mercoledì 27 dicembre 2017

Volevo un gatto nero


Natale ha portato due arrivi inattesi. 

Uno, a dire il vero, assai sgradito: l'influenza intestinale di massa. Una sorta di piaga biblica che ha colpito tutti, dalla pupattola ai nonni passando per il cuginetto e, in ultimo, gli zii. Ho provato la non gradita ebrezza di sentirmi moribonda e costatare di essere quella messa meglio in casa. Tra montagne di panni da lavare e chili di leccornie che stanno andando a male in frigorifero (purtroppo non tutto si poteva conservare e la prontezza di congelare è mancata al momento giusto) ancora non so vedere l'unico lato positivo: sono riuscita a dimagrire per Natale. Non che il risultato si prospetti duraturo. Ho tutta l'intenzione di recuperare appena possibile, anzi, con la scusa di aver saltato alcuni pasti topici credo che non mi porrò alcun limite.
Non è questo, tuttavia, l'arrivo inatteso che da il titolo al post.

Appena prima che si scatenasse l'Apocalisse, il Nik mi torna a casa con qualcosa di nero in un trasportino.
Appena questo viene aperto ho una fuggevole visione di un'ombra che si rintana dietro a un mobile.
Ecco, del nuovo abitante della casa non so ancora molto più di questo.
Si tratta di una figura misteriosa e dall'oscuro passato.
Non mi è chiaro quale tam tam abbia portato fino a mio marito, se non la segnalazione che qui si aveva già esperienza di persiani (che non sono esattamente gatti standard).
Di sicuro questo persiano viene da un'esperienza traumatica e aveva la necessità di cambiare presto casa, ma non siamo certi che la precedente residenza sia stata la sua unica residenza. L'idea che ci siamo fatti è che non abbia avuto un passato facile, a riprova che la bellezza non dà la felicità. Neppure ai gatti.
I fatti accertati sono che si tratta di un giovane adulto di pura razza persiana, a quanto dicono i documenti sanitari sano, e spaventatissimo.
Al momento non sappiamo neppure se riuscirà ad adattarsi alla nostra famiglia e alla pupattola in particolare o se dovremo trovargli un'ulteriore sistemazione. 
Per intanto gli abbiamo messo a disposizione una stanza tutta per lui dove la pupattola non entra e il Nik sta iniziando un lento lavoro di domesticazione. L'obiettivo primario è che riprenda a mangiare con regolarità e si lasci toilettare (cosa che per un persiano è fondamentale, perché se il pelo si annoda rischia di lacerare la pelle). Dato che ci è stato detto che è terrorizzato dalle donne io proverò ad avvicinarlo solo nei prossimi giorni.
Il nome? 
La questione è dibattuta.
Prima di arrivare da noi stava in un allevamento dove, però, era bullizzato dagli altri maschi e non riusciva ad adattarsi alla loro presenza (da qui la necessità di un trasferimento). Là era chiamato "Orlandino". 
Nicola è dell'idea che possa ricominciare da capo con un nuovo nome: Calibano.
Mia suocera, che non lo dice, ma non vede l'ora di entrare nel programma di domesticazione, ha già deciso che lo chiamerà solo Nerone.
Quindi al momento è denominato Orlando Calibano Nerone. O.C.N.
Non so se si è intuito, ma in tutta questa vicenda io non ho alcuna voce in capitolo, anche se ovviamente tifo per una stabilizzazione di Orlando Calibano Nerone nel posto vacante di persiano di famiglia.


15 commenti:

  1. Noi abbiamo Salem ed è un gatto nero. A sua volta battezzato Nerina, per cui ti capisco. Prendiamo il meglio, che il peggio ce n'è fin troppo, feste comprese.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Salem è un bellissimo nome, anche se incute un po' di timore!

      Elimina
  2. La vostra domesticazione segue lo stesso protocollo della nostra 😂 senza la toeletta però

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sembra funzionare, anche se è ancora terrorizzato da me...

      Elimina
  3. Io dico solo che è meraviglioso, come ogni gatto.
    Buona continuazione di festa.
    sinforosa

    RispondiElimina
  4. Madonna, è stupendo.
    Ma il vero gesto bellissimo da compiere a Natale non è il prendersi cura di questo gatto, ma massacrare tre generazioni intere di chi lo ha maltrattato, iniziando dai bambini (a loro niente torture però, a Natale sono più buono anche io)

    Moz-

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Non credo sia stato maltrattato da bambini. È probabile però che il suo primo proprietario lo tenesse sempre in gabbia, poi è passato in un allevamento troppo popolato. Speriamo che adesso abbia trovato una famiglia.

      Elimina
  5. Noooo l'influenza pestifera a Natale, a noi era successo lo scorso anno e fu tremendo.
    Non sono una gattofila ma capisco l'entusiasmo per il nuovo di casa, ottimo.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Beh, gattofili si nasce e poi se ne pagano le conseguenze...

      Elimina
  6. Ha un'aria molto paciosa a vederlo. Gli auguro di trovarsi bene a casa vostra. A voi dico solo: in bocca al... gatto :-D

    RispondiElimina
    Risposte
    1. È la creatura più timida che abbia mai visto. Però inizia a fare progressi.

      Elimina
  7. Questa del gatto è una bella storia natalizia! Sono contenta che lo abbiate adottato!

    RispondiElimina
  8. Bellissima creatura, non dubito che riuscirete a farla stare bene, in un modo o nell'altro. :)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Al momento ha preso possesso di quello che era il mio studio...

      Elimina
  9. Anche io ho un gatto nero :D
    Bello peloso, il tuo, immagino quanti peli lasci in giro...

    RispondiElimina