Intervista a Padre Marco Siracide - protagonista de "La roccia nel cuore"
I - Padre Marco Siracide, cosa faceva prima di diventare parroco?
PM - Per tutta la vita sono stato affascinato dalla storia, dal desiderio di scoprire cosa sia accaduto davvero in Palestina al tempo dei Vangeli. Per questo a 14 anni sono entrato in seminario e poi ho continuato a studiare, fino a diventare docente di Storia del Vicino Oriente Antico. E poi, di colpo, la storia non mi è più bastata. Mi sono reso conto che ormai a spingermi era l'amore per la conoscenza e l'orgoglio personale, non la fede. Per questo ho chiesto al Vescovo di affidarmi la cura di una parrocchia.
I - E così è arrivato a Pella, sul Lago d'Orta, perché proprio qui?
PM - Perché il Vescovo mi ritiene un inetto. Giovane, per l'età che si immagina addosso a un prete, ma più abituato ad avere a che fare con i libri che con le persone. Pella è un borgo adagiato tra le colline e il lago, dove si svolgono cene letterarie e concerti di musica classica. Il luogo ideale, secondo il Vescovo, per rimettere in ordine dei nervi un po' scossi
I - E invece, appena arrivato a Pella, si trova a indagare su un delitto.
PM - Sono uno storico, abituato a pormi domande e a cercare la verità...
I - Insomma, un altro prete investigatore, una sorta di don Matteo...
PM - Dicono che assomiglio a un giovane Terence Hill, ma non guardo molta televisione e non so dirvi molto, se non che cerco le risposte alle mie domande nei silenzi delle persone, nei pensieri lasciati liberi durante la fatica della corsa, alternando senza regola alcuna, rigore logico e intuizioni raggiunte attraverso libere associazioni mentali.
I - Lei un prete quasi quarantenne e la sua autrice una donna trentenne non praticante, cos'avete in comune?
PM - L'amore per la storia, la passione per la corsa, le letture e i cantautori italiani e l'abitudine di navigare a vista nella vita, senza avere paura del dubbio. "Forse" è la nostra parola preferita.
I - Ci racconta una scena tagliata che ci dia l'idea del suo carattere?
PM - Sì. Guidavo, lasciando l'autoradio accesa. Passa una canzone in inglese, la lingua che conosco assai meno bene del greco antico, dell'aramaico o del babilonese. Inizio a canticchiarne il motivo senza seguirne le parole. Quando termina, l'annunciatore rivela che è appena stata trasmessa Sympathy for the devil e penso che no, non riuscirò mai a comportarmi come si conviene a un vero parroco...
I - Dei protagonisti del romanzo, è l'unico ad avere un cognome, come mai?
PM - Questo lo lascio all'intuizione del lettore.
I - Oltre che del romanzo "La roccia nel cuore" è protagonista anche di racconti?
PM - Sì.
Briscola - edito in Delitti d'Acqua Dolce, Lampi di Stampa Edizioni, 2012.
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I - Ci ricorda dove possiamo incontrarla?
PM - Sono un personaggio di fantasia.
Vivo dentro le pagine del romanzo
La roccia nel cuore - Interlinea edizioni
In libreria dalla metà di aprile
Presentazione in anteprima mercoledì 3 Aprile alle ore 21 a Besozzo presso Gli Amanti dei Libri
Complimenti è una bella idea quella di intervistare un protagonista della tua storia brava!
RispondiEliminaChe simpatica quest'intervista! Bell'idea!
RispondiEliminaTi faccio i miei complimenti perché Interlinea è una casa editrice doc! Auguri di Buona Pasqua! Un abbraccio e tante cose belle!
ho letto il tuo romanzo e mi è piaciuto molto. Sei stata proprio brava. Una curiosità: per la costruzione del personaggio di don Marco ti sei ispirata a qualche sacerdote che esiste davvero? ciao e ancora complimenti
RispondiEliminaCostanza
Ciao, sono felice che il romanzo ti sia piaciuto!
EliminaTutti i personaggi, compreso Marco, prendono spunto da persone reali e personaggi letterari, tanti elementi diversi, mescolati fino a creare qualcosa di nuovo.
Per padre Marco volevo una versione più dolce e meno disperata di don Lorenzo Quart del romanzo La pelle del Tamburo di A. Peréz-Reverte, con un tocco da eroe medioevale e tanti tratti presi da persone che conosco. Non c'è un vero sacerdote a cui mi sono ispirata, anche se ho rubato a qualcuno sguardi e espressioni. Chissà che qualcuno ci si riconoscerà?
Ciao, incuriosita dalla tua risposta, sono andata a leggermi La pelle del tamburo. E' un romanzo molto ridondante , sicuramente Reverte è un ammiratore di Garcia Marquez. Padre Lorenzo Quart però l'ho trovato troppo simile a tanti personaggi già incontrati,poco realistico e quindi poco coinvolgente: ho l'impressione che l'autore descriva il mondo ecclesistico non conoscendolo a fondo, ma secondo stereotipi da "giallo".Sinceramente, mi è piaciuto molto di più il tuo romanzo, ho trovato la storia di don Marco con Laura, il falco, molto più originale. Alla fine della lettura, ho provato dispiacere a lasciare i tuoi personaggi, perchè erano realistici e mi ero, proustianamente, affezionata a loro. Scusa se mi ripeto, ma il brava lo meriti proprio.
RispondiEliminaCostanza
Quando un libro porta a leggere un altro libro, allora la missione dello scrittore è riuscita in pieno!
EliminaPersonalmente amo Reverte, ma è anche vero che mi piacciono gli scrittori spagnoli o sud americani, per cui ho una buona tolleranza a un certo "barocco" letterario. Se poi mi dici che padre Marco ti è piaciuto di più faccio davvero le fusa.
Nell'antologia Delitti d'Acqua Dolce c'è già un racconto, Briscola, con protagonista padre Marco ed è possibile che ne siano altri più avanti.
Nella mia mente l'arco narrativo di Marco e Gabriele non si è concluso con questo romanzo e mi piacerebbe scriverne il seguito. Se questo sarà possibile, però, non dipende solo da me.
Grazie davvero per la lettura e l'attenzione