martedì 30 ottobre 2012

3069 - Tutti in edicola!!


Che cos'ho a che fare io con il numero 3069, Giallo Mondadori, la parola "Mensa" e l'antica Roma?

Il 5 novembre sarà in edicola il Giallo Mondadori 3069, I Cospiratori, contenente il racconto vincitore del "Premio Mensa", ovvero  IL MIO "COME FOGLIE NEL VENTO", giallo ambientato nell'antica Roma

Non ci credete? Faccio fatica anch'io, ma è tutto ufficiale, direttamente dal blog di Giallo Mondadori

Non vi resta che correre tutti in edicola !!!!

lunedì 29 ottobre 2012

Letture - Il boia di Parigi, Il Metodo Cardosa

Ho già avuto modo di scrivere nel vecchio blog che la mi aspirazione è scrivere racconti da sala d'aspetto. Abbastanza coinvolgenti da portarti via in momenti in cui la fantasia è l'unica possibile via di fuga, abbastanza scorrevoli da non necessitare più neuroni di quanti il lettore ne sia disposto a impegnare. Libri salvagente a cui aggrapparsi in attese grigie, per dimenticare le sedie scomode e far scorrere i minuti.

In questi giorni, per vari motivi, di letture da sala d'aspetto ne ho avute bisogno io. A farmi da salvagente, tra treni in ritardo e attese indeterminate, sono stati:

Il boia di Parigi
Fumetto - Paola Barbato, Giampiero Casertano
Sergio Bonelli Editore è sempre stata sinonimo di avventure disimpegnate. Quel "fumetto popolare" che andava un po' contrapponendosi alla raffinata BD francese. Storie prodotte in serie, molti albi al mese, onesto artigianato di sceneggiatura e chine, basso costo.
Poi anche nei fumetti arriva la crisi delle vendite ed è con piacere assoluto vedere che Casa Bonelli ritiene la qualità una possibile via di fuga. Perché "Il boia di Parigi" non ha nulla a che vedere con lo stereotipo per prodotto in serie.
Primo numero di una serie composta da storie autoconclusive, ci porta nella Parigi del Terrore. Il protagonista è il boia, addetto al funzionamento della ghigliottina. Un personaggio ai margini, temuto e sottovalutato che osserva gli eventi con inaspettata umanità. Consapevole di essere parte di un meccanismo più grande, combatte ogni giorno la sua guerra per consegnare alla morte un brandello di dignità e dare ad ogni uomo, sia esso un re o un ladro un conforto non scontato.
Ne esce una storia nerissima, cupa e struggente. Qualcosa che francamente non mi attendevo di trovare in edicola a 3,50€. Fosse stata pubblicata in Francia, il più numeri, su volumetti cartonati a 20€ l'uno, la critica urlerebbe al capolavoro. Qui resta quasi di passare inosservata, tra un Tex e un Dylan Dog (che rispetto e leggo con affetto, ma questa è un'altra cosa)

Il Metodo Cadosa
Carlo Parri
Ancora l'edicola mi viene in aiuto con questo giallo vincitore del Premio Tedeschi.
Leonardo Cardosa, vicequestore aggiunto (e non commissario, come preferirebbe), parla per citazioni e vorrebbe vivere in un romanzo di Simenon. C'è chi non lo capisce e chi attende i suoi "miracoli" le illuminazioni che portano alla risoluzione dei casi.  Lui deve barcamenarsi tra l'omicidio di un imprenditore edile in odore di satanismo e le minacce ricevute da sua sorella, in Sicilia, oscillando tra il suo amore del presente, una collega campionessa di tiro con la pistola e quello del passato, una bruna pubblico ministero che un tempo ebbe il coraggio di incriminarlo.
Da amante di Fred Vargas ho trovato un po' di Adamsberg in questo Cardosa, tra scrivanie che hanno un nome, sillogismi aristotelici, santoni sud americani e presunte guide ai varchi spazio - temporali. Cardosa si barcamena tra un mondo surreale e un'Italia concretissima, tra Roma, Sicilia e Letteratura. A volte mi pare che manchi ancora di un equilibrio preciso. Il surreale c'è e non c'è, l'intrigo esoterico è credibile a tratti e gli elementi che si intrecciano (l'indagine a Roma e quella in Sicilia, il presente, il padre scomparso, le due donne) sono forse troppi. Ma è un'opera prima e darei un rene per scriverne io una così. Di certo c'è che il metodo Cardosa funziona e tiene il lettore incollato alle pagine. E alla fine vien subito voglia di un seguito.

Fa un po' impressione pensare che Carlo Parri sarà mio "collega di antologia" su Delitti d'Acqua Dolce, anche se il mio Padre Marco e il suo Leonardo Cardosa credo possano andare d'accordo.

venerdì 26 ottobre 2012

Il Carnevale dell'Uomo Cervo, e altri racconti dal Trofeo RiLL



Mi attende un inizio di novembre denso di pubblicazioni (evviva!).
E' con orgoglio e gioia, infatti che vi presento la bellissima copertina del volume che raccoglie i migliori racconti del trofeo RiLL di quest'anno.

Il volume Il Carnevale dell'Uomo Cervo contiene due miei racconti.

La recluta muta
Terzo classificato al trofeo RiLL di quest'anno che sul sito della manifestazione è così presentato

Una storia d’amore di ambientazione fantasy, sullo sfondo di una guerra sanguinosa e insensata. L’ottima caratterizzazione dei personaggi rende il racconto coinvolgente sin dalle prime righe.

e

Ulisse e la tartaruga
Selezionato all'interno di SFIDA, il concorso riservato a chi negli anni precedenti è stato finalista di RiLL

Tra l'antica Grecia e il Mondo Disco, una tartaruga, che il fato costringe a vincere tutte le gare a cui viene iscritta suo malgrado, dovrà sfidare Ulisse davanti alla Sfinge e scoprirne il segreto più nascosto.
Mio personale tentativo di dimostrare che fantasy e cultura non si escludono a vicenda.

Sul sito www.rill.it tutti i dettagli, la presentazione ufficiale del volume e, per chi lo desidera, le modalità d'acquisto.

Il volume sarà presentato a Lucca Comics, domenica 4 novembre

E sapete qual è la cosa più bella? Le pubblicazioni di inizio novembre non sono affatto finite qui...

martedì 23 ottobre 2012

Visioni - Copper

Episodi 1 - 2

Rock e canti irlandesi ci portano nella New York del 1864.
Mi intrigava questa serie, e allo stesso tempo mi spaventava, l'ultima serie gialla ambientata nell'800 trasmessa da Fox Crime era inguardabile.
Felice che i miei timori si siano rivelati infondati.
New York non è mai stata così sporca. Non ci viene detto che i quartieri sono malfamati. Inciampiamo subito in una prostituta bambina, quindi nel cadavere di una coetanea. Detective rivali si rompono le ossa a vicenda e i buoni risolvono la situazione con una bella pugnalata nello stomaco, vibrata in modo premeditato e con l'aiuto di una bimba.
Raramente una serie mi ha saputo descrivere un'ambiente in cui la violenza è tanto palpabile e dove nessuno può sentirsi del tutto al sicuro.
Corcan sa muoversi bene in questo mondo, mantiene quell'aspirazione alla giustizia che ci porta ad empatizzare con lui, ma si evita l'effetto "angelo all'inferno". Non si scandalizza per la violenza e la sa usare quando serve, come plausibile per un ex pugile cresciuto in un ambiente simile.
Intono a lui, iniziano a delinearsi comprimari ben caratterizzati, come l'ex schiavo e medico abusivo, che sembrano preludere a sottotrame interessanti.
Due episodi sono pochi per trarre un giudizio ponderato, ma di sicuro bastano per attrarre l'attenzione. Staremo a vedere...
Unica pecca, il protagonista e il suo assistente troppo simili fisicamente, nel primo episodio continuavo a confonderli.



lunedì 22 ottobre 2012

Racconto in uscita - Briscola

Nell'antologia Delitti d'acqua dolce, l'antologia di gialli stresiani in uscita il 4 novembre per Lampi di Stampa, il mio racconto si intitola Briscola


Padre Marco non è un parroco qualunque. Ex docente di Storia del Vicino Oriente Antico richiamato in parrocchia dalla crisi vocazione e da una vaga curiosità per il mondo, guarda la realtà con gli occhi curiosi dello storico. E' affezionato alle sue fedeli, fedeli nel senso etimologico del termine, una manciata di anziane che con ogni condizione atmosferica giungono puntuali alla funzione delle 17.30. Quando una ne manca all'appello, Marco capisce subito che è accaduto qualcosa di grave.
Rosa viene infatti ritrovata morta su una panchina del Giardino Alpina, un orto botanico sopra Stresa. Chiamato a identificare il corpo, padre Marco, inizia a porsi delle domande. Inoltre c'è Briscola, il bastardino di Rosa, con cui il prete inizia una difficile convivenza, che sembra quasi pretendere una verità sulla scomparsa della sua padrona...


E' difficile sintetizzare quanto sia importante per me Padre Marco e questo racconto in particolare. Innanzi tutto per la prima volta con questo personaggio ho raccontato quello che è il cuore geografico del mio mondo. Padre Marco, infatti, viene inviato a reggere la parrocchia di Pella, sul Lago d'Orta. In questo racconto si muove tra Pella e Stresa. Io abito in un paesino esattamente a metà strada e negli anni ho compreso che non voglio vivere se non in quest'angolo di Piemonte tra due laghi, terra discreta, ma piena di storie da raccontare.
Poi c'è Padre Marco, che un parroco e uno storico. Lui è la rivincita della cultura sul mondo di oggi. Perché è grazie al suo sguardo un po' svagato di storico, ai suoi pensieri che ondeggiano tra il presente e l'età antica, che riesce a riordinare i fatti e a risolvere gli enigmi.
E' un personaggio che amo e che viene da lontanissimo. Di fatto, è l'evoluzione diretta del primissimo personaggio che io abbia mai immaginato.
Quand'ero adolescente, tentavo le mie prove da scrittrice tessendo le avventure di Erik di vanNey, duca di un mondo fantasy, guerriero suo malgrado. Alla fine abbandonava spada e regno, si rifugiava sulle montagne, entrava in un ordine monastico, diventava Padre Falco e non smetteva di essere se stesso.
Padre Falco di strada ne ha fatta moltissima, è diventato Padre Marco, è sceso nel mondo di oggi, ma non ha smesso di essere a suo modo un cavaliere che combatte contro i draghi. Solo che oggi, i draghi, non hanno più squame e artigli e ci vuole molta attenzione per poterli riconoscere.

Spero che possiate affezionarvi a lui come ho fatto io, perché questa, spero, non sarà l'unica volta che arriverà in libreria.

venerdì 19 ottobre 2012

Delitti d'acqua dolce


Delitti d'acqua dolce è un'antologia che raccoglie una serie di gialli, tutti rigorosamente ambientati nei dintorni di Stresa, sul Lago Maggiore, ed edito da Lampi di Stampa.
Verrà presentato a Stresa domenica 4 novembre alle 15.30 presso l'hotel Primavera

Ci sono dentro racconti di scrittori che stimo assai, tra cui, in ordine sparso, Carlo Parri, fresco vincitore del premio Tedeschi, Maurizio Gilardi, sceneggiatore di fumetti e scrittore, Adele Marini, che è una grandissima, Samuele Nava, di cui credo di aver letto gli articoli su fantascienza.com, solo per citare quelli di cui ho letto qualcosa recentemente. In mezzo a cotanti nomi, non si sa bene come, ci sono anch'io.
Il mio racconto si intitola "Briscola" è a modo suo una storia d'amore con dentro vecchietti, cani, preti e azalee himalayane e nei prossimi giorni ve lo presenterò con più calma.

Onore e gratitudine eterna ai curatori, che hanno reso possibile tutto ciò e in particolare ad Ambretta per l'ottima organizzazione e la pazienza.

giovedì 18 ottobre 2012

I miei neolitici su Kultural e quarto indizio per 3069

Ogni tanto gli amici si Kultural mi ricordano che sono anche un'archeologa. Se cliccate sul link qui a fianco (sotto collaborazioni) trovate in home un mio articolo sul periodo che più mi appassiona, il neolitico.


Intanto si avvicina sempre più il 5 novembre, data nella quale accadrà qualcosa che ha a che fare con me e con il misterioso numero 3069.
Di cosa si tratta?
C'è ancora un indizio da indovinare, nascosto nel primo post dedicato a questo enigma.
Il secondo indizio è una parola "mensa". (indovinato da Bardoscuro)
Il terzo indizio è un genere letterario "giallo". (indovinato da Cristina)

Il quarto indizio parte dal terzo. La domanda per indovinarlo è:
Come mai in Italia i romanzi gialli si chiamano così?

martedì 16 ottobre 2012

Ultimo capitolo

Ultimo capitolo.
E' quello che scriverò questa sera o domani.
L'ultimo capitolo di un romanzo.

Con questo fanno 4 le storie lunghe che ho portato fino alla parola fine.
 Il romanzone fantasy dei miei anni dell'università, molto amato e sfilacciato, che rimarrà sempre nel mio cuore, ma che non uscirà dai miei file se non per fornirmi una serie di password super sicure (chi mai può indovinare il nome di un luogo che esiste solo nella mia testa?)
Lord Corvo, il fantasy della mia maturità. I miei personaggi più amati, i miei capitoli più sofferti. Inizio a rassegnarmi all'idea che non vedrà mai la luce, per motivi che, razionalmente, per altro posso capire. Eppure rimarrà unico. Non amerò mai nessun personaggio come Coy, Amrod, Asor e tutti gli altri a cui spero di riuscire a dare una vita, magari, pian piano, un racconto alla volta.
L'uomo che allontanava i draghi. Il mio primo tentativo oltre il fantasy. Un giallo che non è un giallo, con tutto quello che amo, il mio territorio, la storia, i gatti persiani, l'etologia, la fisica quantistica, le leggende.Tutto un po' mescolato, alla ricerca di un equilibrio un po' precario. Da questo qualcosa ne uscirà, spero. Intanto il protagonista, Padre Marco, arriverà nelle librerie con un racconto, tra qualche mese.

E poi c'è questo, di cui ancora il titolo mi manca.
Nei prossimi giorni, magari racconterò le due o tre cose che ho imparato scrivendolo. Per adesso, a caldo, posso dire che ho sperimentato una strategia nuova. Dal romanzone senza titolo a L'uomo che allontanava i draghi sono passati più di dieci anni.
Questo, è nato come idea a febbraio di quest'anno. Un racconto "apribottiglia", che mi ha ricordato quanto amo la tarda repubblica romana e quante cose ci sono da raccontare su quel periodo. Da febbraio a luglio documentazione. Da luglio a oggi 35 capitoli.
Uno sceneggiatore di fumetti che stimo, Alex Crippa, ha detto a una presentazione che per fare certi lavori non bisogna essere appassionati, bisogna essere ossessionati.
Io da questa storia mi sono lasciata ossessionare. Ho deciso coscientemente di farmi travolgere. E quindi di dedicarle ogni singolo istante libero. Chiudevo gli occhi ed ero là, nell'Antica Roma a sentirne gli odori, i suoni, a cercare cosa ancora non conoscessi e a chiedermi dove potevo reperire le informazioni. Ogni momento libero l'ho passato scrivendo. Prima dell'inizio delle lezioni, anche 6 ore al giorno.
Mio marito ha dovuto sopportare, letteralmente l'invasione delle legioni romane. Catullo in mezzo ai libri di cucina. Romanzi ambientati nell'antica Roma in bagno. Deliri di sua moglie sul conto degli anni e la scansione oraria della giornata. E per fortuna c'è il computer. Così ho tappezzato solo il mio desk di cartine e immagini e non tutta la casa.
Così a caldo, mi pare un metodo poco raccomandabile, ma funzionale. Essere così completamente concentrata mi pare abbia impedito alla trama di sfuggirmi di mano, i capitoli sono nati uno dopo l'altro fluidi, uniformi e senza incongruenze interne.
Mi spaventa quasi l'idea di arrivare alla parola fine. Dopo che il mio tempo è stato completamente fagocitato da questo progetto, guardare fuori e costringermi a vedere quello che mi circonda e non il paesaggio del I secolo a.C. mi sembra persino strano.
In qualche modo dovrò distaccarmene, allontanarlo e poi guardarlo con freddezza, analizzarlo, correggerlo.
Domani.
Oggi sono ancora qui, nell'estate del 78 a. C. Guardo il cielo di Roma e già ne sento nostalgia.

lunedì 15 ottobre 2012

Porte chiuse

Precari.
Sull'orlo del baratro, perfettamente in equilibrio tra lavoro e disoccupazione.
Precari della scuola. Programmati a non programmare. In eterna attesa dell'arrivo degli "aventi diritto" figure che potrebbero con più legittimità occupare la tua cattedra. Forse come i tartari di Buzzati si faranno vivi ad anno scolastico finito, forse domani busseranno alle porte.
C'è il TFA per abilitarsi, ci dissero. Finì nell'epopea della triglia, di cui ho dato conto qui. Si passava con 21 e ho fatto 20 punti.
C'è il concorso, ci dissero.
Per farlo, pare, bisogna essersi laureati nell'anno accademico 2002/2003 o prima. Io mi sono diplomata nel 1999, ho fatto una laurea quadriennale, fate un po' voi i conti.
Ma, forse, tutto questo è comunque inutile.
Lavorate troppo poco, ci dissero.
Adesso pare che da 18 ore di insegnamento si voglia passare a 24.
Così invece di poco non lavoreremo per niente.
Se 18 ore di insegnamento siano tante o poche non tocca a me dirlo. Personalmente starei anche in classe di più se questo volesse dire tornare a fare le copresenze e quindi poter lavorare con piccoli gruppi, ma in ogni caso il mio parere non importa.
Se da 18 ore si passa a 24 e la matematica non è un'opinione, ogni 3 docenti se ne risparmia uno. Non un prof di ruolo che viene licenziato (licenziamenti zero sarà di certo una frase che qualcuno in alto pronuncerà), ma un precario che l'anno prossimo non verrà chiamato. Così non si dovranno accorgere a due giorni dall'inizio della scuola, ad esempio, che ci sono 144 cattedre vacanti, com'è accaduto quest'anno. E tutti saranno più contenti?

E così si va avanti, tra regole in continuo cambiamento, come una gara di salto ostacoli in cui le barriere continuano a cambiare posizione e altezza mentre intanto il cronometro corre.
In aula insegnanti i precari di lungo o breve corso iniziano tutti a immaginarsi in quale lavoro alternativo si possano riciclare, in questa crisi che non vuole smettere di mordere, tra le industrie che cadono come le foglie.
E non è proprio un buon segnale quando in molti iniziano a dire che, forse, è più facile per te diventare una scrittrice vera che non una prof vera. Perché non stanno considerando il tuo (vero o presunto) talento, ma solo una statistica che dice che una strada è improbabile, l'altra quasi impossibile...

giovedì 11 ottobre 2012

Scrittevolezze - regole frangibili

Negli ultimi tempi, girovagando, mi sono imbattuta in moltissimi siti che trattano di tecniche di scrittura.  Alcuni li ho trovati molto gradevoli, altri presentano una serie di regole come diktat o comandamenti di una religione della scrittura di cui sono gli unici depositari.
Da queste peregrinazioni sono riemersa con alcune considerazioni che volevo condividere.

Giusto ieri mi è capitato di leggere sul sito di Franco Forte una sacrosanta verità. Se mi perde un rubinetto chiamo l'idraulico, dunque se devo aggiustare un testo, sarà bene che mi rivolga ad un editor qualificato. Spesso invece non è chiaro di questi profeti di bella scrittura, da quale pulpito provengano. Chiarezza vorrebbe che si percorressero due strade. O si ha un curriculum consultabile che spiega quale professionalità spinga a scrivere un dato post o si sta solo discutendo un'opinione che può essere condivisa o meno, come sto facendo io in questo momento, consapevole di non avere in tasca alcuna verità.

La seconda cosa che mi è venuta in mente è che regole e tecniche di scrittura esistono, vanno conosciute e, il più delle volte, applicate, ma la letteratura non è matematica e pertanto ogni regola è frangibile.
Pensavo alla prima e più semplice regola che ci viene insegnata.
Mostrare, non raccontare.
Significa che devo mostrare l'azione in modo che il lettore arrivi autonomamente a formulare un giudizio. Non dire "Tizio era spaventato", ma far sentire al lettore la paura di Tizio. "Tizio mosse un passo incerto, la sua gamba tremava e le mani erano bagnate da un sudore freddo. Non sapeva cosa si nascondesse dietro l'angolo, ma era di certo terribile".
Non sono brava con gli esempi, ma ho reso l'idea.
Mostrare, non raccontare è un'ottima regola.
Tuttavia mi rendo conto di non riuscire ad applicarla sempre. Sopratutto sui racconti che, essendo tali, hanno delle esigenze di brevità. Allora ho ripreso in mano dei romanzi che giudico buoni e mi sono accorta che nessun autore applica sempre questa regola. Ci sono i momenti in cui si sofferma a farci respirare l'atmosfera, a farci sentire le emozioni dei personaggi o a farcele dedurre dai loro comportamenti e altri in cui ci viene data un'indicazione e si passa velocemente oltre.

Ho il fondato sospetto che in scrittura tutte le regole debbano essere frangibili. Vanno conosciute, ma un buono scrittore sa quando applicarle e quando, semplicemente, fregarsene.

Cosa ne pensate?


martedì 9 ottobre 2012

3069 - Terzo indizio

Questo è semplicissimo.

Il colore che in Italia identifica un genere letterario.

Ricordo che il secondo indizio "Mensa" è stato indovinato da Bardoscuro.

Il primo indizio si nasconde ancora tra le domande di questo post. Per capire quale sia, potete rileggere con attenzione il post precedente a questo.

Con l'insieme degli indizi potrete identificare un evento che accadrà ai primi di novembre.

lunedì 8 ottobre 2012

Scrittevolezze - Lavorare su personaggi non originali - tra fonti e stereotipi


Scrittevolezze è la rubrica che si occupa di questioni di scrittura.
Non ha alcuna pretesa di autorevolezza. Di solito parto da un problema che sto affrontando (e che magari non so risolvere) per offrire uno spunto ad altri scrittori e aspiranti tali.

Di questi tempi sto lavorando su personaggi non miei. Mi sono gettata nell'Antica Roma e quando ne riemergo vado dalle parti di Baker Street, dato che sto imparando a scrivere gialli e l'apocrifo Sherlockiano mi sembra un ottimo modo per farlo.
Il problema principale con questi personaggi è che oltre alle fonti primarie, abbiamo a che fare tutto un substrato di idee più o meno apocrife che si sono sedimentate sul personaggio, fino a renderlo irriconoscibile. L'esempio di Sherlock Holmes è tipico. Tutti abbiamo in mente un tizio impassibile col cappellino e la pipa. Peccato che Doyle, che l'ha inventato, non gli abbia mai messo in testa il cappellino, gli abbia fatto fumare di tutto, non necessariamente la pipa e che non l'abbia descritto poi così impassibile. Quando nel 2009 uscì la nuova versione cinematografica, molti si stupirono (sconvolsero) per un Holmes che faceva incontri di boxe clandestini. La cosa buffa era che quel film si era allontanato parecchio dal personaggio letterario, ma su quel particolare aveva ragione. L'Holmes di Doyle fa boxe e sembra proprio il tipo da non disdegnare anche incontri illegali. Il particolare, dunque, era aderente alle fonti, ma non al substrato sedimentatosi.
Più difficile ancora è quando vado a lavorare sull'Antica Roma. Al momento, tra i vari personaggi ho per le mani Giulio Cesare, arcinoto. L'idea che ne abbiamo in mente è una via di mezzo tra i vecchi ricordi del De Bello Gallico e il Giulio Cesare di Shakespeare. Un tizio sui 50 anni famoso per le imprese belliche. Peccato che io scriva di un Giulio Cesare a 22 anni. Le fonti storiche ce lo descrivono come un giovanotto alla moda, cagionevole di salute, più interessato a pettegolezzi e amori che alla carriera militare che, di fatto, non esisteva proprio.
E qui sorge il problema. Scrivere rimanendo fedeli alle fonti, alla propria interpretazione del personaggio (indispensabile per muoverlo in maniera coerente) e tuttavia farlo rimanere riconoscibile al lettore. Nel caso particolare dell'Antica Roma, dove, per via dell'ambientazione ho un sacco di personaggi famosi molto giovani, il mio tentativo è cercare di raccontare dei ragazzi che potrebbero diventare gli uomini che abbiamo in mente, ma che non lo sono ancora. E, cosa più importante, che non sanno che avranno quel destino. Il mio Giulio Cesare non può prevedere che un giorno si troverà a conquistare le Galli e a diventare padrone di Roma. Cicerone vorrebbe diventare un oratore famoso, ma non ha garanzie di successo, Catone Uticense sicuramente non vorrebbe sapere di dovere morire suicida.
Qualcun altro di voi ha lavorato con personaggi storici o non originali? Che problemi ha incontrato?

venerdì 5 ottobre 2012

Fantarealtà - Storie di boa

Fantarealtà è la rubrica che si occupa di storie talmente strane che neanche uno scrittore potrebbe inventarle



Il boa di Bolzano
(vedi foto)
La pensionata  che vedete di fianco al carabiniere abita nel mio paesello. Dietro al paesello ci sono i boschi, di questa stagione nei boschi ci sono i funghi. La signora è andata dunque nel bosco, sconfinando nel comune vicino (Bolzano Novarese) e invece di un porcino...
Ha subito cercato un baldo aiuto e le è stato consigliato di non bere troppo già di mattina presto.
Ha chiamato i vigili del fuoco, dai quali ha ricevuto lo stesso consiglio, dopo, pare, una lunga attesa telefonica.
Ma non c'è nulla di più tenace di una pensionata di paese.
E' andata dai carabinieri, insistendo finché non l'hanno portata dal maresciallo. Questi ha cercato di spiegarle che procurato allarme è un reato grave. Forse era meglio bere qualcosa, calmarsi. Niente da fare, la signora ha preteso di andare nel bosco col maresciallo, subito, il boa avrebbe potuto fuggire! A questi anziani, magari non ha preso i giusti farmaci, questa mattina, avranno pensato...
La conclusione della storia la vedete dalla foto. Lui, il boa, pesa 14kg ed è lungo 2,5m. Pare che, poveretto, sia stato abbandonato. Se non fosse stato recuperato non avrebbe passato la notte. Mi dicono che adesso è in un rettilario e si stanno occupando di lui.
Al bar da due giorni non si parla d'altro, ma, chissà perché, io sembravo l'unica preoccupata per il boa

I boa e il finanziere
C'era una volta un finanziere sospettoso e un'azienda sospetta. Fiutando la frode fiscale, il finanziere è andato a ispezionare l'azienda. Il proprietario, con tranquillità, ha accompagnato il finanziere nel luogo dove erano custoditi i documenti: proprio sotto i 14 boa.
Il finanziere non si è perso d'animo. Ha trovato i documenti.
L'industriale è stato incriminato per evasione fiscale e mancata denuncia di 12 boa.
2 erano regolari.

Chissà se anche il boa di Bolzano è un custode di documenti compromettenti licenziato?
Brutti tempi se anche i rettili a custodia di un tesoro perdono il posto!

giovedì 4 ottobre 2012

Letture alla rinfusa

Mentre sui film mi illudo di poter dare una parvenza di giudizio critico (illusione che mi sono guadagnata cadendo, letteralmente, sulle scarpe di Bellocchio ad un premio di critica cinematografica), per quanto riguarda i libri, non leggo abbastanza per mettere giù più di un giudizio personale e arbitrario. Comunque, sul mio divano, tra i gatti e i draghi, negli ultimi tempi sono passati:

Come l'acqua che scorre
Marguerite Yourcenar
Per me la sua è la prosa più elegante di sempre. L'ultima rappresentante del grande romanzo francese, dai suoi predecessori ha preso la capacità d'analisi e come, e anche più, di Balzac, riesce a mettere cuore e anima ai suoi personaggi. Come l'acqua che scorre raccoglie scritti che non sono i suoi capolavori.
Anna, soror... è uno scritto giovanile, forse imperfetto. Eppure mi è rimasto dentro, con le sue passioni che implodono invece di esplodere e il clima opprimente del seicento napoletano in cui i personaggi si muovono.
Da leggere, come tutta la Yourcenar, sempre e comunque.

I favoriti della fortuna
Colleen McCullough
Dato che ultimamente i miei viaggi mentali mi portano a vagare tra l'antica Roma e Baker Street, non potevo esimermi dalla lettura di questa versione della storia romana ridotta a telenovela.
Ascesa e caduta di Silla e giovinezza di Cesare secondo la McCullough, che se non altro ha fatto bene i compiti a casa. Gli eventi riportati sono quelli reali, nulla da dire. L'attenzione è tutta su amori e intrallazzi e ci può anche stare. Peccato dal quadro storico siano sparite alcune cose. Qualsiasi riferimento culturale/filosofico, anche minimo. Qualsiasi riferimento a amori/storie omosessuali. E qui l'ammiro. Mi spiego. Per raccontare senza modificare gli eventi una storia in cui il protagonista (Silla) dichiara pubblicamente di avere come amante un attore e il secondo personaggio più importante (Cesare) era definito "moglie di tutti i mariti e marito di tutte le mogli" e togliere tutti i riferimenti a questi fatti, ci vuole una certa perversa abilità.
E' sparito ogni spessore ai personaggi. E tutti si sposano solo (o quasi) per amore. Anche chi lo fa sette o otto volte.
Il risultato? Una lunga sfilza di nomi di persone che si accoppiano, si combattono, si ammazzano, senza che ne sia ben chiaro il motivo e senza che al lettore importi poi molto di loro. L'ho trovato un volume di rara noia. Però è in libreria da più di dieci anni e continua a vendere e questo dà da pensare...

mercoledì 3 ottobre 2012

3069 - Secondo Indizio

Il secondo indizio per capire che cosa significhi 3069 è una parola.

Per questa parola ci possono essere molte definizioni. Quella più legata al mistero di 3069 stesso è:

"Un antico antenato della pizza"

Quale sarà la parola? E in che modo è connessa al numero misterioso?