martedì 6 giugno 2017

Seguendo la cometa 24 – Paperopoli Italia


Non so se è un problema solo mio, ma sento sempre di più la distanza tra i discorsi astratti dei legislatori o comunque delle discussioni basate sui principi e i problemi reali con cui chi c'è dentro (quale che sia il contesto) deve confrontarsi ogni giorno. Paperino in questo senso è proprio un caso tipico italiano. Nessuno gli darebbe mai un bimbo in adozione perché non è sposato e non ha un reddito fisso, ma tre in affido subito, semplicemente perché pochissimi sono disposti a prendersi bambini in affido.
Parlare del problema degli affidi in Italia esula dalle mie competenze, ma personalmente non posso che fare di cuore un applauso enorme al coraggio e all'amore di chi decide di intraprendere una strada che che già è difficile di suo e in Italia a volte sembra ancora più difficile.
Semplificando all'osso, molti minori in Italia non sono adottabili, ma non possono più stare con la propria famiglia per una quantità di motivi. Per le adozioni c'è tutto un iter valutativo che se va bene dura un anno e tutta una serie di requisiti. Pochissimi voglio invece prendere dei minori in affido e anche per questo i requisiti sono diversi (non c'è l'obbligo del matrimonio, giusto per citare il più macroscopico e fonte di molte polemiche) e poi molto spesso gli affidi si fanno in emergenza (giuro, ho visto anche un annuncio su un giornale locale per cercare genitori affidatari).
In teoria l'affido dovrebbe durare poco, ma siamo in Italia e invece spesso dura anni. Se poi il minore viene dichiarato adottabile succede che spesso gli affidatari non hanno i requisiti per l'adottabilità e quindi viene spostato in un'altra famiglia, cosa anche fisiologica se il periodo di affido e breve, ma come la mettiamo se è durato più di due anni? Quindi con la nuova legge (sul cui cammino parlamentare a un certo punto mi sono persa) si voleva favorire il passaggio dall'affido all'adozione, sia per creare meno traumi al minore, sia per invogliare chi vuole adottare a dare anche la disponibilità per l'affido. Come principio non mi sento di essere in disaccordo. 
La prassi italiana ha fatto sì, però, che si siano innestati sulla discussione principale altre questioni con una serie di articoli dai toni forti che dubito abbiano fatto bene a qualcuno. 
Questa vignetta, quindi vuole raccontare la distanza tra la prassi e i le discussioni sui principi su un tema così importante.
E segnalare la mia stima ai tanti "zii paperini" d'Italia che fanno tutto quello che farebbe un papà senza poterlo essere al 100%.

15 commenti:

  1. Fantastica vignetta e Paperino poi calza a pennello. Stima ed enorme apprezzamento per gli "zii paperini affidatari", il problema in Italia è che non si guarda mai al bene del bambino, una legge che favorisse il passaggio dall'affido all'adozione avrebbe fatto il bene dei bambini o dei ragazzi in affidamento. Ma "trattandosi di una buona idea non fu presa in considerazione" Cit.

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    1. Non è detto che non si guardi al bene del bambino, anzi, è che c'è molta distanza tra la teoria e la realtà dei problemi. La legge penso che poi sia cambiata, non so con quali modifiche, per ovvi motivi a un certo punto non ho più avuto il tempo di seguirla.

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  2. Gli affidatari sono sicuramente persone con un gran cuore. Io non so se sarei capace di tenere in casa un minore, magari mi ci affeziono, diventa "uno di famiglia" e poi all'improvviso me lo portano via...

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    1. È difficile, immagino che se è davvero una situazione transitoria tutti ne sono più consapevoli, ma quando dura anni il distacco diventa traumatico.

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  3. Sospirone. Una coppia che conosco ritirò la disponibilità all'adozione: già al primo incontro con i servizi sociali buttò malissimo, si sentirono dire "perché non prendete un cane?" e andò sempre peggio, ma furono papabilissimi per l'affido, grande sacrificio per accogliere in casa questo adolescente e quando finalmente le cose cominciarono a girare tornò la madre e se lo riprese. No, la faccende che per l'adozione non vai bene ma per l'affido benissimo e ti pagano pure è orrenda. Sandra

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    1. Certo che girano davvero delle persone terribili! La nostra fortuna è stata quella di trovare tutte persone di grande sensibilità.
      Il problema poi del doppio binario è davvero brutto. Per certi versi servirebbe più selezione per l'affido, che è più delicato, ma come si fa se sono pochi gli affidatari?

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    2. Però è brutto sapere che persone che per prime dovrebbero usare la sensibilità visto il lavoro che fanno, sono invece le prime a calpestarla: non si può dire a una coppia che già vive un problema e ha una sofferenza :"perché non prendete un cane!"
      Dovrebbe proprio essere illegale un trattamento del genere!

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  4. Conosco un caso in cui l'affido è durato 10 anni. Poi, il ragazzo è diventato maggiorenne.

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    1. Immagino che in questo caso (pure fortunato, perché il ragazzo non è stato sballottato), alla fine il ragazzo abbia scelto se prendere il cognome degli affidatari oppure no. Per uno dei cugini di mio marito è andata così, affido eterno e poi adozione da maggiorenne.

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    2. Credo che la lunghezza dell'affido sia dipeso anche dal fatto che ci fosse una parentela acquisita tra il ragazzo e la famiglia affidataria. Se non ricordo male lui ora ha il doppio cognome, ma non mi vorrei sbagliare.

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    3. Non vuol dire. Conosco parecchi casi, oltre al cugino (diventato cugino a tutti gli effetti solo da maggiorenne)

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  5. Ci vuole un coraggio eroico per intraprendere la strada dell'affido. Ho letto di storie strazianti dove il bambino s'era talmente affezionato alla famiglia di affidatari che non voleva più cambiare, e dei genitori affidatari che hanno dovuto mediare e convincerlo con tutta la delicatezza possibile.

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    1. Serve tanto coraggio e tanta stabilità emotiva. A me non dispiacerebbe, in futuro, ma non so se sarò mai abbastanza forte.

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  6. Io ricordo il caso di una collega che aveva in affido una bambina africana, Degra. Lei era già nonna, eppure aveva sentito il desiderio e la necessità di allevare, sebbene per qualche tempo, quella creatura smarrita. Non credo non fosse adottabile, non so, forse aveva questo doppio "statuto" nel suo iter di bambina da assegnare a qualcuno.
    Degra è cresciuta, adesso è maggiorenne, e ha preso la sua strada. Ma il legame con la famiglia affidataria non è mai finito.

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    1. I casi in cui i legami si mantengono sono i più belli, meglio avere due famiglie che nessuna!

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