venerdì 21 aprile 2017

Treccia d'amore – Parte quinta, racconto inedito

Parte quarta

Parte terza

Parte seconda

Parte prima

Riassunto (non troppo) breve

Eris ha ottenuto il permesso di partecipare, prima e unica donna, alla corsa dell'isola di Tiv perché suo padre spera possa attrarre le attenzioni del sovrano, Amrod, che parteciperà a sua volta. A tal fine Eris acconsente a far preparare un incantesimo, la Treccia d'Amore, che dovrebbe far innamorare di lei l'uomo. Perché l'incanto possa essere intessuto, servono però tre capelli della persona da ammaliare. 
Eris riesce ad attirarsi le simpatie del sovrano, del ciambellano di corte, lord Adman Kalay e del generale Tivan. Percepisce anche un sottofondo di tensione nei rapporti tra i tre uomini. 
Il giorno prima della gara, inaspettatamente, Amrod chiede ad Eris di desistere dal suo intento, ma la ragazza si mostra irremovibile e riesce anche a farsi dare alcuni dei capelli del sovrano. Capisce, tuttavia, che quella che sta per cominciare è qualcosa di più di una semplice competizione.
La gara inizia nonostante le pessime condizioni atmosferiche. Eris, Amrod e Tivan riescono comunque ad accumulare un certo vantaggio e decidono di allearsi fino al tratto finale della gara. Eris scopre la causa di parte della tensione del sovrano e il motivo per cui all'ultimo momento ha cercato di convincerla a non partecipare: è convinto che durante la corsa qualcuno attenterà alla sua vita e non vuole che la ragazza rimanga coinvolta. Per maggiore sicurezza, Eris viene convinta a passare la notte nel campo protetto dalle guardie del sovrano, dove ha modo di conoscere meglio lord Kalay, ciambellano e confidente del sovrano, per cui prova un'istintiva simpatia. Considerando le voci che girano a corte, Eris, però, non può non chiedersi se lord Kalay non sia in realtà l'amante di Amrod.
Durante l'ultimo giorno di gara, Amrod, Eris e Tivan incappano nei sicari. La ragazza ha modo di osservare la spietata efficienza con cui il sovrano si libera dei suoi assalitori, cosa che non può fare a meno di inquietarla. Tutto sembra risolto, quando Tivan si rivela parte della congiura. Riesce a ferire il sovrano e poi entrambi gli uomini, nella lotta, cadono in un fiume in piena. Eris si getta al loro inseguimento nella speranza di salvare il sovrano...

TRECCIA D'AMORE – PARTE QUINTA

Due rocce avevano fermato numerosi tronchi a un paio di metri dalla riva. Il corpo di Amrod giaceva lì, tra i rami, inerte. Eris fece entrare lo stallone in acqua, fino a che la corrente non arrivò a lambirle le ginocchia. Si allungò e afferrò il braccio di Amrod.
Lei era alta e forte ma si accorse subito che non lo era abbastanza. No, non assomigliava ad un uomo. Qualsiasi uomo sarebbe riuscito a spostare un corpo snello come quello del leylord, ma non lei.
Le lacrime le rigavano le guance.
– Scansatevi, lo prendo io.
Eris si girò.
Adman Kalay era in acqua fino alla vita. Il cavallo Buio era sull’argine, madido di sudore. Il resto degli uomini di Amrod ancora non si vedeva, ma lui era già lì e con le sue grosse mani pratiche afferrò Amrod e insieme lo portarono a riva.
Appena furono all’asciutto, senza cerimonie, Kalay strappò la casacca del Leylord, grugnì alla vista delle ferite e lo girò su un fianco. Dalla bocca di Amrod uscì un rivolo d’acqua e di fango. Eris vide Kalay impallidire di colpo, quando entrambi di resero conto che non respirava.
Il ciambellano mormorò qualcosa che poteva essere una preghiera o un’imprecazione, girò nuovamente il corpo sulla schiena e fissò Eris.
– Adesso voi gli aprirete la bocca e vi soffierete dentro quanta più aria potete. Io gli praticherò una pressione sul petto. Soffio e pressione, soffio e pressione, fino a che non riprenderà a respirare. Avete capito?
– Sì.
– Fatelo, allora, e pregate.
Eris guardò un istante il viso immobile, bianco di Amrod. Le sembrava quasi blasfemo quello che stava per fare. 
Le labbra di lui erano fredde, sapevano di fango e di sangue. Soffiò.
Kalay si era messo a cavalcioni del corpo, le grosse mani una sull’altra e alle preghiere preferiva qualcos’altro.
– Non ci provare, eh? Non avrai quiete nella terra. Tutti i demoni degli inferni Imsheti sono niente. Respira! Maledetto, respira!
Eris soffiò ancora e ancora. Sentiva le lacrime gelate che continuavano a scendere lungo la sua guancia e non riusciva a pensare a nulla.
Stava avvicinando le labbra per la quarta volta quando dalla gola di Amrod si sentì un ansito e poi un colpo di tosse.
Lord Kalay non si permise di esitare. Lo girò di nuovo su un fianco, per aiutarlo a espellere tutta l’acqua e poi prese a tamponargli la ferita sul fianco. Non era la sola. Eris vide che aveva un brutto taglio sopra un orecchio e escoriazioni e graffi un po’ ovunque.
– Dov’è il guaritore? – gridò l’uomo.
Alzando lo sguardo, Eris si accorse che un drappello di guardie del leylord li aveva raggiunti. Tra loro c’era un uomo anziano con la treccia verde dei sapienti al lato del viso.
– Eccomi, ben fatto, continuo io – disse.
Il ciambellano si scostò, sembrava anche lui sul punto di svenire.
Amrod, intanto aveva preso a gemere, poi, con fatica, riaprì gli occhi.
– Tivan…  – biascicò.
– Non lo so. Lo troveremo – rispose Kalay.
– Era lui il traditore – sussurrò Eris.
– Ah… A maggior ragione, lo troveremo.
Lentamente, Amrod sembrò riprendere il controllo di sé. Scompigliato e infangato, con un uomo che gli teneva premuto un tampone sulla ferita alla testa e al fianco, Eris non sapeva se gli desse più fastidio il dolore, il tradimento di Tivan o il fatto di essere visto in quello stato. 
Il guaritore terminò il suo esame.
– Avete tre costole rotte, mio signore, e devo medicarvi e cucirvi subito la ferita al fianco e quella alla testa. Non sono brutte come sembrano, ma state perdendo troppo sangue. 
Amrod fece per annuire, poi si limitò a muovere una mano.
– Solo un istante, finché sono lucido, Adman… 
– Cosa devo far sapere a corte?
– Perché Tivan? – chiese Eris.
Avrebbe avuto delle risposte in quel momento, o mai più.
Amrod fece una smorfia.
– Tivan era un eroe, un generale e un amante d’uomini. Pensavo che fosse perfetto per dimostrare che le tre cose non sono incompatibili… Ma lui stava per sposarsi con una ricca lady… Amava la sua rispettabilità più di ogni altra cosa, anche del suo onore… 
Riprese fiato prima di proseguire
– Lui mi era stato fedele quando tradirmi sembrava la cosa migliore… Non pensavo che lo avrebbe fatto ora.
– Non avreste dovuto cambiare pista – borbottò Kalay.
– No… Non pensavo… È stato quasi più astuto di me.
– Cosa faccio sapere a corte? – chiese di nuovo il ciambellano.
– …Stava per sposarsi e non credo che la sua famiglia sia coinvolta… La corsa è pericolosa… Sono caduto anch’io, del resto… Ah, povera la mia reputazione… – sospirò.
– Eris! – chiamò subito dopo, con più energia. – Voi dovete andare a vincere la gara. Con tutto il tempo che vi ho fatto perdere… Prima però avvicinatevi.
– Eccomi.
– No, così non va bene.
Con un movimento deciso, Amrod le afferrò la casacca e la obbligò a chinarsi. Poi la baciò.
Le sue labbra sapevano ancora di fango e di sangue, ma erano calde e il bacio era un vero bacio.
Eris aveva spesso fantasticato su cosa avrebbe provato durante il proprio primo vero bacio, datole da un uomo che le piacesse davvero. Stando ai racconti si sentiva caldo e una sensazione come di farfalle allo stomaco. Invece si accorse solo del silenzio che li avvolgeva.
Lui ricadde all’indietro, più che lasciarla.
– Avete un buon sapore – sussurrò. – Ora andate.
Eris si allontanò, stordita. Vide che Kalay era corrucciato e non riusciva a staccare gli occhi da lei. Una delle guardie aveva recuperato Laryel e la aiutò a montare in sella.

I pensieri concreti come stare in sella e ricordare il percorso aiutarono Eris a non indugiare su altri, molto più confusi. Immagini che si affastellavano le une sulle altre. Uomini che rantolavano nella loro bava. Mani affusolate capaci di uccidere, mani enormi capaci di salvare. Gli occhi di tutti mentre si allontanava, come se fosse una creatura leggendaria. Poi ringhiò. Vincere quella gara era stato il suo sogno fin da bambina. Neppure un bacio del leylord glielo avrebbe portato via.
Alcuni avversari, che avevano percorso altre piste, l’avevano superata. Lei spinse Laryel al limite delle sue capacità e li recuperò tutti, uno ad uno. L’ultimo provò a disarcionarla con una gomitata su una curva a mezzo miglio dal traguardo. Eris aveva visto degli uomini venire uccisi, quel giorno, aveva visto il leylord quasi morire e, infine, era stata baciata da un uomo che, si diceva, non aveva mai baciato nessuna donna. Incassò il colpo, guardò freddamente il suo avversario e proseguì.
Quando giunse al traguardo, sul piazzale della reggia, era troppo esausta per sentire le grida e le acclamazioni. 
Non riuscì neppure a scendere di sella che Aleiana venne ad abbracciarla.
– Oh, Eris, ero così preoccupata, non devi fare mai più, mai più, una cosa tanto pericolosa!
Eris non ebbe cuore di dirle quanto era stato pericoloso ciò che aveva fatto.

Continua e finisce  il prossimo fine settimana

Illustrazioni di Viola S.


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