giovedì 16 maggio 2013

Visioni - Moonrise Kindom


Wes Anderson è un regista che tende all'eccesso. Con i suoi colori acidi e le sue famiglie stralunate, rischia spesso di travalicare i limiti del buon gusto.
Questa volta, però, tutte le peculiare caratteristiche del suo cinema trovano un equilibrio che è quasi uno stato di grazia.
I colori continuano a essere eccessivi, ma sono virati in un seppia di malinconia per raccontare l'improbabile, ma delicata, fuga d'amore di due dodicenni problematici. Lui, scout orfano, geniale e incompreso, lei ricca, ribelle e inascoltata. Si incontrano per caso in un'estate di vacanza a una recita, lui in cerca di un istante di solitudine, lei truccata da corvo, le solitudini si intersecano e un anno dopo, entrambi in vacanza di nuovo sulla stessa isola, progettano la fuga. A contorno, un intero campo scout, la stralunata famiglia di lei e una tempesta in arrivo.
Tra tratti gotici che ricordano quasi il Tim Burton dei tempi migliori e una narrazione che sembra oscillare tra fiaba e ricordo, viene dipinta con rara delicatezza la disperazione di due ragazzi soli alla soglia dell'adolescenza, i cui drammi vengono costantemente negati e nascosti dagli adulti.
Ne risulta un film che è un piccolo miracolo, in cui davvero la stranezza diventa poesia e non si può non lasciarsi commuovere da questa fuga d'amore, unica cosa autentica nel mondo di finzione che gli adulti allestiscono per i ragazzini.
Vivamente consigliato.
8 e mezzo.

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