lunedì 1 luglio 2013

Bilancio di fine anno scolastico


Oggi è il primo di luglio.
Tutti licenziati, gli alunni, che hanno conseguito la licenza media, e i precari che si avviano verso l'ufficio del lavoro per sbrigare le pratiche per ottenere l'indennità.

Nel bene e nel male è stato un anno scolastico epocale, che rimarrà unico e ben scolpito nella memoria. Per noi insegnanti e in particolare per noi precari è molto più facile ragionare in termini di anni scolastici piuttosto che di anni solari. Un corpus di mesi in cui si frequentano determinati ambienti e determinate persone che poi potresti non incontrare mai più o che potrebbero diventare il tuo ambiente lavorativo per i prossimi quarant'anni.

Per dare un'idea di cosa siano stati questi mesi, qualche cifra, anzi, una sola.
5
Come i racconti che ho pubblicato ( + il romanzo!).
Come gli interventi chirurgici subiti dai miei genitori, quattro da mia mamma e uno da mio padre, perché non vogliamo farci mancare niente.
Come i mesi di degenza di mia madre, che alla fine dall'ospedale dovrebbe uscire domani, con coincidenza perfetta con la fine dell'anno scolastico.
Cinque sono anche i giorni che sono mancata dal lavoro, tra malanni e permessi, cosa di cui sono abbastanza fiera, perché vuol dire che il fisico bene o male ha retto.
Cinquecento sono le volte che ho detto "Non sono mai stata così stanca". E ogni volta, credo, ero sincera.
Appena un poco di meno quelle in cui ho detto "Non ce la posso fare". Già perché non è che, anche senza tutto il contorno, questo anno scolastico in quanto tale si sia potuto definire facile. Ci sono stati momenti in cui non volevo più insegnare e non mi sentivo in grado di interagire con la gente. Ci sono stati momenti in cui mi sono commossa e tutto di colpo ha riacquistato senso.
C'è stato un momento in cui davvero volevo fermare in mondo e scendere. Sono andata da uno psicologo. Una cura miracolosa. Mi ha detto che non soffrivo né di crisi d'ansia né di attacchi di panico, ma di uno stato ansioso dovuto a stress eccessivo. Potevo tranquillamente uscirne con 10/15 sedute settimanali a 65€ l'ora. E di colpo ho pensato che io 65€ ogni settimana per un tempo continuato solo per il mio egoistico benessere non le avevo mai spese. Sono di quelle che comprano vestiti quanto servono, vanno dalla parrucchiera solo se strettamente necessario e mi faccio durare il più possibile ogni cosa. E allora, forse, se mi concedevo qualche coccola in più, forse ce l'avrei fatta anche senza psicologo. Da quel momento ho mangiato più gelati e in generale più golosità (avrei il terrore a fare gli esami del sangue ora), ho comprato tutti i libri che desideravo comprare e mi sono concessa persino qualche vestito in più. E pian piano le cose sono iniziate a migliorare.
Questo lo devo anche a un sacco di persone meravigliose che mi sono state vicino.
Nik mi ha scarrozzato a destra e a sinistra, facendo lo slalom tra i vari impegni: ospedale - presentazione libri - scuola - supermercato. Non ha protestato per le condizioni della casa, né per le cene preparate in meno di dieci minuti e ha imparato a far la spesa mentre io ero altrove. E ha ascoltato, sostenuto e supportato.
Le mie colleghe Simona e Elena mi hanno dato un enorme aiuto, sia pratico che morale.
Altrettanto aiuto, sia pratico che morale, è arrivato dal gruppo del gioco di ruolo. Non so come appaia da fuori, una buffa cosa, immagino, un gruppo di adulti che si mette intorno a un tavolo a interpretare personaggi fantasy. Nella pratica, il gioco di ruolo è stata la mia piccola oasi. Perché quelle che si radunano intorno al tavolo a interpretare personaggi fantasy sono persone eccezionali, di una ricchezza interiore (ma anche intellettuale) unica. E quindi grazie, grazie di cuore a tutti voi.
Un altro aiuto non da poco è venuto dalla scrittura dell'apocrifo sherlockiano.
Alcuni sono stati un po' perplessi da questa scelta, dato che sarebbe stato più ovvio scrivere il seguito de  LA ROCCIA NEL CUORE o del thriller storico e invece mi sono buttata a pesce su una storia che, se va bene, sarà destinata a una nicchia ristretta di lettori. Ma io avevo bisogno di scrivere ciò che avrei voluto leggere. Una storia leggere, anche se non banale, con azione, indagine e commedia. E' come se fossi andata io a Baker Street a presentare il mio caso "Sono stanca, sono preoccupata e quando scrivo voglio stare bene, voglio una storia che mi appassioni, che valga la pena di essere raccontata, ma che non mi porti in luoghi troppo oscuri". E la risposta è arrivata con uno di quei sorrisi un po' felini di Holmes. "Seguimi. Ti porto in Italia, ma un'Italia che non conosci. Ti prometto omicidi apparentemente impossibili, uomini meccanici, macchine a vapore, inseguimenti e valanghe. E ti prometto una storia vera che nessuno ha mai raccontato in un romanzo. E questo, da solo, è un delitto a cui dobbiamo porre rimedio".
E io come potevo dire di no?

5 commenti:

  1. Uomini meccanici e macchine a vapore? Davvero??
    Grande Tenar!!!

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  2. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  3. mi spiace molto per tua mamma, di sicuro tu ne avrai risentito (ok sono banale) ma hai tutta la mia approvazione - non che sia necessaria - per la filosofia + gealati - sedute dallo psicologo, che a conti fatti il risparmio è enorme. Ti abbraccio augurandoti un'estate piena di belle storie.
    sandra quella dei libri e di natallia

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    1. Devo dire che ha funzionato, anche grazie a un sacco di persone (in primis mio marito). E adesso dovremmo essere in vista della soluzione (almeno temporanea) a molti guai.

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  4. Ho letto con apprensione e spirito di vicinanza le tue vicissitudini! Quante ne hai passate!
    La tua testimonianza è di conforto: sapere che dopo le tempeste viene il sereno. E la scrittura (insieme alle piccole cose belle per sé) aiuta a farci star bene, a patto di scrivere quello che si muove dentro di noi! Continua così! Buone vacanze anche a te! E un augurio di tanta salute ai tuoi genitori!

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