lunedì 8 luglio 2019

Il metodo del coccodrillo – letture


Napoli è una città triste, dove la sfiga, quanto meno, è democratica. Colpisce tutti, vittime, assassini e detective. Non c'è scampo.

Mi sono accorta di non aver mai letto Maurizio De Giovanni e in particolare la serie de I bastardi di Pizzofalcone, da cui nel mentre hanno tratto serie tv e adattamenti a fumetti che mi sono sfuggiti.
Con occhi ancora vergini, quindi, mi sono avvicinata al "romanzo prequel" della serie. Il metodo del coccodrillo. E mal me ne è incorso.

Non vorrei che questa recensione sembrasse troppo una stroncatura. In parte la colpa è mia. Diciamolo subito, Il metodo del coccodrillo è un buon romanzo. È uno di quei romanzi con un'atmosfera precisa, che lo permea dalla prima all'ultima pagina. In questo caso la tristezza. Quindi in parte la colpa è mia, che non sapevo di avere tra le mani un libro tanto deprimente.
Quello che accomuna tutti i personaggi, ma proprio tutti, è la sfiga. Ognuno ha la sua disgrazia. Il protagonista, Lojacono, è stato trasferito a Napoli dopo essere stato accusato ingiustamente di aver passato informazioni alla mafia. La moglie lo ha piantato da un giorno all'altro per colpa della sua caduta in disgrazia a livello sociale e la figlia non gli parla più. Tra tutti i personaggi è quello messo meglio.
Perché l'indagine è incentrata su un killer di figli unici. Uccide figli di genitori soli. O, almeno, è quello che ho pensato. In realtà non è quello il punto, ma ognuna delle giovani vittime viene da una famiglia già sfortunata di suo in cui almeno un genitore ci ha lasciato o è scappato. A coordinare le indagini c'è una giovane magistrato il cui fidanzato è morto... E non è che possiamo pensare che il killer sia una persona allegra, eh. 
Il tutto in una città grigia e indifferente, una Napoli che non sembra neppure avere il caos movimentato a cui di solito è associata, ha il brio di una città scandinava a fine gennaio. L'unico tocco di vivacità è dato dal ristorante in cui Lojacono va a mangiare, gestito da una donna sorridente. Già immagino le terribili disgrazie che incombono su di lei nei sequel.

Detto questo, non è un brutto romanzo. La parte gialla, una volta capito che il killer non puntava volutamente figli a cui è rimasto un solo genitore, ma questo era un discorso di sfiga più generalizzata, l'ho trovata un po' troppo intuibile e il depistaggio di inserire un piano temporale sfasato rispetto agli altri un po'... Ecco... Amatoriale.
Per il resto nulla da dire. Buona caratterizzazione, scrittura scorrevole. Però, ecco, bisogna affrontare la lettura con i giusti oggetti apotropaici a portata di mano, perché la sfiga è democratica e colpisce tutti. A un certo punto pensi quasi che alle giovani vittime sia andata bene, che hanno smesso di soffrire in fretta...


I BASTARDI DI PIZZOFALCONE

Non paga del primo romanzo, avendo acquistato un volume comprensivo di tre romanzi, sono andata al secondo, I bastardi di Pizzofalcone, in cui Lojacono viene trasferito a Pizzofalcone, insieme a una serie di colleghi di cui i vari commissariati di Napoli volevano liberarsi. Il commissariato di Pizzofalcone è quindi una sorta di lazzaretto per poliziotti in disgrazia e desiderosi di rivalsa.
In disgrazia, appunto. 
Volevo vedere se il trend era cambiato. Ognuno dei bastardi può essere presentato con nome e sfiga. Ora, io sono la prima a dire che ognuno ha i suoi dolori, ma diciamo che qui siamo un po' sopra la media. Anche qua è tutto scorrevole e gradevole, ma, ahimè, la trama gialla non mi ha un gran che colpito per originalità.  Ricca donna triste uccisa da una palla di vetro con dentro la neve finta mentre il marito se la spassava con l'amante. Napoli è grigissima e più piovosa di Edimburgo.

Ora, questi romanzi non mi sono del tutto dispiaciuti. Forse ero io che, visto il successo della serie, mi aspettavo di più.
Il mio volume ne comprende anche un terzo "Buio". Considerata l'atmosfera generale e il titolo, ho lasciato perdere.

4 commenti:

  1. Mi sa che è meglio continuare solo in tv, giusto? XD

    Moz-

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    1. Non so, non l'ho vista. Non sono male i romanzi. Forse sono io che mi aspettavo qualcosa di diverso.

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  2. I romanzi sembrano effettivamente molto tristi (e dopo questa descrizione non li toccherò nemmeno con una pertica di tre metri) ma la tua recensione è assolutamente godibile!

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    1. Adesso De Giovanni mi odia! Sarò io che proprio non mi aspettavo questa Napoli fredda e piovosa...

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