è accaduto nel sottosuolo il Persiano è l'unico testimone in circolazione. Se avesse mentito?

Una domanda tira l'altra.

Perché il Persiano ha mentito? Perché quanto accaduto laggiù era troppo orribile per il genere di libro che Leroux voleva scrivere e per non svelare la propria vera identità.

E qual è la vera identità del Persiano?
Qui il mio cervello è partito per la tangente. Il Persiano appare a tratti, solo di notte e, si sa, Sherlock Holmes spesso nelle sue indagini si traveste. Il Persiano poteva essere Sherlock Holmes travestito?

A quel punto un tarlo ha iniziato a scavarmi in cervello. Poteva essere Sherlock Holmes il Persiano?
Innanzi tutto ho controllato la cronologia. Nel 1910/1911 Holmes era sicuramente in grado di parlare con Leroux, ma all'epoca dei fatti? Beh, era giovane, sui venticinque anni, ma già alle prese con le prime indagini.
E cosa ci avrebbe fatto Holmes a Parigi?
Vediamo... La famiglia di Holmes innanzi tutto è in parte francese. In quel periodo il fratello maggiore di Sherlock, Mycroft poteva già lavorare per il governo, magari poteva essere a Parigi in quel momento. Il Fantasma inizia a creare incidenti all'Opera, un luogo frequentato dalle personalità più importanti della Francia. Informato dei fatti non avrebbe consigliato di affidarsi al suo giovane ma già geniale fratello?
E Sherlock Holmes non era perfetto per infiltrarsi all'Opera con due diverse identità, di notte infiltrato nel pubblico come uno stravagante straniero, di giorno come violinista. Non suona forse il violino Holmes?

A questo punto ho capito di essere perduta. Avevo in mano una storia con Sherlock Holmes grondante di passione.
Passione per la musica.
Passione amorosa con il drammatico triangolo tra la bella cantante, il fantasma e il giovane nobile che tutti, più o meno, grazie a musical e film conosciamo.
Passione oscura per la vendetta.

E che storia di passione fosse, quindi. Anzi, con un Fantasma che fosse una sorta di doppio oscuro di Holmes, quello che Holmes stesso potrebbe diventare, se venisse travolto dalle proprie passioni, anche se forse è quella per la musica a tentarlo più di tutte (quanto spero che questo aspetto si capisca, che si capisca quanto Holmes, nel profondo, parteggi per il Fantasma e tenti di salvarlo).

Per scriverlo mi sono immersa nella musica al punto che uno dei prossimi post, se riesco in questo mare magnum di impegni ballerini, sarà dedicato alla colonna sonora di questo racconto lungo/quasi romanzo.

Per il momento spero di avervi incuriosito.
Sherlock Holmes e il fantasma dell'Opera è già in prevendita qui

9 commenti:

  1. Io ti sto seguendo con interesse.
    sinforosa

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  2. Che cose interessanti ci dici.
    In quanto a Cognetti, ho appena scritto il post, credo di pubblicarlo domani, anche secondo me si è un po' sgonfiato strada facendo, però mi ero dimenticata della questione, al punto che non l'ho scritta nel post, e mi è tornata in mente solo ora, leggendoti (il sincronismo è piuttosto singolare, ho messo in bozza il post un secondo fa), per cui credo che la cosa non mi abbia alla fine disturbata così tanto, ha prevalso l'apprezzamento.

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    1. Invece io divento una iena e non potevo neppure scrivere "Sherlock Holmes contro le otto montagne" per sbollire!

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    2. Post interessante.
      Di "otto montagne" a me non piacque l'incipit, però lo voglio leggere e sto aspettando che in biblioteca venga il mio turno. Nel frattempo ascolto le recensioni degli altri :)

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    3. Guarda la maggior parte sono entusiasti, solo a me a fatto arrabbiare

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  3. Alla fine mi farai appassionare al genere. ;)

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  4. Mi sembra davvero accattivante.

    Io però non ho letto "Il fantasma dell'opera", non ho visto film né rappresentazioni al teatro, conosco solo vagamente il personaggio.
    Consigli di documentarmi prima di leggere la versione Sherlockiana?

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    1. Non necessariamente, la storia cammina con le sue gambe (È finisce in modo diverso)

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