mercoledì 12 marzo 2014

I miei stessi dubbi

Oggi va così, ho fatto piangere un alunno, a scuola, cosa che mi fa sentire sempre un po' mostro.
Quindi sono in versione mostro diffidente e dubbioso.
Ogni giorno di più si parla di self-publishing che di per sé è una cosa lodevole. È rendersi imprenditori di se stessi e fare a meno delle case editrici.
Sia chiaro che io ho massima stima per chi si sobbarca questo genere di lavoro. Oggi ho ricevuto una mail da chi sta facendo l'editing del romanzo di ottobre, chiedendomi conto di un'idiozia che avevo scritto e ho pensato a che lavoraccio sia editare il romanzo di una dislessica che riesce a ingannare anche il migliore dei correttori ortografici. Quindi davvero onore al merito a chi si fa tutto, dalla correzioni delle bozze alla copertina alla pianificazione della promozione.
Però, però, però...
Sta prendendo piede l'idea che siccome, appunto, questo è un lavoro enorme di cui in una casa editrice si occupa un team di persone, sia il caso di assumere tutta una serie di professionisti. Che, giustamente, si fanno pagare. 
Ecco su questo meccanismo e alle perversioni che può portare, io ho tanti, ma tanti, tanti dubbi, che la brava Gaia Conventi ha espresso meglio di me.
Vi lascio al suo post:

Chi fa da self fa per trelf. Ma con tremila euro saldi il conto dell’editor e compagnia bella

8 commenti:

  1. Nuuuu, perché hai fatto piangere un alunno?
    P.s. ma cosa insegni?

    Moz-

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    1. Era convinto di aver fatto male la verifica. Quelli che consegnano in bianco invece non piangono mai. Dura la vita dei prof di italiano alle medie!

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    2. Non dovrebbe piangere nessuno, per me, anche chi consegna in bianco!
      Io sono anti-scuola XD

      Moz-

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    3. Io devo pur credere nel ruolo che ricopro! E poi rimane un nucleo di conoscenze base di cui proprio non si può fare a meno.

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  2. Ho già commentato da Gaia, che adoro, l'articolo dal quale parte il suo post è davvero il classico specchietto per le allodole a dir poco. Ma anch'io in passato ho commesso i miei errori di gioventù in termini di pagare un editing, per cui cerco di non scagliare troppe pietre su chi ci casca, ma pagare quelle cifre per approdare comunque a un self publishing mi pare persino peggio dell'editoria a pagamento.
    Lavorare a fianco di un editor capace rimane, a mio avviso, un'esperienza appagante, ma non per 3000 euro! Sandra

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  3. Non riesco ad immaginarti in versione dubbiosa-mostruosa, comunque con questo post mi sento chiamata in causa, eh eh. Ne ho letti vari di simili, anche su siti americani. Sono nel self-publishing da un anno e mezzo e ho letto di pochi che hanno speso tanto (sopra i 1000 euro) in termini di editing e grafica. In genere ci si fa fare l'editing da altre autrici e ci si fa fare l'impaginato+copertina da grafici che lavorano con i self. Riguardo l'impaginazione non so quanto potrebbe costare perché ho la fortuna di avere un marito grafico, per la copertina del mio ebook in prossima uscita, ad es, ho speso 15 euro (ed è molto bella, di Elisabetta Baldan).
    Diciamo che i self che guadagnano davvero sono pochi (e per guadagno intendo centinaia di euro al mese).
    Nella stragrande maggioranza dei casi si vola basso (in termini di guadagno): si sceglie questa strada per farsi conoscere e per avere il parere dei lettori.
    La mia esperienza è stata positiva perché ho avuto il privilegio di entrare in classifica con l'ebook "rosa", e di essere in classifica ora con quello fantasy. I lettori sono arrivati e mi stanno spronando a proseguire (tanto che pensavo di scrivere un articolo sul blog del tipo: "Sorpresa! I romanzi che parlano di Dio si vendono ancora).
    Ora come ora sento l'esigenza di avere un editing professionista, perché sono arrivata ad un punto in cui sento di dover discutere di tanti particolari (importanti e meno) della mia storia e le mie amiche autrici bastano più. Mi sto guardando intorno per cercare qualcuno di cui fidarmi, che rispetti la mia "poetica" e con cui instaurare un dialogo. Spero arrivi! Un abbraccio Tenar!

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  4. Il problema, secondo me, non è tanto spendere. Ognuno dei propri soldi fa quello che vuole (tra l'altro, Elisabetta, 15 € per una copertina mi sembra un affarone). Il fatto è che un editor indipendente che deve arrivare a fine mese, dirà a un autore di darsi all'ippica o cercherà di riscrivere il suo pessimo libro pur di farsi pagare?

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    1. Se è onesto glielo dice, se è onesto si fa pagare meno e dire di non gli farà perdere tipo 200 euro, sui quali non sputo di certo, ma non sono 3000.
      Parlo a ragion veduta, conosco editor e editor, da poco prezzo e da tanto prezzo, e il loro atteggiamento rispetto al testo alla fine è diverso, guarda un po'! Baci Sandra

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