venerdì 7 marzo 2014

Scrittevolezze - Leggere con l'occhio del ladro


Come deve leggere (o guardare un film o un telefilm) un aspirante scrittore?
La prima cosa che mi viene in mente è di una banalità disarmante, ma, in un paese in cui più del 50% della popolazione non legge, sarà il caso di ribadirlo.

L'ASPIRANTE SCRITTORE DEVE LEGGERE TANTO
Ma tanto tanto.
Mi irrita enormemente chi pontifica su un determinato genere avendone letto giusto due o tre autori. O chi risponde "Non ho mai letto Eco (o Marquez o Carver o Hemingway o qualsiasi altro Mostro Sacro della letteratura) perché a me interessa il fantasy (o la fantascienza o l'horror o il rosa)". 
Si è mai sentito di un regista che non guarda film, di un cantante che non ascolta musica o di un pittore che non guarda altri quadri? E allora come si può pensare di scrivere senza leggere. 
E no, leggere 2/3 libri l'anno non è leggere. Leggerne 2/3 alla settimana è leggere. Forse non lo si può fare sempre (bisogna pur lavorare/curare casa/mandare avanti la famiglia), ma, scusate, sarò categorica se leggere non è tra le vostre priorità, scrivere non fa per voi.

Leggere, però, non basta all'aspirante scrittore.

LEGGETE PER INNAMORARVI
Mi fanno tristezza i miei alunni quando dicono "mi sforzo di leggere per migliorare il mio lessico". O meglio, mi fanno tenerezza (oggi giorno avercene di alunni così), ma anche tristezza.
Leggere deve darci la stessa emozione che dava a al giovane Paperon de'Paperoni il trovare pepite d'oro nei fiumi.
Non si può aprire un libro con l'idea "qui troverò tante cose utili da imparare per la mia scrittura", ma con "qui troverò una storia bellissima che mi farà dimenticare tutto il resto".
Dobbiamo andare a caccia di libri emozionanti, che ci portino via, dentro una storia, facendoci dimenticare tutto il resto.
E quando ben li abbiamo trovati, dobbiamo urlarlo al mondo, che sono libri bellissimi e condividere il più possibile la nostra gioia. 
Se non provate una gioia incontenibile quando avete scoperto un bel libro, allora, di nuovo, la scrittura non fa per voi. Quando scriviamo, regaliamo al mondo una lettura. Se per noi la lettura non è una cosa meravigliosa e bellissima perché ci impegniamo, per regalare al mondo qualcosa che ha poco valore? 

RILEGGETE CON L'OCCHIO DEI LADRI
Ok, leggere per voi è una libidine e avete letto un romanzo tutto d'un fiato facendo le ore piccole.
Il passo successivo è riprendere il libro in mano e rileggerlo con l'occhio dei ladri.
Entrare dentro come un rapinatore in un appartamento e portare via qualcosa da riutilizzare come un autore.
Non è facile come sembra, fare i ladri nei libri.
L'esempio dell'appartamento è calzante. Immaginiamoci ladri. Non possiamo portare via tutto da una casa. La tv, il computer, il denaro, i gioielli, i quadri, i lampadari e la poltrona di marca. Col tir non si fugge agilmente. 
Allo stesso tempo anche se abbiamo la sensazione che il quella storia tutto ci sia piaciuto non possiamo rubare tutto. Così facendo non costruiremmo mai una storia nostra, faremmo un plagio, una brutta copia di quel libro che abbiamo tanto amato.

I ladri devono scegliere, cos'ha maggior valore (e che sia facile da portar via)?
Cos'è che davvero ci è piaciuto in quel libro. Ok, tutto. Ma ci sarà un valore aggiunto, un qualcosa che abbiamo trovato qua e solo qua.
Rileggendo con estrema attenzione ci renderemo conto che ciò che ci ha fatto innamorare è quel personaggio, quell'atmosfera, quel modo di descrivere.
La prima cosa da fare, quindi, è identificare cosa rubare.
L'altro giorno rileggevo un manga, il n°5 di Wild Adapter (consiglio espressamente questo numero, è autoconclusivo e narrativamente eccezionale) e finalmente ho capito cosa volevo rubare.
Come avvisa wikipedia, è una serie con temi forti e permeata di violenza, i protagonisti sono ragazzi che si muovono ai confini della mafia, tra spaccio di droga, guerra tra bande, amori sbagliati. Una storia con cui un Tarantino qualsiasi andrebbe a nozze, mettendoci dentro sangue a chili e sesso a palate. E invece no. La storia è raccontata con estrema delicatezza che la rende a tratti quasi lirica. E di colpo ho capito il perché. I personaggi sono trattati con grande rispetto, tutti quanti. Un rispetto visivo (non si indugia nella rappresentazione della violenza e non ci sono scene di sesso), ma anche narrativo. Ogni personaggio è descritto nella sua umanità, nessuno è caricaturale o eccessivo, anche i ragazzini che diventano sicari della mafia o gli assassini più o meno improvvisati. Ognuno ha insicurezze, sogni, attimi di dolcezza che ci svela la presenza di un essere umano a tutto tondo, che come lettori possiamo compatire, ma non disperezzare. Ecco, ho pensato. Se mai dovessi scrivere una storia con questo tasso di violenza e squallore, vorrei farlo con lo stesso rispetto per tutti i personaggi.
Capire cosa rubare, quindi è il primo passo da fare.

Scelti i pezzi da rubare, un buon ladro ragionerebbe sul loro valore e il modo per piazzarli. Non si rivende una collana di diamanti allo stesso modo in cui si rivende un televisore!
E quindi ragioniamo sul valore e il funzionamento di ciò che vogliamo rubare. Cosa rende quel personaggio tanto iconico? Cosa ha creato quell'atmosfera così magica? 
Di Fred Vargas mi piace il tono surreale che prendono le sue storie gialle.
Da cosa è dato questo tono? Dall'uso particolare che fa del "flusso di pensiero", delle libere associazioni mentali dei suoi personaggi e dal loro mondo interiore che spesso è influenzato da un immaginario di tipo storico/mitico che si sovrappone alla realtà. Il risultato è il contrasto tra il mondo reale e l'immaginario dei personaggi.
Non voglio rubare le trame di Fred Vargas, né le ambientazioni o i personaggi. Voglio rubare questo modo di gestire l'immaginario dei personaggi, per ottenere un analogo tono surreale, ma in contesti completamente diversi.

Uscire senza lasciare tracce. Un buon ladro non vuole farsi prendere, così come a noi non interessa fare un plagio. Quindi non dobbiamo lasciare tracce.
Non possiamo fare una fotocopia di ciò che ci è piaciuto in quel tale libro e inserirlo nel nostro. Più saremo stati specifici nei due passi precedenti e più avremo rubato tecniche, sguardi e non passi di storia. Avremo rubato qualcosa che possiamo fare nostro, utilizzandolo adattandolo e piegandolo alle nostre storie. Alla fine il risultato che vogliamo ottenere è qualcosa di nuovo e di nostro non un'opera "fortemente ispirata a..."

Per esercitarci possiamo individuare alcuni elementi da rubare e poi scrivere dei racconti o mini racconti in contesti del tutto differenti. Una volta ho iniziato a scrivere un racconto dicendo "voglio i dialoghi di Criminal Minds in un racconto fantasy dove non ci siano serial killer" (racconto mai pubblicato, ma il cui risultato non mi disgusta) e tanti altri racconti sono nati da questa mia attitudine al furto (letterario).
Voi cosa ne pensate?

9 commenti:

  1. Ti dico la mia. Io leggo tanto, ma non sempre si tratta di romanzi. Leggere per me è tutto: dalle monografie alle riviste di settore, dai fumetti alle sceneggiature.
    Purtroppo spesso si tende a considerare la lettura solo quella di romanzi/poesie. Ma ci sono anche tante altre cose (saggi, manuali...) che val la pena leggere. Io preferisco spesso tutte queste cose ai romanzi, per dirti.

    Sulla scrittura, ad esempio, penso proprio che la lettura di fumetti sia importantissima per il ritmo nei dialoghi. Può insegnarti davvero tantissimo.

    Moz-

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Anche io leggo molta saggistica e saltuariamente la scrivo (due delle tre collaborazioni fisse linkate riguardano articoli divulgativi). Il blog, però, è dedicato alle storie, non solo romanzi o racconti, non a caso negli esempi ho messo un manga e un telefilm (io adoro i fumetti, sopratutto europei e giapponesi, conosco poco gli americani)

      Elimina
    2. Ecco, bene, quindi la pensi come me!
      Perché noto spesso che -specie nei siti con risorse sulla scrittura- si tende a non considerare la crossmedialità o altri supporti dove è necessaria la scrittura. A me affascina anche la scrittura di programmi televisivi, per dirti.
      Sempre scrittura è, sempre c'è qualcosa (di scritto) tutto da fruire, in qualche modo. Leggere in modo classico è bello, ma è bello anche esplorare altri mondi ;)

      Moz-

      Elimina
  2. Bellissimo paragone e bellissimo post :)
    Anche io ho due fasi, una per il puro gusto di leggere, l'altra per capire e carpire i segreti! A volte cerco di fonderle, ma meglio tenere separate le due cose...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. A volte anch'io leggo già con "l'occhio del ladro", ma solo se la storia non mi sta davvero prendendo. Se un libro è bello, mi dimentico di qualsiasi cosa!

      Elimina
  3. Quando leggo un bel libro smonto la storia, cerco di capire la struttura e mi soffermo sui passi più belli o sui periodi che, semplicemente, mi colpiscono.

    Faccio tesoro e sono grata per ogni bella pagina o personaggio memorabile che incontro.
    Quanto a portarmi via il tesoro e saperlo replicare nei mie testi, diciamo che ci provo, consapevole dei miei limiti:
    la strada è così bella che sono contenta di avere ancora molto da imparare!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ovviamente i nostri sono tentativi, ma, alla fine, scriviamo perché ci diverte farlo e anche se alle volte il risultato non è soddisfacente al 100% va bene lo stesso. A volte è divertente fare le torte anche se poi non vengono come al pasticcere!

      Elimina
  4. Bel post! Leggo tantissimo e trovo molto irritante chi non legge perchè impegnato a scrivere il capolavoro del secolo! Sui furti d'accordissimo anche qui. Ci sono romanzi che per me sono come fari e fanno luce quando ne ho scritti di miei. Uno per tutti "Come diventare buoni" di Hornby quando ho scritto "Ragione e pentimento". Un bacio e forza! Sandra

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sì, sembra banale, ma a volte è necessario ribadire che per scrivere bisogna leggere, non per dovere, ma per puro piacere!

      Elimina