giovedì 19 gennaio 2017

Visioni – Sherlock stagione 4


Per un'appassionata sherlockiana con il difetto di non amare scaricare illegalmente film, telefilm o libri (effetto collaterale dell'apprezzare il pagamento dei diritti d'autore) non avete idea di quale sollievo sia stato Netflix.
Seguire in tempi ragionevoli Sherlock è sempre stata un'impresa, farlo nella legalità quasi impossibile. Fatta eccezione per lo speciale natalizio distribuito al cinema (in solo due date, in poche sale) in tempi ragionevoli, gli altri episodi sono passati in tv dopo eoni e con un doppiaggio che non si può ascoltare. Io sono sempre quella che difende il doppiaggio italiano, abbiamo doppiatori bravissimi, ma la voce attribuita a Sherlock è semplicemente sbagliata. Stridula e isterica, quando nella versione originale è bassa e controllata, modifica il senso stesso di molte scene.
Poterlo vedere in lingua originale sottotitolato a poche ore dalla messa in onda è stato, quindi, meraviglioso.

Difficile adesso recensire questa quarta e probabilmente ultima stagione, difficile persino dire se, al netto delle aspettative e delle paure, mi sia piaciuta. Sono stati episodi strani, che hanno fallito dove pensavo mi avrebbero esaltato e mi sono piaciuti dove pensavo non ci fosse via d'uscita possibile.

Questi tre episodi avevano l'arduo compito di chiudere tutte le molte (troppe) linee narrative aperte e dare una conclusione o, meglio, l'unica conclusione possibile, a una serie che non si sa se e quando potrà andare avanti. Quasi inaspettatamente lo fa, chiude tutti i conti in sospeso, rinunciando ad essere una detective story per focalizzarsi sulla storia del detective e delle persone che più sono vicine. Abbandona totalmente la sua vocazione di serie gialla, lasciando tutti gli elementi di questo genere tra l'abbozzato e l'improbabile, per andare a scavare nella psicologia e nelle motivazioni profonde dei personaggi riuscendo a reggere, su questo fronte, anche gli azzardi più incoscienti.

Il primo episodio, ispirato al racconto "I sei Napoleoni", che qui diventano "Le sei Thatcher" dimostra un paradosso ben noto a chiunque abbia provato a scrivere di Sherlock Holmes. Mary Watson funziona meglio da morta che da viva. Funziona fino a che non è sposata, ma come moglie di Watson è una iattura. E lo scrivo con estremo dolore, perché lei è, nella sua versione originale, così come appare ne "Il segno dei quattro" un bellissimo personaggio. Doyle se ne è accorto subito e quindi prima continua a spedirla da improbabili madri già morte (Mary si presenta come orfana, ma pochi racconti dopo va a trovare la madre) e poi la fa sparire in silenzio il prima possibile. Della sua presunta sostituta non viene mai detto neppure il nome. Questo per una mera questione di ritmo narrativo. Le storie di Sherlock Holmes sono un ellisse a due fuochi, ad averne tre la figura non viene. La si può rigirare come si vuole, Mary o rimane sullo sfondo o diventa un problema narrativo. In questo caso hanno azzeccato l'attrice, perfetta per il ruolo, che non si fa mangiare dai fin troppo carismatici protagonisti, hanno costruito una storia che, per quanto improbabile è in linea con il tono della narrazione, ma non c'è niente da fare, non funziona mai del tutto, se Mary appare troppo il ritmo salta. Questa è la puntata di Mary e su Mary e ha problemi di ritmo. Delle buone idee, dei bei momenti, ma zoppica.
Certo, il pubblico italiano non è aiutato. Il tema della puntata è la leggenda che è all'origine della canzone "Samarcanda" di Vecchioni. E niente, tu guardi la puntata e la tua mente canta "Oh oh cavallo" in sottofondo. E a quel punto col cavolo che ti emozioni.

Il secondo episodio è il più cupo e teso dell'intero serial, pervaso da un'aura di tragedia incombente e disperazione. È tratto dal racconto "il detective morente" che è uno dei racconti più strani e ambigui del corpus sherlockiano, in cui Holmes finge di essere moribondo, ma non è chiaro, neppure lì, fino a che punto il rischio sia calcolato. Tra lui e Watson c'è dell'astio e del non detto più che in qualsiasi altro momento del canone. Questa ambiguità e questo non detto è portato qui ai massimi livelli.
Watson è in lutto ed è furioso, una furia rivolta contro Sherlock e alimentata da tutto il dolore trattenuto e tutto quello che Sherlock, magari con le migliori intenzioni, gli ha fatto in questi anni.
Sherlock è drogato al punto da arrivare a dubitare della propria mente e a non controllarla del tutto. È fragile come mai lo è stato, inerme contro la rabbia dell'amico e assolutamente disposto, nel caso tutt'altro che improbabile che il suo piano non vada a buon fine, a lasciarsi morire.
La parte gialla è imperfetta, anche se alla luce del finale di stagione potrebbe esserlo meno, alla fine la parte improbabile potrebbe essere una mera invenzione di Euros, ma quella emotiva funziona alla grande. Forse il mio episodio preferito, tra i tre, di certo il dialogo finale tra Sherlock e Watson, di rara umanità e delicatezza è tra le cose più belle che si siano viste in quattro stagioni.

Il terzo episodio mette in campo il più improbabile degli elementi narrativi. Il fratello, o meglio la sorella, segreta. Una cosa da far cadere le braccia appena lo si nomina, da far ululare alla luna che gli sceneggiatori hanno raschiato il fondo del barile e poi scavato ancora.
L'inizio per quanto mi riguarda è insalvabile. La prima parte della puntata è la fiera dell'improbabilità con una persona che, per quanto geniale, non si sa come e in assoluta segretezza ha preso il controllo di una super prigione segreta e riesce ad attirarvi le sue vittime con disarmante facilità. Al confronto Moriarty nella torre di Londra con la corona in testa era il massimo del neorealismo.
Accettato l'assunto di base, Sherlock, John e Mycroft si trovano in sotterraneo comandato dalla misteriosa Euros, sbalorditivamente, le cose iniziano a funzionare. Un minuto dopo che hai smesso di crederci, i giochi psicologici iniziano ad acquisire un senso. Si dipinge un giallo, la morte del cane barbarossa (?), il trauma fondante della personalità di Sherlock. E via via che i particolari iniziano ad apparire e si inizia a intuire cosa sia davvero successo e cosa stia succedendo, la cosa inizia a funzionare. Almeno a livello emotivo. 
No, la super base segreta messa ko, Sherlock e John teletrasportati nella casa degli avi continuano ad essere improbabili, ma la sorella segreta, inizi a sospettare che sia stata pensata sin dall'inizio. L'ossessione di Sherlock per l'utilizzo del termine "gioco", le frasi ricorrenti di Moriarty, il primo caso che attrasse Sherlock e lo mise in rotta di collisione con Moriarty, in ragazzino annegato, iniziano ad essere elementi di un quadro più vasto. E arrivi a pensare che la sorella segreta, se se la sono giocata alla fine per chiudere, se la sono giocata bene.
Si arriva a un finale che soddisfa e commuove, fin troppo accomodante verso il pubblico  (la piccola Watson davvero l'avrei evitata, non oso pensare che ne sarà di lei nelle fanfiction, qualcuno la salvi!).
Che sia il finale definitivo oppure no ci si scopre grati per il viaggio, anche se non tutto è stato perfetto, se le sbavature si sono viste e la scrittura ha traballato qualche volta di troppo.

PS: su regia, fotografia e recitazione non dico nulla. Sono il TOP. Con altri attori semplicemente non avremmo avuto la serie Sherlock.

11 commenti:

  1. Io ho sempre guardato la serie doppiata perché non mi piace leggere i sottotitoli e parlano un inglese troppo veloce e stretto e complicato però a me le voci in italiano piacevano!!
    Per il resto mi ricordo che già alla fine della seconda serie pensavo che fosse un finale definitivo e invece poi hanno ricominciato quindi penso che con questa saga non bisogna mai dire mai..

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    1. Io spero che facciano, quando ce ne sarà la possibilità, degli speciali autoconclusivi, sarebbero splendidi regali di Natale!
      È l'unica serie che guardo doppiata perché la voce italiana del protagonista non solo non ci azzecca niente, ma dà proprio un'interpretazione diversa del personaggio. Con Netflix puoi passare da una versione all'altra in un attimo e rendertene conto.
      PS: in questi giorni sono sparita perché non riesco a stare al computer 5 minuti di fila, però poi torno, spero.

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  2. Ho fatto anch'io l'abbonamento a Netflix in tempi recenti, e questa mi manca. Attualmente mio figlio e io stiamo guardando Deep Space Nine, la serie collegata all'Enterprise con Benjamin Sisko e compagni. Tra una stagione e l'altra potremmo guardare Sherlock.

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    1. Star Trek è parte del mio dna, anche se Deep Space Nine è la serie di cui ho visto meno puntate in assoluto.
      Sherlock è composta da ministerie, sono 13 episodi in tutto e la consiglio caldissimamente, sopratutto le prime due stagioni (e poi, viste quelle, come si fa a non guardare il resto?)

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    2. Tredici?! A me ne risultano meno. Aiuto!!!

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    3. 3 episodi per 4 serie più uno speciale...

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  3. Uh che bello me lo guardo! Se c'è anche su Netflix Italia ti consiglio "The OA", abbiamo visto solo tre episodi ma è fatto veramente bene e mi ha fatto ricredere sulle serie originali di Netflix.

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    1. Mi sembra che ci sia. È il tempo che mi manca in questi giorni...

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  4. Ecco una delle serie che vedrò presto. E io che non ho Netflix dovrò ancora attingere ai siti dai quali si può scaricare senza problemi, pur a discapito di un po' di qualità fra suono e immagine.
    Adoro Cumberbatch, che ha una credibilità assoluta in tutto ciò che fa. Conosco la sua voce, non so se lo hai mai visto in quel video, coperto di sensori, mentre girano la scena madre di Smaug nella serie de Lo Hobbit.

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  5. Sono arrivato a metà dell'ultima puntata.
    Spero come hai scritto tu che si risollevi sul finale ma fin'ora è, come hai detto, insalvabile.
    Non solo per il fatto della sorella segreta, che di per sé mi fa passare la voglia, non solo perché 'sta qui fa le stesse cose che faceva Moriarty nella prima serie ma soprattutto perché non è minimamente credibile.
    Ma andiamo, chi è? Saw l'enigmista coi poteri di Killgrave di Jessica Jones?!?!?

    Rimpiango i tempi in cui Sherlock faceva l'investigatore privato; ora è diventato un agente dello SHIELD =(

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    1. Finito di vedere l'ultima puntata.
      Ai miei occhi non si risolleva nemmeno un po', spiacente =(

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