venerdì 19 giugno 2020

La notte dopo gli esami (on line)



Riemergo, dopo oltre un mese di assenza social.

Tra l'altro blogger nel frattempo si è aggiornato, adesso ha un'interfaccia bellissima, ma non trovo niente!

Rieccomi, comunque, più o meno viva. In questo mese si sono sommate più cose, ma due hanno condizionato la mia vita, l'approssimarsi degli esami di terza media e la mia partecipazione come pre giuria al premio Gran Giallo Città di Cattolica, con i suoi oltre 130 racconti da leggere. Entrambe sono state esperienze interessanti, a loro modo totalizzanti. Di certo, però, l'esperienza degli esami on-line spero di non rifarla mai nella vita.


Mia madre ha insegnato per una vita matematica e ha sempre preso bonariamente in giro le colleghe di lettere perché parlavano della classe che coordinavano come de "La Mia classe", con che di possessiva protettività. Adesso che mi sono trovata io, per la prima volta, a prendere dalla prima una classe da coordinatrice, facendo italiano, storia e geografia (oltre tutto una classe a tempo prolungato, il che porta il mio pacchetto con loro a 11 ore settimanali) eccomi in quella posizione che ho sentito prendere in giro per tutta la mia infanzia. La MIA classe.

E con la mia classe mi sono trovata a condividere questa follia della didattica a distanza, con tanto di esame finale on-line. Dovendo proprio vivere una pandemia da insegnante, ho probabilmente trovato la classe migliore con cui condividere quest'esperienza. Il che non vuol dire necessariamente, non me ne vogliano i ragazzi, la miglior classe in assoluto. Mi sono resa conto in questi mesi che la Didattica a Distanza si adatta particolarmente bene ad alcune tipologie di ragazzi per cui per assurdo può funzionare anche meglio di quella in presenza.

Funziona bene per ragazzi fortemente strutturati e autonomi, diciamo anche individualisti, ma anche per gli ansiosi, per chi non è mai sicuro di aver capito davvero bene o che vive come uno stress i tempi ristretti delle prestazioni scolastiche. Ne soffrono invece i ragazzi molto sociali, che vivono nel dibattito, nel confronto e anche nella competizione. Io appartengo alla seconda categoria e, senza se e senza ma, avrei sofferto enormemente la DaD, anche da un punto di vista meramente didattico. Invece il caso ha voluto che mi fosse affidata delle tre terze dell'istituto l'unica in cui prevaleva la prima tipologia e questo ha salvato probabilmente me e loro. Loro, perché sono riusciti ad andare avanti per la loro strada, a trovare piacere nel lavoro che c'era da fare, sforzandosi di superare loro stessi. Me, perché io avevo bisogno di essere salvata, di sentire un senso nel mio lavoro, nelle lezioni registrate di notte, nelle correzioni fatte durante i pranzi. Li ho presi in giro e li ho ammirati per i loro lavori di tecnologia. La consegna prevedeva di fare un plastico in scala, ad esempio della loro cameretta, oppure un circuito elettrico. Loro devono aver frainteso e per la maggio parte hanno fatto un plastico con integrato un circuito elettrico. Anche il concetto di "plastico della cameretta" è stato variamente reintepretato. Abbiamo avuto due riproduzioni in scala dell'abitazione in legno, una delle quali con impianto fotovoltaico in miniatura integrato. Pensavo fosse il lavoro più estremo. Poi ho visto lo studio fotografico in miniatura con il computer in dash fornito di mouse, i quadri dipinti alle pareti (in scala, le pareti e anche i quadri). Insomma, dovendo stare chiusi in casa, a volte da soli, i miei alunni, alcuni per ammissione vinti dalla noia, si sono messi a lavorare e a studiare. Al punto che l'errore fondamentale l'abbiamo fatto noi prof, con la misteriosa "tesina" ministeriale. Una cosa che ci è stata calata dall'alto di cui non ci erano ben chiari i parametri, né come andasse valutata. Nell'incertezza generale non abbiamo pensato di dare dei limiti. Quindi la lunghezza media delle tesine si è attestata tra le 50-60 pagine, con punte oltre le 100.

E alla fine sono arrivati gli esami. Un groppo alla gola mi ha iniziato salirmi nell'ultima lezione. La foto alle loro facce sorridenti in video chat non ha potuto in alcun modo sostituire quella di gruppo. Neanche il guardare quelle fatte prima che tutto ciò avvenisse, ha aiutato molto. Non si può salutare una classe con cui si sono condivide 11 ore settimanali per quasi tre anni con l'audio che va a scatti e la corrente che salta sul più bello per colpa dei temporali che sembrano dare sfogo al nostro malumore.

Anche gli esami non dovrebbero essere fatti così. Con lo stress della connessione che potrebbe saltare all'ultimo momento, delle domande dei prof che si sentono a scatti, con le presentazioni che non si caricano. Prima di un esame, del primo esame della vita, dovrebbe esserci solo l'ansia di non sapere, non tutto questo carico di angoscia per ciò che non si può controllare. Ci dovrebbero essere gli amici fuori ad aspettarti, che ti abbracciano, con cui correre (dalle nostre parti) al lago. 

Dire che è andato bene anche così è dire che è mezzo pieno un boccale da un litro con dentro un dito di birra, però almeno quello che si è riusciti a fare è andato bene.

Di questo esame così strano ricorderò sempre la sensazione di stare per scoppiare a piangere durante gli esami delle mie alunne che più hanno sofferto questo percorso. Due ragazze che hanno vissuto un lutto importante, sono state sballottate dall'Italia al Senegal e poi di nuovo in Italia, subendo per altro discriminazione in entrambi gli stati. Eppure hanno affrontato un esame particolarmente difficile anche sul piano tecnologico con un piglio e un'energia rari. Ci hanno raccontato i matrimoni combinati in Senegal e non esattamente per sentito dire, oltre che tutto il bello della loro terra natale.

Mi ricorderò il mini corso di fotografia che ci ha tenuto l'ultima candidata, ormai all'ora di cena, il mini musical che abbiamo fatto improvvisare a una ragazza, la spiegazione del motore fatta in officina (dando un senso diverso all'idea di esame a distanza). Mi ricorderò tutti i sorrisi e tutte le strette di mano e gli abbracci non dati. 

Per questa classe, in qualche modo, per motivi che forse non riusciremo mai ad analizzare appieno, la DaD ha funzionato. Ma rimane qualcosa frutto di un'emergenza. Esami così, per bene che siano andati, spero di non doverli ripetere mai più.

22 commenti:

  1. Credo che nessuno voglia un secondo giro di DAD e non solo perché potrebbe significare una nuova ondata pandemica. Bentornata tra noi.

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    1. Speriamo che un secondo giro di DaD non sia necessario!

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  2. Credo che non sia esagerato definire questa classe "la tua classe", lo è senza dubbio, forse ancora di più, avendo dovuto superare un anno scolastico con la didattica a distanza da un giorno all'altro e quindi basata sulle doti di autonomia, determinazione e creatività (i plastici dei tuoi studenti lo dimostrano bene). È stato un anno difficile, ma forse ha reso più forti i tuoi studenti e la loro insegnante.
    Deve essere bello, oltre che interessante, far parte di una giuria di racconti gialli.

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    1. Speriamo! Al momento sento che mi ha reso più stanca...

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  3. Certamente dare gli esami in questo modo è problematico, si spera che il benedetto vaccino anti-covid19 arrivi in tempo utile per svolgere il prossimo anno scolastico in modo più tradizionale...
    Nel contempo, complimenti ai ragazzi (e ai docenti) che lo hanno affrontato con tutte le difficoltà tecniche ed emotive che ha comportato il particolare contesto pandemico.

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    1. Temo che per settembre il vaccino non ce la faccia per meri tempi tecnici. Magari per Natale... Intanto teniamo duro. Auguro con tutto il cuore ai miei alunni di non dover iniziare le superiori in DaD

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  4. Bentornata! Deve essere stata un'impresa non da poco, a giudicare dai racconti delle persone che l'hanno vissuta.

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    1. È stata un'impresa. Per quel che mi riguarda, è andato tutto bene, ma una volta nella vita mi basta.

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  5. È ancora presto per tirare bilanci, per me - diciamo che sto ancora cercando di valutare l'effettiva dimensione del trauma e come utilizzare questa esperienza... ehm... altamente formativa. Comunque noi il limite per le tesine lo abbiamo dato (15 pagine) però, guarda, con la mia terza il problema delle non dico 100, nin dico 50 ma nemmeno 30 cartelle era pensabile che si presentasse 😅

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    1. Noi abbiamo proprio sbagliato a non porci il problema. Il record non è stato segnato nella mia classe: 147 pagine...

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    2. (GULP!) avete ponderato la possibilità di una segnalazione per il Guinness dei primati? 😳

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  6. Ti ho pensata immersa nella realtà che hai descritto. Io ho vissuto indirettamente l’esperienza degli esami di maturità di mio figlio: sembrava una situazione surreale, con esaminandi in cattedra e commissione di professori distribuiti e distanziati nei banchi, in classe. L’esame orale (l’unico) è stato fatto dal vivo, ma senza presenze altrui, abbracci e complimenti finali. Adesso che è tutto finito, resta sempre quel rammarico di avere detto addio al liceo così, senza la giusta enfasi, in modo quasi deprimente.
    Occorrerà dimenticare questa esperienza, ma temo non si possa, anzi credo che rimarrà impressa nella mente di chi l’ha vissuta da protagonista, studenti o professori che siano.

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    1. Non dovremo dimenticarla, anzi, una volta ritornati (si spera) alla normalità, ricordarcene per ogni volta che ci lamenteremo delle normali condizioni di lavoro. E per chi ha sostenuto un esame, che sia sempre un punto d'onore avercela fatta nonostante tutto.

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  7. Ho letto il tuo post con grande partecipazione, immaginando tutte le difficoltà di questi giovani discenti alle prese con il loro primo esame, che si trasforma in qualcosa degno della penna di Philip Dick, delle ansie dei professori e dei genitori. C'è qualcosa di estremamente distorto in questo modo di fare gli esami, al di là del momento di emergenza. Io stessa speravo di un ritorno in presenza in università, se non per la DaD, che ormai era chiaro sarebbe continuata fino alla fine, almeno per gli esami. Magari si poteva suddividere i candidati in gruppetti e convocarli all'ora e al luogo in modo da non fare assembramento. Lo stesso si poteva fare, forse, con gli esami di terza media, per evitare stress e sofferenze inutili a tutti. Almeno delle questioni "tecnologiche" non ci si dovrebbe preoccupare, invece spesso diventano quasi l'unico pensiero fisso.

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    1. Con senno di poi le idee per migliorare sono molte. Ma siamo stati catapultati dentro a un sistema nuovo da inventare da un giorno all'altro. Non ha aiutata un ministero privo di idee chiare. Le linee guida per l'esame di terza media sono arrivate in via ufficiale dieci giorni prima della fine della scuola dopo una girandola di ipotesi discordanti. Ogni volta che veniva diramata una dichiarazione a me veniva voglia di bere qualcosa di fortemente alcolico. Per ovvi motivi ho capito che non era sostenibile. Ho cercato di compensare con acquisti on-line, ma anche in questo caso non era sostenibile, perché ogni giorno c'era una nuova idea che contraddiceva quella di prima...

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    2. Delle direttive confuse e contraddittorie del ministero purtroppo so qualcosa. Lavorando nel settore dell'editoria scolastica, in passato abbiamo dovuto rifare intere sezioni dei corsi, o adattare trasversalmente alcune tipologie di esami (tra cui Invalsi), o immettere le pagine su certificazioni e competenze, pochissimi giorni giorni prima della chiusura dei pdf chiusi per lo stampatore. E tutti gli anni è così: un autentico delirio. Ogni governo proclama una riforma della scuola, che diventa un campo di battaglia politico.

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  8. Ciao Tenar,
    mi fa molto piacere sapere che stai bene e che ti appresti a far parte di una giuria qualificata di un concorso prestigioso.
    I miei complimenti vanno anche a te ed ai tuoi ragazzi che hanno affrontato una prova durissima soprattutto dal punto di vista umano-emozionale.
    Leggendo il tuo post i commenti di altri insegnanti e di genitori ed incorciandoli con l'esperienza di mia moglie insegnante elementare, posso confermare e sttoscrivere tutto quello che è stato qui scritto. La DAD è stata un'esperienza che ha avuto un impatto emotivo molto forte su tutti gli studenti che hanno dovuto affrontare il termine del proprio ciclo di studi: anche per i bambini della quinta elementare questo anno terminato senza contatti con amichetti, con un comiatto brusco e "telematicamente freddo" da insengnanti che hanno avuto accanto per quasi 5 anni. Temo proprio che qesta DAD in un modo o nell'altro il segno su quei bambini lo lascerà, per questo spero che non ci siano altre situazioni simili, con tutto il cuore!

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    1. Lo lascerà sicuramente. Tutti hanno sofferto l'isolamento, ma i bambini hanno patito enormemente la DaD. Da un punto di vista didattico o i genitori si sono sostituiti ai maestri o è stato materialmente impossibile portare avanti gli apprendimenti (e parliamo di un quadrimestre, non di tre settimane). Da un punto di vista relazionale, poi è stato un disastro. I piccoli hanno grandi capacità di recupero, ma le tracce, grande o piccole, ci saranno.

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  9. Tutto sommato è un bel quadro, è bello vedere che gli studenti hanno saputo ingegnarsi, ma spero anch'io di non dover vedere ancora DAD (qui siamo piuttosto incerti, forse saremo ancora in streaming).

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    1. Chi ha voluto impegnarsi ce l'ha fatta benone, anche se chi non aveva aiuti a casa e/o connessioni difficoltose ha fatto davvero fatica. Speriamo bene per l'anno prossimo, le linee guida mi spaventano molto...

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  10. La fortuna quest'anno mi ha baciata, non avevo una terza, il che ha significato niente esami e tutto il resto. Fra due prime e una seconda, i mesi sono passati con più serenità, riservando gli incontri online solo alle verifiche, per il resto ho fatto tante audiolezioni. È evidente che sei stata bravissima a gestire la cosa, ricordo anche una tua bella lezione che postasti sul blog. Anch'io trovo che ad alcuni la dad è stata molto congeniale e altri l'hanno vissuta come un trauma dall'inizio alla fine. Ho avuto la sensazione che chi abbia saputo adattarsi alla situazione non solo fosse sostenuto dalla famiglia, che può essere un aspetto secondario quando la famiglia è presente, ma fosse predisposto per carattere, che poi è quello che hai constatato anche tu. La dad ci ha messo a dura prova e ancora non si sa bene dove andremo a parare a settembre. Poche ore fa sono state pubblicate le nuove linee guida, perlomeno noi della secondaria di primo grado potremo lavorare in presenza.

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    1. Pensa, io ritengo di essere stata molto fortunata ad avere due terze, perché avevo un rapporto consolidato e non ho dovuto fare i famigerati PAI o PIA o non so cosa! Di certo io non sono portata caratterialmente per la DaD, invece, per fortuna, molti dei miei alunni sì, quindi in qualche modo ce la siamo cavata. Sicuramente ho anche imparato molto e ho molti spunti per partire a settembre con l'ancora misterioso Senza Zaino (in un contesto ancora più misterioso...). Però ne avrei fatto volentieri a meno!

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