Giacché questo è l'anno degli imprevisti è bene non vendere la pelle dell'orso prima di averlo catturato.
Quindi forse, se, se, se, se... giovedì partirò per uno di quegli eventi che nella vita di una mamma sono rari e memorabili quanto le eclissi solari. Un fine settimana con un'amica!
L'occasione? Ovviamente eccezionale: la partecipazione al Mystfest di Cattolica in quanto membro della pregiuria che ha aiutato a individuare i dieci racconti finalisti del Gran Giallo Città di Cattolica.
Ecco, quella di leggere i racconti partecipanti a un concorso è un'esperienza che, almeno una volta, chiunque voglia scrivere a livello professionale dovrebbe fare.
Innanzi tutto perché è un rapido bombardamento di stili diversi, idee narrative e personaggi. Il Gran Giallo Città di Cattolica è tra i più prestigiosi concorsi per racconti gialli presenti in Italia. Tutti partecipanti, tranne i più sprovveduti, sanno che non basta un buon racconto. Ce ne vuole uno memorabile, che catalizzi l'attenzione della giuria e spicchi tra tutti gli altri (tanti) partecipanti. Quindi ogni autore si ingegna cerca trovate, strategie, personaggi . Non tutto funziona, ma è come fare un corso di scrittura accelerato. Da fuori, poi, è molto più facile capire cosa funziona e cosa no.
È un bel bagno di umiltà. Ci sono racconti che, dal mio punto di vista, giocavano a un altro campionato. Un campionato, purtroppo, a cui non ho (ancora) avuto accesso. E non fatevi abbagliare dal mio tono tranquillo. Il mio ego di scrittrice di racconti è piuttosto imponente. È il genere che frequento di più, che amo di più, di cui pubblico di più. Come scrittrice di racconti io mi sento brava. Ma alcuni lo sono più di me. E mi piange il cuore all'idea che il vincitore sia uno solo. Mi fa anche bene, però. Nella rosa dei finalisti ci sono racconti che ho amato tantissimo e tra cui non saprei scegliere. Per fortuna persone più qualificare di me avranno il compito di stabilire una graduatoria. Quindi ogni volta che sono arrivata in finale a un concorso, anche se non ho vinto, ho scritto qualcosa che qualcuno ha amato.
Rappacifica con il mondo dell'editoria italiana. Perché so come ho letto i racconti. Senza sapere chi li avesse scritti, cercando la massima oggettività. Perché so che tutti hanno lavorato come me. E quindi no, non è vero che è tutto un magna magna e che tutto è pilotato. Questi sono bravi. Tanto.
Da uno spaccato del nostro tempo che non mi aspettavo mi arrivasse con questa forza. La maggior parte die racconti, suppongo, sono stati scritti durante la pandemia. Molti sono ambientati in questi mesi di panademia, ma, al contrario di quanto capitava l'anno scorso, il virus non domina mai la narrazione. La nomina la stanchezza, la tristezza. I protagonisti quest'anno sono per lo più investigatori già sconfitti dalla vita, perché, comunque vada, la felicità è a loro preclusa. Ho perso il conto dei racconti in cui il protagonista ha subito un gravissimo lutto famigliare, quasi sempre il figlio. È un tema trasversale, si trova nei racconti peggiori come nei migliori. È la tristezza all'ennesima potenza, il lutto più pervasivo e lacerante che possiamo immaginare. Questi racconti, non (solo) i finalisti, tutti quanti formano un canto di lutto collettivo. E questo mi ha toccato e commosso nel profondo.
Il consiglio che darei a chi sogna di entrare l'anno prossimo nella rosa dei finalisti? Non trascurate l'impaginazione. Sembra una sciocchezza. Ma abbiate pietà dei poveri pregiurati che leggono tutte le centinaia di racconti in poche settimane, per lo più alla sera. Un racconto scritto in corpo 8, con interlinea 0,7 e i dialoghi che non è chiaro dove iniziano e dove finiscono non bendispone. Poi cerchiamo di essere oggettivi e distaccati, magari quel racconti dall'apparenza illeggibile è un capolavoro, ma se inizia a farmi tirar giù santi solo per re impostarlo in un formato leggibile!
Intanto i miei migliori in bocca al lupo a tutti e dieci i finalisti. Dire "che vinca il migliore" implica che ci sia un migliore, ma io avrei davvero difficoltà a scegliere
Accettare con sportività l'idea che ci sia qualcuno più bravo di me è un'attività che sono costretto a praticare spesso ;-)
RispondiEliminaComunque la tua obiettività ti permette di essere un buon giudice, sicuramente hai selezionato bene.
L'ordine di Pregiurati conquisterà il mondo! XD
RispondiEliminaIn effetti il termine: "Pregiurati" ha un che di potente!
EliminaUn fine settimana con un'amica? Davvero? Esistono ancora? :-D
RispondiEliminaRicordo quando hai dovuto rinunciare alla settimana di formazione a Collodi, mi è dispiaciuto molto, avrei proprio voluto conoscerti. Io sono partita con pargolo, marito e nonni al seguito...
Li adoro tutti quanti, ma l'idea di una micro-vacanza con amiche mi riconcilia col mondo :-D
Bello conciliare il fine settimana con amica e la partecipazione alla giuria del MystFest di Cattolica. Emblematico il fatto che molti racconti tocchino il tema della pandemia e dell’impatto sulla vita con la sensazione di tristezza generale che ne è derivato. Immagino sia non sia stato facile leggerli.
RispondiEliminaDeve essere una bella esperienza svolgere questo ruolo in un concorso così prestigioso. Quanto all'effetto di trovarsi davanti a qualcuno più bravo, non è proprio piacevole, ecco. Se poi è un autore sconosciuto, peggio. ;)
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