I - Chi è Gabriele, il ragazzo protagonista, insieme a Padre Marco del romanzo La roccia nel cuore ?
G - Un quindicenne atipico, appassionato di fisica nucleare, ateo, nervoso e perennemente in cerca di risposte alle proprie domande.
I - Il titolo del romanzo, La roccia nel cuore, si riferisce a te?
G - Sì. Sono il ragazzo meno considerato della scuola, il mio compagno di classe, quello bello, atletico, simpatico, sempre al centro dell'attenzione, muore. Non dovrebbe importarmi, io del resto l'ho sempre odiato, no? E invece c'è questa cosa, a metà tra tristezza e dubbio, che mi si pianta dentro, dura, come la roccia granitica che sovrasta il mio paese. Non si può vivere con una roccia dentro. E per scioglierla devo distruggere i dubbi che l'hanno formata e capire com'è morto il mio compagno.
I - Tu sei un ragazzo quindicenne appassionato di fisica, la tua autrice è una trentenne laureata in archeologia, cos'avete in comune?
G - L'irrequietezza. Non riesco a tener fermo corpo e cervello, devo fare, pensare, agire. E mi piace capire il funzionamento delle cose. E spesso mi sento del tutto fuori luogo, stonato in qualsiasi ambiente e salvato solo da un'ironia caustica che non tutti apprezzano. Esattamente come la mia autrice.
I - A che cosa ti piace paragonarti?
G - Al protone, la particella subatomica dotata di carica positiva che col suo numero rende ogni elemento ciò che è.
I - Con questi discorsi non ti sarà facile far colpo sulle ragazze.
G - No, purtroppo.
I - Cosa pensi di Padre Marco?
G - E un adulto e un prete, dovrei diffidare di lui, ma sembra l'unica altra persona disposta a cercare la verità. E' come l'elettrone, qualcosa di distante, che non capisco, che ha carica opposta alla mia, ma non posso fare a meno di esserne incuriosito.
I - Ci racconti una scena tagliata che ci dia un'idea del tuo carattere?
G - Ho un gatto, Oro, un persiano indolente. E' proprio come un metallo nobile, non reagisce a nulla, ma è un ottimo conduttore (di pelo che finisce dove non dovrebbe). Gli metto una scatola sopra, lui neppure si sveglia, ma io inizio a pensare che potrebbe essere al contempo vivo e morto, come il famoso gatto shroedinger e penso che si può vivere anche con dei dubbi. Anche se alla fine non mi fido, sollevo la scatola e constato che il gatto sonnecchia in uno stato di semi incoscienza e in effetti si può dire che è contemporaneamente sia vivo che morto.
Mi ha molto colpito l'idea del gatto di Schroedinger, guardi per caso anche tu: "The big bang Theory"? In ogni caso penso che il tuo patato persiano abbia parecchio ispirato Oro!
RispondiEliminaComplmenti ancora e Buoa Pasqua Tenar a te Nik ai vostri amici e parenti!
Oro, di tutti i personaggi, è l'unico con una corrispondenza diretta con la realtà. Nik è un gran fan di "The big bang theory", ma, dato che Gabriele è appassionato di fisica, il gatto di Schroedinger è un must!
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