lunedì 8 gennaio 2018

La svastica sul sole – Piovono libri


Il gruppo di lettura mi ha regalato tanti romanzi inaspettati, letture a cui io mai mi sarei avvicinata e che mi hanno avvinta nelle loro spire, trascinandomi dentro mondi in cui mai mi sarei avventurata.
Prima o poi doveva avvenire anche il contrario, avere grazie al gruppo la spinta a prendere finalmente in mano un libro che mi aspettava sullo scaffale da tempo e uscirne in gran parte delusa.

Non posso dire che non ce ne fossero le premesse. In casa girava una vecchia edizione consunta e palesemente usata.
– Nik, lo hai già letto?
– Sì, ma non mi ricordo quasi niente.
Lapidaria e terribile recensione.

Eppure La svastica sul sole è un libro a suo modo mitico, è l'Ucronia con la U maiuscola, IL libro con i nazisti al potere. Chi non l'ha mai sentito nominare? E, amando la fantascienza, come avrei potuto non amarlo?

– SEGUONO INEVITABILI SPOILER –

Il problema, temo, era tutto nelle aspettative. L'Ucronia. Il libro sul mondo con i nazisti al potere. I nazisti al potere ci sono e quest'ambientazione alternativa è tutto il fascino del romanzo. Un mondo in cui Germania e Giappone si sono spartiti la torta, con la Germania che ha prosciugato il Mediterraneo, distrutto l'Africa e si è affacciata su altri pianeti del sistema solare. Il Giappone ancora radicato al suo senso dell'onore, affascinato dal passato che ha contribuito a distruggere e incapace di progredire. Un'America sottomessa e marginale, sopra cui volano i razzi per altri mondi, ma in cui ci si sposta in risciò, che svende i suoi, veri o falsi cimeli (da cui l'orologio in copertina sul cui senso per anni mi sono interrogata) e vittima di un senso di inferiorità nei confronti dei vincitori.
Il problema è che tutto ciò non è il cuore del romanzo.
L'impressione che ho avuto è che questa visione così lucida e inquietante, alla fin fine interessasse relativamente all'autore.
Il titolo italiano, così bello e così diverso dall'originale, qui trae moltissimo in inganno. Perché La svastica sul sole focalizza tutta l'attenzione sul potere nazista e il mondo alternativo. Ma il titolo originale è un altro e suona più correttamente L'uomo nell'alto castello e pone l'accento sul vero cuore del romanzo.
L'uomo nell'alto castello è l'autore di un libro vietato ma letto da tutti che racconta di un altro mondo ancora, un mondo in cui i nazisti abbiano perso, ma che non è la nostra realtà.
Si insinua quindi il dubbio che quella che stanno vivendo i personaggi, una vita per altro scandita dalle profezie del libro cinese degli oracoli, possa non essere la realtà. Sono forse loro stessi i personaggi di un libro? O, tra tutti gli universi possibili, hanno avuto la sfortuna di vivere in uno particolarmente sfortunato? O forse è solo il sogno di un qualche gerarca nazista in disgrazia a un passo dalla morte?
Forse lo avrebbe saputo nel seguito che Dick non riuscì a terminare, in questo romanzo non lo sapremo mai.
Quindi le mi aspettative andavano in una direzione, l'esplorazione di una realtà parallela, mentre l'autore mi portava sul concetto di realtà e di percezione della realtà. Cosa di per se interessante, se non che a me, vera o falsa che fosse, interessava di più la realtà accennata nel romanzo.
Forse, se ci fossero stati altri personaggi, in grado di prendermi per mano e condurmi nella storia, la cosa non sarebbe stata poi così grave. Per me i romanzi sono sempre la storia di qualcuno. È forse un mio limite di lettrice, ma fatico davvero ad appassionarmi a un libro se dei personaggi non mi importa nulla. E i protagonisti di questo mi lasciano del tutto indifferente, cosa ben peggiore del risultare odiosi. Li ho trovati potenzialmente interessanti, ma alla prova dei fatti insulsi, con lo spessore della carta velina. Che sia voluto, ci siamo chiesti? Può essere. Se non sono altro che proiezioni, sogni o personaggi di un libro altro forse è giusto che che siano così psicologicamente evanescenti. Tuttavia fatico a seguire per centinaia di pagine dei personaggi che hanno meno complessità, per quello che ne ho visto, del mio nuovo gatto. Almeno Orlando Calibano Nerone ha un passato misterioso, un fare schivo e un agire che riserva qualche sorpresa. Questi no, si muovono da A a B e possono essere riassunti con non più di due aggettivi.

Alla fine, dunque, di questo libro mi rimane l'enorme fascino di un'ambientazione inquietante ma assai poco esplorata, qualche domanda sulla realtà e poco altro.
Ho il triste sospetto che tra qualche anno, rivedendo il volume sullo scaffale dirò: "Ah, il libro con i nazisti al potere che forse è solo un'illusione. Ci erano i personaggi? Cosa succedeva? Non me lo ricordo".

Voi lo avete letto?
E quale libro famoso vi ha lasciato un retrogusto di delusione?

9 commenti:

  1. Non letto ma ho letto Fatherlad di Robert Harris che parte dal medesimo fatto: nazisti al potere, e mi piacque tantissimo, lì davvero c'era un mondo parallelo, forse possibile se i nazisti avessero vinto la guerra.

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    1. Amo molto Robert Harris e la sua precisione nel giocare con la storia, anche Dick gioca molto bene con la storia, il problema è che farlo gli interessa solo fino a un certo punto e il tipo di interrogativi che suscita con questo romanzo potevano stare in piedi anche senza nazisti, cosa che secondo me è un po' uno spreco di risorse.

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  2. Argomento un po' troppo greve, per me. Buona serata.
    sinforosa

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  3. Ho letto praticamente tutto Philip Dick, in un periodo particolare della mia vita, ed è tuttora saldamente in cima alla classifica delle mie preferenze. Questo però non mi aveva convinta più di tanto. Mi è rimasta una sensazione di indeterminatezza e non risolto.
    Due libri che mi hanno deluso sono "Nel cuore del paese" di Coetzee e "L'arte della gioia" di Goliarda Sapienza.

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    1. Quindi devo dargli una seconda possibilità?

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    2. Io ho amato alla follia "Ubik" e "Le tre stimmate di Palmer Eldricht".

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  4. L'ho letto (purtroppo) e l'ho recensito (negativamente).
    Con questo ho detto "addio" a Dick.

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    1. Ho letto la tua recensione, non penso di essere così drastica, ma sì, è stata una delusione.

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