lunedì 22 giugno 2015

Quando l'attualità entra nella storia

Postazione di scrittura estiva

Vorrei sfatare il mito dell'insegnante che smette di lavorare al suono della campanella dell'ultimo giorno di lezione. Anche in assenza di esami (cosa che mi capita per la prima volta da che lavoro) rimangono tutta una serie di questioni burocratiche da sistemare, con il loro strascico di moduli, relazioni e riunioni. È inevitabile, però, che la tensione si allenti. Scompare il carico casalingo dei compiti da correggere e delle lezioni da preparare e per una volta le ore svolte a scuola coincidono con le ore di lavoro. L'estate per me, quindi, è il momento della scrittura.
Se poi la settimana inizia con questo post di Lisa, come non sentirsi motivati a proseguire col proprio romanzo?

Motivazione o no, questo progetto continua a propormi nuove difficoltà e nuovi interrogativi. Se non altro mi regala anche continui spunti per post e condivisioni.

Fino ad ora mi sono sempre tenuta consapevolmente lontana dall'attualità e da riferimenti o prese di posizione precise su fatti di cronache o polemiche del momento. Anche quando ambiento una storia nel "qui ed ora" cerco di trattare prevalentemente temi universali. 
Questo per vari motivi.

L'attualità rischia di non essere più attuale nel momento di un'eventuale pubblicazione
I tempi dell'editoria sono, nel migliore dei casi, biblici. Ogni volta che si scrive qualcosa non si sa se e quando arriverà al lettore. Che ci possano volere anni non è un caso isolato, è la norma. Quindi quello che oggi è un tema caldo e scottante tra un anno o due potrebbe essere un argomento obsoleto di cui a nessuno si interessa più.

Sull'attualità è difficile avere profondità di campo
Sarà che io ho questa formazione da archeologa preistorica, ma ho sempre l'impressione che per dare un giudizio ponderato su qualcosa sia necessario osservarlo da lontano. Un conto è esprimere un parere basato sul buon senso e un conto proporre, attraverso la narrazione, una meditazione. Io faccio fatica a tirare le somme sul presente e sull'attualità. Non ho dubbi su come la penso, ma so che potrei anche avere torto. Prima di parlare di una cosa mi piace averci ragionato a lungo e sull'attualità mi manca questa profondità di campo.

Esprimere in modo netto il proprio pensiero su tematiche "calde" può alienare parte dei lettori
Questo, devo dire, può preoccupare più gli editori che me.
Ho spesso l'impressione, leggendo narrativa italiana, che prevalga un generale buonismo. Si può parlare di delitti, certo, ma è meglio se il tutto è contestualizzato in comunità ridenti, dove ci sono, sì, le mele marce, ma le brave persone prevalgono. Basta deviare appena da questa formula che ecco si viene accusati di "rovinare l'immagine... (di un posto, di una categoria, dell'Italia tutta)".
Sia chiaro. Nessuno mi ha mai chiesto di essere politicamente corretta o di modificare questo o quel passaggio. È un'impressione mia, derivante dalle mie esperienze di lettrice. Ma mi pare che il cerchiobottismo sia preferito al prendere posizione.

Di queste tre motivi, per me è sempre stato più forte il secondo. Non mi sento preparata a inserire nelle mie storie l'attualità. 
Ma...
Ma, ovviamente c'è un ma.
C'è stato un fatto accaduto poco tempo fa, piccola propaggine di una problematica ben più grande, che mi ha molto colpita. Dovendone parlare ai miei alunni e dovendo prendere delle decisioni, per quanto piccole e banali, in materia, ho ovviamente espresso il mio punto di vista e ho toccato con mano quanto siano accesi gli animi su questo tema.
Senza che me ne accorgessi davvero, tutto questo è entrato nel romanzo che sto scrivendo. Peggio ancora, dovendo connotare negativamente dei personaggi, mi è venuto istintivo connotarli proprio con le affermazioni sentite in quei giorni. Quindi adesso ho in una sottotrama un tema d'attualità molto controverso e dei personaggi negativi che dicono quello che un sacco di italiani pensano essere sacrosanto. Mi faccio i complimenti da sola per quanto riesco a complicarmi la vita senza alcun motivo.
Potrei tagliare la sottotrama? Certo, il personaggio negativo potrebbe ad esempio dare calci a un cagnetto. Sarebbe negativo uguale e avrebbe l'odio di tutti i lettori.
Però non voglio. 
Proprio le reazioni che ho visto con i miei occhi a risvegliare il mio animo di umanista post illuminista. Ho l'esigenza di raccontare adesso queste cose.

Io non so davvero che sorte avrà questo romanzo. Più vado avanti e più penso che ci sono cose adoro, ma che nessuno mai me lo vorrà pubblicare. Questa sottotrama, tra l'altro, è il minore dei suoi problemi. Però penso che ben difficilmente qualcuno riuscirà a farmela tagliare.

Voi come vi relazionate con l'attualità? La inserite abitualmente nelle vostre narrazioni? Leggete volentieri storie che trattino temi d'attualità?


38 commenti:

  1. "Voi come vi relazionate con l'attualità? La inserite abitualmente nelle vostre narrazioni?"

    Per me l'attualità è sempre stata un importante mezzo di supporto alla mia scrittura, anche quando non entrava direttamente nelle mie storie. Come tu sei archeologa, io sono sociologa: l'attinenza al contesto è fondamentale e per me la scrittura è sempre stata uno strumento per raccontare la realtà...
    Nel romanzo che sto scrivendo, tuttavia, non so se l'attualità entri. Forse sì, ma non nel senso tradizionale del termine.
    L'arco della trama si estende dal 2000 al 2015. Ci sono alcuni cenni a episodi ormai entrati nella coscienza collettiva, fra sacro (torri gemelle, G8 del 2001, morte di papa Giovanni Paolo II) e profano (vittoria dell'Italia ai mondiali di calcio del 2006), però con due doverose osservazioni:
    1) non sempre i personaggi partecipano direttamente a questi eventi, che rimangono sullo sfondo e mi servono, più che altro, a collocare le vicende in una cornice temporale concreta. Il coinvolgimento avviene solo se veramente funzionale rispetto alla storia.
    2) Non credo che per eventi quali quelli che ho citato si possa parlare di "attualità": ormai hanno trasceso il rischio dell'invecchiamento e sono entrati a far parte a tutti gli effetti della nostra memoria storica.
    Pertanto, ho molta difficoltà a rispondere a queste due domande.

    "Leggete volentieri storie che trattano temi di attualità?"
    Qui la risposta è più facile: assolutamente sì! :)

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  2. Ah, nella storia anch'io uso i mondiali del 2006 per collocare una vicenda nel tempo (e perché quando l'Italia gioca le ultime partite dei mondiali il paese si ferma letteralmente)!
    Usare gli eventi per me non è un problema, che sia un fatto accaduto ieri o duemila anni fa, il lavoro è più o meno lo stesso. Affrontare tematiche "calde" invece, lo trovo più difficile.

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    1. Sì, è vero, è difficile far entrare argomenti caldi e, anche se in questo romanzo non sono al centro delle vicende, non escludo di farlo in altre storie. Al momento, mi limito a sfiorare certi temi senza metterli in primo piano: per esempio, ho un personaggio precario, e questa situazione di precariato si ripercuote sulla vita, sulle sue scelte e sulle sue relazioni ... ciò nonostante, è solo un dettaglio, come potrebbe esserlo l'avere i capelli neri... non è qualcosa di centrale rispetto alla storia.
      Spero di essermi spiegata bene perché oggi sono in loop, non so nemmeno io cosa mi prenda. :)

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    2. Spiegatissima!
      Capisco cosa intenti, e infatti, no, il mio problema è proprio avere inserito un fatto di quelli su cui i nostri politici (e non solo) si scannano a suon di dichiarazioni più o meno deliranti e aver deciso di connotare fortemente alcuni personaggi per questo.
      Tra l'altro non era affatto previsto, anzi è partito tutto da un semplice "il personaggio x però dovrebbe lavorare anche su un altro caso, dato che il maresciallo dice di avere tutti gli uomini impegnati. Impegnati a far che?" Ecco, la risposta è arrivata da sola. Neppure il tempo di ragionarci e ci avevo già scritto un capitolo. Salvo poi rileggerlo e dirmi "ma davvero vuoi entrare in questo ginepraio?". Ebbene, evidentemente sì.

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    3. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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    4. No, non sono ancora arrivata a questo perché la storia è già complessa di suo e rischierei di perdere il filo: pur essendo molto legata al contesto, preferisco evidenziare i cambiamenti sociali, i fatti storici, le tendenze, i costumi e tutti i problemi legati al post-modernismo. Sono per lo più processi che dibattiti legati all'attualità vera e propria, anche se non so che piega potranno prendere le vicende in revisione. Forse un episodio omofobo ci sarà, mi serve per mettere in luce un aspetto del carattere del protagonista, ma non ho ancora deciso, e lo farò quando avrò la prima stesura conclusa.

      Non escludo però di scrivere racconti che integrino certe tematiche. Sabato ero a Ventimiglia a portare il cibo ai profughi. Le cose che ho visto meritano di uscire dal guscio, ma devo trovare la forma giusta per non esprimere posizioni nette.

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    5. Ti capisco, infatti è stata proprio una cosa simile e, come dici tu, è difficile trovare la forma giusta e vedere tutte le prospettive.

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    6. è difficile, tra l'altro, tenere lontano questi temi quando si scrivono storie che, attraverso i personaggi, raccontano la società di oggi. L'importante secondo me è lasciare che sfiorino le situazioni senza prendere il sopravvento, per concentrarsi su dettagli socio-psicologici. Questo almeno per quel che riguarda il romanzo attuale. In altre opere (???) chissà...

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  3. Sì, certo la narrativa d'attualità e il mio pane. Poi è chiaro che, come dici tu, poi si si infili in qualche ginepraio, e se l'argomento non sarà più attualissimo quando il e se il libro uscirà, be' rimane uno spaccato del tempo che fu, magari anche solo 5 anni prima, quindi non è un problema.
    Fighissima la tua postazione estiva. Bacione Sandra

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    1. Infatti quello del passare del tempo è un problema che tendenzialmente non mi faccio (o meglio me lo faccio, ma mi do la stesso risposta che hai dato tu), tu prendi di petto molti problemi dell'oggi ed è una cosa che apprezzo molto.
      PS: fosse per me la postazione estiva sarebbe assai meno figa, ma i suoceri tengono il giardino come un gioiello, e io ne approfitto ;)

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  4. All'inizio no, scrivevo cercando tematiche atemporali, sempreverdi per così dire.
    Ma negli ultimi tempi ho cominciato a scrivere novelle e racconte connesse col tempo presente in cui viviamo (o, anche se ambientate in futuri distopici, connotate con elementi in cui si possono ravvisare chiaramente le degenerazioni di elementi della società italiana e occidentale attuale). E' stata una specie di necessità interiore, sarà che scorgo segnali inquietanti per il futuro e ho sentito la necessità di raccontare in forma traslata le mie paure per l'Italia che sarà.

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    1. Sì, credo anch'io che la cosa si possa riassumere come "paura per l'Italia che sarà", molto appropriato.

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  5. Mi rendo conto che sono strana, ma come narratrice mi interessa il passato o, paradossalmente, il futuro. L'attualità non mi stimola. Come lettrice, invece, leggo spesso storie con temi attuali.

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    1. Anch'io sono super affascinata dal passato, non avrei studiato archeologia, in caso contrario! Anche come lettrice mi affascina il passato (e il futuro) anche più del presente (che indago principalmente tramite articoli e saggi, piuttosto che tramite storie...)

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  6. Con l'attualità ho lo stesso tuo rapporto per gli stessi tuoi motivi, perciò mi dedico sempre ad aspetti più universali dell'essere umano. Però le urgenze interiori vanno quasi sempre ascoltate, perché hanno loro motivazioni valide. Farai un ottimo lavoro! I cimenti sono allenanti... :)

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    1. Mah, vediamo. Per ora continua a scrivere e buttare capitoli. Poi, quando sto per abbandonare, c'è qualcosa che mi conquista, l'entusiasmo si rinnova... E poi prendo a scrivere e buttare e riscrivere e ri buttare...

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  7. Io sono un grande sostenitore di Vico e di George Santayana: attualità, passato e futuro pari sono :)
    (Tra l'altro ho letto pagine di Cicerone, sulla scuola e gli insegnanti, che sembravano uno stralcio di un quotidiano di questi ultimi anni... è stata un'esperienza entusiasmante e angosciante allo stesso tempo)

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    1. Quando leggo di scuola in questo giorni mi angoscio e basta...

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  8. rispondo alla tua ultima domanda: no, non leggo storie che trattano temi di attualità...sono banale...ma per ora va così...

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    1. Io dipende, come scrivevo sopra in realtà sull'attualità preferisco affidarmi ad articoli e saggi, ma se qualcuno riesce a inserirla in una bella storia, ben venga la bella storia con dentro l'attualità

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  9. L'attualità è sempre problematica per le ragioni che dici. Tuttavia c'è da fare anche delle scelte. Si possono scrivere libri piacioni oppure si possono scrivere quelle storie che si sente il bisogno di scrivere.
    Non ricordo chi sia, ma qualcuno ha scritto che l'unico libro che vale la pena leggere è quello il cui autore sarebbe morto se non l'avesse scritto.
    Ciò detto hai raddoppiato la mia voglia di leggere un certo compitino che mi hai mandato! ;)
    Ora devo solo trovare il quando...

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    1. A questo romanzo ci tengo, ma dire che ne morirei se non venisse scritto mi sembra un po' azzardato (scommetto che era un autore uomo, mi sembra la tipica affermazione assoluta maschile, dice la femminista che è in me...).
      Comunque non sentirti in obbligo a leggere, anzi, considerando la velocità a cui procedo hai proprio tutto il tempo (però felice di incuriosirti)

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    2. Quasi sicuramente era un uomo. Per noi diventa tutto una questione di vita o di morte. Ad esempio vedere la finale sul divano con una birra ghiacciata in mano... ;)
      Non mi sento in obbligo, mi sento mancante di tempo. Sai mica dove si vendono le estensioni per le giornate?

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    3. Sai, c'è chi pensa che i prof precari siano così stressati che è meglio che se ne stiano a casa disoccupati a riposarsi... Sarà che anch'io quest'anno ho invocato troppo spesso l'estensore per giornate e qualcuno ha pensato di "accontentarmi"?

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  10. Sì, le storie con temi di attualità mi piacciono molto e fare entrare l'attualità in ciò che scrivo anche. Certo, l'unico libro che ho completato e pubblicato più che di attualità parla di una realtà che potrebbe appartenere al futuro, di possibilità da sperimentare chissà, forse, un domani! Diciamo che non attraverso epoche appartenenti al passato, mi attraggono meno!

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    1. Il passato, invece, nelle mie storie c'è sempre. Il giallo in sé non è che il cercare di capire un passato (ciò su cui si indaga). Però questa volta cerco di unire passato e attualità, chissà se ci riesco...

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  11. Per i motivi che hai elencato l'attualità rappresenta un'arma a doppio taglio, può allontanare lettori e editori, o al contrario può incuriosirli. Mi capita ogni tanto di leggere romanzi che addirittura ruotano su temi d'attualità, e devo dire che mi hanno sempre interessata perché, chiaramente, andavo a cercare un tema che mi interessasse, non una notizia di cui non sapevo nulla e di cui poco mi interessava sapere.
    Come lettrice mi piace leggere di temi attuali. Come autrice non ho tutta quest'esperienza e non so come sia scrivere di attualità. Penso comunque che una delle cose più importanti in questo caso sia avere un'opinione che non vacilla, basata su solidi ideali, ed essere il più informati possibile.

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    1. Sì, lo penso anch'io. Poi, nel mio caso, è proprio andarsi a complicare la vita, si tratta di una sotto trama in una storia solidamente ancorata nell'indagine del passato. Stiamo a vedere. Di certo, ora che l'ho inserita, tagliarla mi spiacerebbe.

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  12. A me va bene, non amando l'attualità non corro certi rischi :)
    Non ti so dire sul buonismo (che non sopporto proprio), perché raramente leggo autori italiani moderni. Però mi hai fatto venire in mente un flashback che ora non riesco a focalizzare.
    Per rispondere alla tua domanda: no, non inserisco l'attualità, eccetto rarissime occasioni, perché non mi piace. Non mi ispira idee né storie.

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    1. A me le arrabbiature ispirano storie... E l'attualità spesso mi fa arrabbiare...

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  13. Cerco di pensarmi alle prese con la scrittura di un romanzo ambientato nell'epoca contemporanea. Credo che l'attualità troverebbe posto nella narrazione. Anzi, credo che lo troverei inevitabile. Dell'attualità però sceglierei di narrare non tutti gli aspetti tutti, indistintamente, ma una scelta ascritta alla Bellezza di questo oggi. Perchè in questo oggi una bellezza esiste ed è la ricerca dell'uomo di non soccombere dinanzi a nulla.

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    1. La tua è una visione molto affascinante e poetica. Ti ringrazio per questo bel commento. Credo che mi risuonerà per un bel po' nella testa.

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    2. Davvero? Ne sono felice. Fonte di ispirazione le tue osservazioni. :-)

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  14. Ciao Tenar, bello il post di Lisa l'ho letto anch'io e ti faccio i miei complimenti. In un romanzo l'attualità può entrare ed essere di ispirazione, però hai ragione quando scrivi che è bene osservare una situazione da lontano in modo da avere un certo distacco. Ho notato anch'io che quasi sempre prevale il "buonismo" e lo trovo un po' irritante. Secondo me bisogna dosare bene i sentimenti ed essere anche un po' "scomodi" nell'esposizione dei fatti ...

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    1. Anche a me, come a Luz, piace mettere l'accento anche sugli aspetti positivi del presente, ma il buonismo proprio non mi piace. Inoltre, come tutte le persone che si arrabbiano davvero raramente, quando me la prendo, poi il dente rimane avvelenato per un po'...

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  15. Grazie per il link :D
    Quando leggo mi piace scordarmi dell'attualità, quindi in genere preferisco non scriverne... ma... Anche per me c'è un "ma". Io vivevo a Londra nel 2005, quando c'è stato il "London bombings", le bombe sulla metro e sui bus, per due giovedì di fila. Ci sono vari aneddoti legati a quel periodo che racconto ancora e che lasciano i miei interlocutori a bocca aperta. Avendo avuto la fortuna e la sfortuna di lavorare proprio a King's Cross in quei giorni ho visto l'apice dell'abbrutimento del genere umano, e sento una specie di responsabilità, un dovere di far sapere quel che succede dietro le telecamere. Già, perché i cattivi non sono solo i disperati kamikaze cresciuti con l'idea di dover morire per salvarsi. I veri schifosi sono quelli che ne approfittano.
    Non mi metterei a scrivere questa storia adesso però. Credo che serva esperienza come scrittori per mettersi a scrivere di attualità in modo decente, penso sia difficile inserirla nella fiction.

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    1. Un'esperienza fortissima, immagino! La penso come te, serve molta esperienza e sensibilità per trattare certi temi e io non so se ce la posso fare. D'altro canto, a un certo punto bisogna pure buttarsi...

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    2. Aspetterò che ti butti tu, vedo come va, poi decido :D

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