"Stenderò il mio rapporto come se fosse una storia. Mi è stato insegnato, quand'ero bambino, sul mio pianeta natale, che la Verità è una questione di immaginazione" U.K.Le Guin - La mano sinistra delle tenebre
sabato 9 marzo 2013
Letture - La legge delle Lande, B. Sanderson
Sono strani giorni, per me, questi (di cui farei volentieri a meno e le altre persone coinvolte ne farebbero a meno anche più di me). Non riesco a fare nulla, ma leggo molto. La spiegazione è semplice: passo molto tempo nella sala d'attesa di Neurochirurgia, a Novara, di cui conosco a memoria ogni sedia, in attesa di notizie varie.
Non sono in condizioni di fare altro che buttarmi tra le pagine di un libro, che, per servire allo scopo deve essere allo stesso tempo appassionante e poco impegnativo.
Dato che oggi è finalmente sabato e ho avuto il cambio da altri parenti, mi concedo il lusso di dilungarmi su quello che è stato il mio compagno in questi giorni: La legge delle Lande, di B. Sanderson
Sanderson, maledetto lui, è la persona che mi ha fatto smettere di scrivere fantasy. Perché mi ha fatto capire due cose: come va fatto un fantasy oggi e che io non sono in grado.
Sanderson non è (ancora) uno scrittore perfetto, anche se migliora ad ogni libro. E' del '75, vale a dire che ha 5 anni più di me, stilisticamente è migliorabile e tende ancora a costruire i personaggi come funzioni della storia. Ma per quanto riguarda ambientazioni e trame è un passo davanti a tutti, compreso il tanto osannato Martin.
Questo libro ne è l'ennesima prova.
Come si fa, di solito, un sequel fantasy? Si ripropone quello che la volta precedente aveva funzionato.
Sanderson fa esattamente il contrario.
Il suo mondo è andato avanti.
Sono passati circa 300 anni dalla fine de "Il Campione delle Ere", anche se in modo del tutto inaspettato, il mondo è stato salvato e l'universo di cenere e nebbia che aveva dato vita all'Ultimo Impero non esiste più.
Trecento anni dopo ci muoviamo in una sorta di 1800 alternativo. C'è una metropoli dove da poco è arrivata l'elettricità, ci sono pistole e treni a vapore. Intorno le Lande, distesa dal forte sapore western. Degli eventi di trecento anni prima la popolazione ha memorie confuse e tutta una serie di religioni è sorta per giustificare i fatti. La complicata magia basata sull'utilizzo del metallo si è diluita. Non esistono più i potentissimi "Misborn", capaci di usare tutti i metalli, in compenso esistono individui in grado di usare per un solo o due metalli i due principali sistemi magici, creando una ricca e imprevedibile varietà di opzioni. Con un approccio scientifico a tali poteri alcune conoscenze si sono approfondite, altre sembrano dimenticate.
In questo nuovo mondo si inserisce la vicenda di Wax, che dopo anni trascorsi nelle Lande in un ruolo simile a quello degli sceriffi del west, torna in città per svolgere il suo compito di erede di una principale famiglia. Niente più scontri a fuoco, ma cerimonie formali e un matrimonio d'interesse.
Ovviamente la città non è meno selvaggia delle Lande e Wax si troverà molto presto a rimettere mano alle pistole.
Sanderson aveva concepito il racconto come a se stante e autoconclusivo, ma ha ammesso di essersi fatto prendere la mano. Come d'abitudine con lui, la storia fila che è un piacere e si conclude con un bel colpo di scena. Lascia aperte una gran quantità di domande e una gran voglia di leggere ancora.
Ad ogni sua nuova opera vedo che Sanderson sta migliorando in quegli aspetti che sono tutt'ora i suoi punti deboli. La scrittura è fluida, anche se ancora un po' grezza nelle scene d'azione e i personaggi iniziano a farsi più sfaccettati. Quello che è davvero da dieci e lode è l'ambientazione, lontanissima dagli stereotipi del fantasy, perfettamente coerente, eppure diversissima, con quanto letto nei tre romanzi precedenti.
Da leggere, quindi, anche per chi non conosce la trilogia originaria. La legge delle Lande ha infatti il grandissimo pregio di non svelare nessuno dei molti (sorprendenti) colpi di scena dei libri che la precedono.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Caspita ne parli così bene che mi fai venire voglia di darci un'occhiata. Non conosco quest'autore. Io con i fantasy ho un rapporto strano: siccome le ambientazioni di solito mi stancano (è vero sono sempre uguali, il medioevo ecc.), allora il libro o mi attira subito, o non riesco a leggerlo. Secondo te Sanderson si può dare in lettura alle superiori? Te lo chiedo perché, cercando di suggerire titoli a mio marito prof, sono sempre alla ricerca di libri interessanti da offrire ai ragazzi.
RispondiEliminaInvece mi spiace per la tua famiglia, capisco che sia straziante l'attesa in ospedale, che è un luogo da cui tutti vorrebbero stare alla larga. Ti sono vicina! Un abbraccio e un augurio ai tuoi cari!
Beh, Sanderson non è alta letteratura, però si legge che è un piacere e di sicuro siamo lontanissimi dal solito medioevo fantasy. Credo che questo volume, che è (più o meno) autoconclusivo, si possa consigliare in un biennio superiore
EliminaScusa Tenar sono fuori tema ma voglio solo farti un "in bocca al lupo" per il momento che stai passando! Un saluto!
Elimina