tag:blogger.com,1999:blog-3046694770581777441.post3906714204439045478..comments2024-01-03T12:26:14.335+01:00Comments on Inchiostro, fusa e draghi: Scrivere scoperchia i tombini dell'inconscio – ScrittevolezzeTenarhttp://www.blogger.com/profile/14191851493647191190noreply@blogger.comBlogger16125tag:blogger.com,1999:blog-3046694770581777441.post-36245772572541919132015-03-13T12:59:49.131+01:002015-03-13T12:59:49.131+01:00Io ho notato che questo genere di problemi sorge c...Io ho notato che questo genere di problemi sorge con l'aumentare della lunghezza della storia, tranne casi particolari. Convivere per tanto tempo con determinati personaggi e scavare nel loro animo li fa nascere per forza.<br />Forse le donne sono più introspettive, forse no.Tra i miei autori preferiti le donne sono circa il 50%, l'altra metà uomini. Alcuni, come Borges sono in effetti più celebrali, altri invece scavano per bene nei chiaroscuri dell'animo. Penso che costoro abbiano affrontato le loro belle discese nei sotterranei del loro io, per poter scrivere i loro romanzi.Tenarhttps://www.blogger.com/profile/14191851493647191190noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-3046694770581777441.post-57821825856480327562015-03-13T09:41:38.052+01:002015-03-13T09:41:38.052+01:00Sull'orco hai ragione. Prova a leggere "L...Sull'orco hai ragione. Prova a leggere "La ragazza della porta accanto" di Jack Ketchum (se hai lo stomaco forte), ma in quel romanzo potrai scendere molto in basso nei sotterranei della cattiveria umana. Di quella che puoi trovare appunto nella porta accanto.<br />Ti dico la verità: io non mi pongo tutte queste domande né mi faccio tutti questi problemi quando scrivo. Ma credo che le donne siano più introspettive dell'uomo, quindi penso sia normale.<br />Sul problema etico non saprei che dire: potresti inserire la dicitura a inizio libro "Ogni riferimento a persone e fatti non è casuale" :DDanielehttp://pennablu.it/noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-3046694770581777441.post-65559287566150685722015-03-12T22:45:07.049+01:002015-03-12T22:45:07.049+01:00Spesso quello che capita ai personaggi io (grazie ...Spesso quello che capita ai personaggi io (grazie al Cielo!) non l'ho provato. Però mi sforzo di rievocare una paura, un'emozione (non sempre negativa, sempre grazie al Cielo!) che ho provato in un'occasione in qualche modo analoga e mi sforzo di ricordare a cosa ho pensato, cosa ho provato, per poi trasferirlo al mio personaggio. Tutto ciò spesso non genera che un singolo termine, un'immagine da mezza riga, ma, insomma, penso che sia meglio di niente. Se non altro aiuta me a riprendere possesso del mio vissuto.<br />Forse è perché attingo così tanto al mio mondo emotivo che poi vesto mille maschere. Non voglio che chi mi conosce riconosca il momento a cui mi sono rifatta per questo o quel passaggio. Tenarhttps://www.blogger.com/profile/14191851493647191190noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-3046694770581777441.post-49093248368635377252015-03-12T22:30:16.801+01:002015-03-12T22:30:16.801+01:00Io faccio in media due incubi ogni notte, se mi me...Io faccio in media due incubi ogni notte, se mi metto a scrivere i miei tombini ne vengono fuori degli horror da far invidia a Dario Argento. <br />Mi ha incuriosito il punto in cui dici che attingi alle emozioni che hai provato per descrivere quelle dei tuoi personaggi: al contrario, io non riesco a mettere nero su bianco cose che ho provato in prima persona, forse proprio per la paura di aprire il vaso di Pandora! Allo stesso tempo però non mi sento avulsa dal mio inconscio mentre scrivo, e penso che col tempo produrrò contenuti sempre più sentiti.<br />Lisa Agostihttps://www.blogger.com/profile/00099517732724595700noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-3046694770581777441.post-32740568767955859062015-03-12T20:29:53.929+01:002015-03-12T20:29:53.929+01:00Anche per questo, sicuramente. Anche per questo, sicuramente. Tenarhttps://www.blogger.com/profile/14191851493647191190noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-3046694770581777441.post-70393466682323083532015-03-12T15:31:48.059+01:002015-03-12T15:31:48.059+01:00Ah, l'inconscio di uno scrittore è sempre un b...Ah, l'inconscio di uno scrittore è sempre un buco nero dove perdersi! Io lo sostengo da sempre: scrivere scoperchia tombini e scopre caverne di cose non dette, di cose che nemmeno pensiamo possano appartenerci. Io, nel mio romanzo, ho creato un personaggio problematico che nelle pieghe del suo essere nasconde qualcosa di profondamente mio, ma ho enfatizzato molto perché volevo venisse fuori tutto quello che di me non si vede e che nessuno riuscirebbe mai a vedere. È bello e, come dice Chiara, catartico rincorrere paure, affrontarle quando scriviamo. In fondo è per questo che lo facciamo, no? <br />Marinahttps://www.blogger.com/profile/09563345398992115783noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-3046694770581777441.post-41741751896665156792015-03-12T15:19:42.297+01:002015-03-12T15:19:42.297+01:00Ah... Io ho un paio di personaggi che hanno sfiora...Ah... Io ho un paio di personaggi che hanno sfiorato il suicidio (uno l'hanno proprio ripescato al pelo) e devo dire che accarezzare quel genere di pensieri è stata tra le esperienze più spaventevoli in assoluto...<br />Invece ci sono personaggi di cui si scrive la morte con un certo gusto...Tenarhttps://www.blogger.com/profile/14191851493647191190noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-3046694770581777441.post-50746121866390262032015-03-12T14:54:12.322+01:002015-03-12T14:54:12.322+01:00dimenticavo... una volta ho scritto un post dedica...dimenticavo... una volta ho scritto un post dedicato a un mio protagonista che ho fatto morire. per essere sinceri, l'ho "suicidato" :)<br />una bella esperienza, per lo scrittore; scarsa ma con buone possibilità di crescita per lo scritto...Michele Scarparohttps://www.blogger.com/profile/17819089491377810985noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-3046694770581777441.post-57599451487247608122015-03-12T14:37:48.716+01:002015-03-12T14:37:48.716+01:00“Nessuna lacrima nello scrittore, nessuna lacrima ...“Nessuna lacrima nello scrittore, nessuna lacrima per il lettore. Nessuna sorpresa per lo scrittore, nessuna sorpresa per il lettore.” - Robert Frost<br /><br />Per me non è catartico: certe cose le scrivo, ma di certo non le esorcizzo. Me le tengo lì e mi piace leggerle, a volte; in generale mi piace pensare che possano commuovere anche altri e non solo me.Michele Scarparohttps://www.blogger.com/profile/17819089491377810985noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-3046694770581777441.post-43449017047866626932015-03-12T14:19:58.667+01:002015-03-12T14:19:58.667+01:00È bello vedere che non sono l'unica pazza che ...È bello vedere che non sono l'unica pazza che ha queste sensazioni! Sì, anche per me a volte c'è quasi sollievo e a volte ci sono racconti che vanno scritti, anche se poi non avranno alcun futuro editoriale, perché è importante mettere su carta determinate cose.Tenarhttps://www.blogger.com/profile/14191851493647191190noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-3046694770581777441.post-21817257184604264962015-03-12T14:09:35.335+01:002015-03-12T14:09:35.335+01:00Dai miei tombini di solito i mostri escono a legio...Dai miei tombini di solito i mostri escono a legioni... e ormai ci ho fatto l'abitudine!<br />Per me però è quasi rassicurante quando escono, come se me ne fossi liberata. Anche se nessuno leggerà quel racconto o quel romanzo, provo una sensazione di sollievo, come se, esternando, li avessi esorcizzati.<br /><br />Del resto chi scrive deve anche, come dici molto giustamente, sperimentare quasi sulla sua pelle non tanto le sofferenze fisiche (quello sarebbe troppo) quanto le sofferenze morali. Se un mio personaggio sta per andare al patibolo, devo avere anche una pallida idea di che cosa potrebbe significare.Cristina M. Cavalierehttps://www.blogger.com/profile/04799622728649717838noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-3046694770581777441.post-77926757627466370512015-03-12T13:33:37.231+01:002015-03-12T13:33:37.231+01:00Sì, è catartico e, suppongo, necessario. Storie ch...Sì, è catartico e, suppongo, necessario. Storie che si amano e che fanno star male... Storie necessarie, per noi, ma anche per il lettore.<br />PS: non vedo l'ora di leggerlo!Tenarhttps://www.blogger.com/profile/14191851493647191190noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-3046694770581777441.post-70757786164716017212015-03-12T10:43:57.552+01:002015-03-12T10:43:57.552+01:00Probabilmente il prossimo romanzo che dovrebbe usc...Probabilmente il prossimo romanzo che dovrebbe uscire è quello in cui certi incubi personali sono confluiti con più forza. Il risultato è un libro che amo, a cui sono legatissima, e che allo stesso tempo mi fa star male, a volte. Ma è catarticoAislinnhttps://www.blogger.com/profile/13002497640522169395noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-3046694770581777441.post-27619942844868913972015-03-12T08:54:14.223+01:002015-03-12T08:54:14.223+01:00Io ero stata in psicanalisi da adolescente. Ora no...Io ero stata in psicanalisi da adolescente. Ora non lo sono più da almeno un "quindicennio", però ho i miei mediatori: la mia costellatrice, il mio master reiki, altri amici "illuminati"... certo non si tratta di un percorso strutturato, ma non sono abbandonata a me stessa. Forse è per questo che non mi spavento più di tanto per ciò che trovo dentro di me, ma cerco di scoprirne la causa. :)Chiara Soleriohttps://www.blogger.com/profile/01791193222451374751noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-3046694770581777441.post-15994175200098131812015-03-11T22:41:46.134+01:002015-03-11T22:41:46.134+01:00Sul meglio della psicanalisi non saprei, non avend...Sul meglio della psicanalisi non saprei, non avendone mai usufruito. Forse a volta la mancanza di un mediatore può diventare un pericolo?<br />In ogni caso la cosa interessante (è spaventosa?) è proprio quella che hai scritto: se partoriamo determinate idee è perché qualcosa dentro di noi le sta rievocando.<br />PS: anch'io sto ancora lavorando sulla giusta distanza.Tenarhttps://www.blogger.com/profile/14191851493647191190noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-3046694770581777441.post-11441176726628486842015-03-11T20:01:29.137+01:002015-03-11T20:01:29.137+01:00Uno degli aspetti su cui ho dovuto maggiormente la...Uno degli aspetti su cui ho dovuto maggiormente lavorare, dopo aver ripreso a scrivere, è stata proprio l'esigenza di guardare in faccia ciò che mi faceva paura o, semplicemente, mi disturbava. Molte scene erano fredde, scritte con il freno a mano tirato. Erano distanti, come se non mi appartenessero. Poi con il tempo ho imparato ad accettare tutto ciò che fuoriusciva dalla mia penna, anche ciò che mi sembrava sconveniente. Ma soprattutto ho imparato a comprendere che potevo (posso!) tranquillamente parlare di certe cose senza permettere loro di contaminarmi. Questa forse è la giusta distanza di cui parli anche se - ammetto - devo ancora macinare un po' di strada....<br />Affrontare i temi scomodi diventa più facile se ne colgo il valore catartico. So che può essere brutto rendersene conto, ma se partoriamo determinate idee è perché qualcosa, dentro di noi, le sta rievocando. Per quanto ci sforziamo di essere (e probabilmente lo siamo) persone per bene, dentro di noi ci sarà sempre un trauma irrisolto, il ricordo di un momento di imbarazzo, un rancore represso che chiede di venire fuori. E qui, la scrittura, almeno nella sua fase puramente creativa, è meglio della psicanalisi. E costa meno. :)Chiara Soleriohttps://www.blogger.com/profile/01791193222451374751noreply@blogger.com