sabato 30 dicembre 2017

Star Wars – Gli ultimi Jedi, ovvero "Il bigino della forza" – Visioni


Premessa numero uno: sono nell'animo più trekker che starwarsiana, ma per frequentazioni ho finito per conoscere meglio l'universo di Star Wars. Non ho perso un film, quindi, conosco annessi e connessi, teorie e, a questo punto, plurimi universi espansi, ma ne percepisco poco la mistica.

Premessa numero due: eravamo chiusi in casa da giorni con l'influenza. Non andavamo al cinema da un anno. Avrei apprezzato questo film anche se fosse saltato fuori che Luke Skywalker si era riciclato come pornodivo per Hutt.

Concluse le premesse, il primo tempo di questo film è il delirio di uno sceneggiatore ubriaco.
La domanda che continua a risuonare nella mia testa è "perché?"
Insomma, sappiamo tutti dove si deve andare a parare: la giovane promessa ha trovato Luke, che è in esilio volontario e, tormentato da qualcosa che ha fatto/non ha fatto/pensato non la vuole addestrare, ma la ribellione è allo stremo, la giovane rampolla è l'unica speranza e Luke la dovrà addestrare. Nel mentre nella ribellione allo stremo sorgeranno nuovi eroi.
Se tutti sappiamo dove dobbiamo andare a parare, perché?
Perché, innanzi tutto non avete preso per i nuovi ruoli gente che sapesse recitare? Per non far sfigurare una vecchia guardia già mummificata?
Perché i dirigenti del nuovo ordine sono tutti tanto cretini da far rivalutare la classe dirigente italiana?
Perché buttare nello spazio e riportare indietro Leia con una delle scene più brutte di sempre?
Perché perdere tempo in una digressione di rara inutilità, che parte in modo altamente improbabile (la telefonata intergalattica all'usufruitrice della forza), continua in modo peggiore e ha l'unico scopo di far arrivare un anello a un bambino?
Perché, dico io, perché risparmiare sempre sulla sceneggiatura?
Nella prima parte di film, nonostante le pulcinelle di mare galattiche (per chi non lo sapesse, la pulcinella di mare è il mio animale preferito) e le suore pesce, che sono buffe quanto basta, non funziona niente. È tutto fuori fuoco, privo di ritmo e in definitiva inutile. L'unica cosa che si apprende e che il Primo Ordine è governato da un branco di deficienti e che se, nonostante questo, la ribellione è messa così male un motivo ci sarà.

Poi, a un certo punto, sembra che regista e sceneggiatori si siano resi conto che bisognava comunque mandare avanti la baracca nell'unico modo possibile. Luke si rassegna, la fanciulla impara, la ribellione si arrabatta e miracolosamente le cose migliorano.
A livello visivo il film ti piazza lì alcune sequenze oggettivamente belle, come il combattimento nel deserto di sale che rimane comunque memorabile, e a livello di trama qualche guizzo spiazzante. Se c'è una forza che il film ha è nel non rispondere a nessuna delle legittime domande dello spettatore o a rispondere in modo contrario rispetto a quanto fatto nei film precedenti.
Lo ammetto, da miscredente ho apprezzato la sistematica distruzione del mito dei Jedi. 
Gli Jedi sono quei tizi che, consapevoli che nella galassia vi sono individui in grado di incanalare la Forza e che questa capacità si trasmette anche per via genetica, decidono di raggruppare tutti coloro che hanno questa capacità in un ordine di monaci che fanno voto di castità. Ah, poi si lamentano che sono sempre meno...
Joda è quel tizio che, tra una frase a effetto e l'altra, affida il futuro Vader a un giovincello appena diventato cavaliere e non si accorge che Palpatine, a due isolati dal suo tempio, sta diventando imperatore.
Va da sè, quindi, che un bel rogo al luogo sacro Jedi mi risulti benvenuto.
Certo, forse si è un po' esagerato.
Trilogia prequel: servono decenni per diventare un Jedi. Anakin ormai è troppo vecchio per iniziare l'addestramento.
Trilogia classica: Luke, non andartene dopo solo qualche settimana di addestramento intensivo da parte di Joda, è troppo presto.
Nuova trilogia: ti insegnerò tutto in tre lezioni. Facciamo in due, dai.
Il bigino della forza, come diventare maestro jedi in un fine settimana al mare.
Ma, del resto, questo, temo, è un segno dei tempi. Studiare non serve proprio più a niente. Neppure a maneggiare una spada laser.

9 commenti:

  1. Amore è anche accompagnare il marito - nel mio caso - a vedere Star Wars sapendo che bene che vada mi addormenterò e male che vada mi annoierò. E niente, non essendomi appassionata da ragazza ora non capisco un tubo, fu così per il precedente, Il ritorno della forza credo fosse il titolo, Emanuele tentò di riassumere la saga mentre si andava al cinema e durante la proiezione in parte ronfai. Non ho ben capito se questo ti sia piaciuto.

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    1. È proprio amore!
      Fai felice il marito: guarda con lui la trilogia originale, al di là di tutto, almeno i primi due film sono belle pellicole e Harrison Ford giovane vale sempre la pena!

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    2. Prima o poi compreremo il famoso cofanetto che ci guarda ogni qualvolta, come oggi, si va a comprare un dvd per la serata. Sandra

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  2. Tenar mi trovi daccordo al 100%, ottima recensione!
    un saluto!

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  3. Non ho visto né questo né il precedente, ho comunque letto recensioni varie e la tua: peccato quando si ha un film con dei momenti di ?????, perché significa che la sceneggiatura è stata scritta a minchia XD

    Moz-

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    1. In alcuni punti è il deliro di uno sceneggiatore ubriaco ed è assolutamente un peccato perché le potenzialità c'erano eccome.

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  4. Sì, devo dire che il corso rapido per diventare Jedi in tre lezioni ha lasciato perplessa anche me.
    L'impressione generale è che succedessero cose a caso: sono uscita dal cinema domandandomi se per caso io mi fossi persa qualcosa della trama, ma almeno la tua recensione mi ha confermato che non era un problema mio.

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    1. Meno droghe e alcool agli sceneggiatori e magari ne sarebbe uscito un bel film.

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