A mia discolpa posso dire che sono cinque anni che propongo questo romanzo. La scelta del libro da leggere avviene tramite una doppia estrazione e poi per votazione tra i due titoli. Che io ricordi Io sono leggenda non era mai stato estratta e io (l'ho già detto che sono testarda?) l'ho puntualmente riproposto ogni settembre. Fatalmente è arrivato il suo momento nel pieno della seconda ondata.
Io sono leggenda tornato agli onori della cronaca tredici anni or sono per una trasposizione cinematografica che, letto l'originale, ci azzecca poco, infatti, è un romanzo del 1954 che parte dal racconto di una pandemia.
Una malattia misteriosa, portata da polveri e zanzare, uccide le persone, salvo poi risvegliarle come creature assetate di sangue. Tutte tranne una. Robert Neville è un signor nessuno assai poco eroico. Ex soldato, padre di famiglia, non ha alcun merito particolare, se non quello di essere stato morso da un pipistrello a Panama che gli ha dato l'immunità al morbo. Immunità che è al 100% una maledizione, dato che vede morire tutti, la figlia, la moglie (che torna come vampiro), i vicini di casa e in definitiva tutta la specie umana. Tuttavia Neville sopravvive. Si organizza. Barrica la casa, si dà uno scopo, sostanzialmente irrealizzabile, quello di trovare una cura alla malattia. Ma allo stesso tempo si disumanizza, diventa sempre più simile a una creatura feroce, mentre al contrario i vampiri si umanizzano, costruiscono una società, per quanto brutale. Alla fine, Nevill rimane un residuato, un fossile vivente, testimone scomodo di un mondo ormai scomparso per sempre. Una leggenda, appunto.
Devo dire che tutta l'attesa per la lettura di questo libro è stata ripagata. Io sono leggenda è un romanzo potente, che ci ha dato numerosi spunti di conversazione.
Innanzi tutto mi ero completamente persa il dato temporale. Non avevo controllato di che anno fosse e ho dato per scontato per tutta la lettura che fosse un libro di fine anni '60, primi anni '70. Anche così l'ho trovato un libro visionario e avanti con i tempi. Quindi la prima considerazione è che non siamo davanti a un romanzo invecchiato bene, ma un libro senza età che, poi, letto in questa contingenza, ha fa tremare. Perché le parti dedicate alla pandemia sembrano cronaca di questi giorni. Come ha detto una lettrice, ci siamo aspettati tutti che a un certo punto Neville accendesse la televisione per ascoltare una conferenza stampa di Conte. Perché il contesto era perfetto. La malattia che molti negano, le fake news, l'isolamento, la vita ridotta, fino al delirio religioso che, per fortuna, ancora ci manca.
Forse anche per questo ci siamo tutti immedesimati in Neville. Chi al posto suo si sarebbe lasciato morire. Chi invece sente che nelle difficoltà ha uno spirito di sopravvivenza che prevale. E lo spirito di sopravvivenza è ciò che più caratterizza Neville. Non è un giovane e aitante eroe. È un uomo che ha seppellito (due volte) la moglie, che ha cremato la figlioletta, che ha perso tutto. Perché sopravvive ancora Neville? Nonostante le cicliche cadute nell'alcolismo è un uomo super capace di organizzarsi, metodico nel rinforzare la casa, nel darsi uno scopo, anche solo illusorio. Da uomo comune Neville si trasforma in eremita e come eremita potrebbe vivere decenni, tanto che il dolore affiora solo quando qualcosa gli ricorda la sua vita di prima. La comparsa di un cane, la speranza che ci sia ancora qualcuno. E nella sua sopravvivenza, Neville perde sempre di più l'umanità che gli era appartenuta.
E poi arriva il finale (DA QUI SPOILER ALLERT)
Il finale è bellissimo. Straziante. Perché è un finale di rivelazioni dolorose e prive di speranza. Neville è l'ultimo uomo rimasto, la leggenda. Quello di cui non si è reso conto è che anche alcuni infetti sopravvivono. Sono diversi da lui. E sono brutali. Ma sono brutali, gli ricordano, come lui stesso quando uccide i vampiri, come qualsiasi civiltà umana sorta dalle ceneri della precedente. La loro brutalità non è una negazione di umanità, ma, anzi, di affermazione. Come in quasi tutte le società umana, riconosciuto Neville come un diverso, si decide che la strada migliore è distruggere la diversità. Uccidere Neville così come altri possibili sopravvissuti. Ma questi vampiri non sono emotivamente diversi dall'umanità precedente, anche se lo sono ormai a livello biologico. Neville è, semplicemente superato. Forse, non ha saputo evolversi. Forse, una delle riflessioni ultime che ci lascia il romanzo è che evoluzione non è sinonimo di miglioramento.
Forse, se siete impressionabili, Io sono leggenda non è il libro migliore da leggere adesso. Ma di sicuro è un libro da leggere.
In questi giorni sono anche riuscita a vedere la serie di cui moltissimi mi avevano parlato, La regina degli scacchi.
Ecco, quella è proprio una serie da vedere adesso. Anche se molte recensioni che avevo letto mettevano l'accento sugli aspetti tragici della vicenda, io l'ho trovata invece una storia molto consolatoria, molto costruita a tavolino, ma costruita con tutti gli elementi che piacciono a me. Innanzi tutto se una storia è incentrata su uno sport o una disciplina voglio che questa si veda, che si veda come cambia il modo di pensare dei protagonisti e come ne determina le relazioni. Questo è proprio ciò che succede qui, in ogni episodio c'è un torneo importante e quasi tutti gli incontri che segnano la vita della protagonista avvengono per interposta scacchiera. Un'altra cosa che, devo dire, ho apprezzato, è l'assenza di veri e propri personaggi negativi. Attenzione, molti personaggi sono tutt'altro che perfetti, molti feriscono nel profondo la protagonista, ma nessuno lo fa davvero apposta. La madre di Beth era affetta da qualche forma di problema mentale e nell'orfanotrofio dove la bambina finisce vengono distribuiti tranquillanti, determinando così una dipendenza che si protrarrà a lungo. Ma, diciamocelo, un'orfana che incontra un uomo solo nel seminterrato dell'istituto può finire ben peggio che a giocare a scacchi. Non la vediamo mai picchiata o maltrattata, lì, ma istruita. La famiglia che la adotta si disgrega subito dopo, la madre è un'alcolizzata ma a modo suo accetta Beth per quello che è e anche se ne sfrutta il talento per viaggiare in fin dei conti non desidera per lei che la felicità. Tutti i ragazzi che Beth incontra giocando a scacchi si rivelano, a conti fatti, la sua salvezza. Non che questo in sé sia un pregio di scrittura, anzi. Per far avanzare la trama, infatti, si procede un po' di disgrazia in disgrazia, col teorema della protagonista geniale ma sfortunata, ma in questo preciso momento è un tipo di storia che apprezzo. Aggiungetevi regia e fotografia che funzionano ed ecco confezionata la storia perfetta per me in questo momento.
Infine, da quando ho iniziato a scrivere questo post a quando l'ho finito siamo passati in zona gialla. Ora, io adoro il mio comune, i suoi boschi e la sua collina domestica, ma il lago mi mancava come il respiro. Sono stata viziata per anni da dei lavori proprio a riva lago, ero abituata a vederlo ogni giorno e così, anche quando ho cambiato sede di insegnamento avevo l'abitudine di scappare sulle rive appena possibile. A ogni restrizione il lago mi manca. Inutile dire che questa mattina eravamo là, prima di ogni altro, a fuggire da ogni pericolo di folla.
Il tempismo di questa lettura la dice lunga sul potere dei libri. Per il resto che gran magia Orta, avete fatto benissimo ad andarci presto presto.
RispondiEliminaAnche perché ora richiudono tutto e vivere in uno dei più piccoli comuni del Piemonte alla fine un po' pesa
EliminaHo letteralmente divorato: "Io sono leggenda" in un giorno scandito da lunghi viaggi in treno. Nonostante siano passati ormai più di vent'anni lo ricordo ancora come un libro visionario che mi ha fatto molto pensare al concetto di "normalità" legato all'appartenenza alla maggioranza e "l'anormalità" legato agli appartenti alle minoranze.
RispondiEliminaCOl temp ho anche scoperto le varie trasposizione cinematografiche:
la prima (credo) con Vincent Price, che mi è parsa più fedele al libro, quella con Charlton Heston ed infine quella con Will Smith.
È un libro di quelli necessari. Invece io non conoscevo le vecchie trasposizioni. Grazie per la segnalazione, non so se riuscirò a recuperarle, ma ci proverò
EliminaHo visto il film con Will Smith e non pensavo fosse tratto da un romanzo scritto nel 1954. Proprio domenica, coincidenza, ho pubblicato un post in cui affermo che spesso i libri anticipano la realtà in qualche modo, inutile dire che la tua recensione di Io sono leggenda mi ha molto incuriosita.
RispondiEliminaVale la pena di essere letto, anche perché è molto, molto scorrevole, nel gruppo c'è chi lo ha letto in un solo giorno
EliminaRicordo vagamente il film con Will Smith, che al di là delle scenografie ottimamente realizzate, mi parve uno dei soliti film senza slancio alcuno. Mi incuriosisce molto il romanzo, a maggior ragione per il fatto che dici è diverso dal film. Mi sono scoperta non impressionabile in questo lungo anno strano e tragico. Potrei insomma tollerarlo.
RispondiEliminaLa miniserie della prodigiosa scacchista è piaciuta molto anche a me. :)
Io ricordo il film passabile, nulla di più. Il libro è proprio altra cosa, te lo consiglio
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