mercoledì 20 giugno 2018

Quale storia insegnare ai nostri ragazzi?


In questi giorni sono immersa nel lavoro di programmazione per il prossimo anno scolastico.
Dato che la pupattola va al nido praticamente dietro la scuola e io, siano ringraziati gli dei tutti, non ho esami, posso immergermi nella biblioteca scolastica per cercare di rispondere alla domanda filosofica/esistenziale "che far fare ai miei ragazzi l'anno prossimo?"

Croce e delizia, più di tutto, è storia.
Perché è la mia materia preferita, da brava archeologa in disarmo quale sono.
Perché di solito è la loro materia meno amata.
E le due cose tendono a cozzare.

E poi il programma di seconda media idealmente va dal rinascimento all'unità d'Italia.
Vuol dire percorrere a passo di battaglione secoli cruciali incontrando morte e distruzione, rivoluzioni, drastici cambiamenti di vita e di pensiero.

Rischia concretamente di diventare una tortura comune, per me e per loro, da cui si esce con molta frustrazione reciproca e pochissimi apprendimenti.

E da qui la mia domanda:
Quale storia insegnare ai nostri ragazzi?

Quella delle date e delle guerre?
Quella dei cambiamenti della società?
Un po' una e un po' l'altra e sperare in bene?

E sopratutto perché insegnare storia, a prescindere dal fatto che sono pagata per farlo.

La mia idea, dopo quasi due settimane di meditazione, è quella di usare come idea base il:
"cosa ci rimane di questo evento?"
Nel piccolo e nel grande.
Dalle croci ancora incise su certi portoni della zona, memoria della peste del '600, ai grandi effetti globali di alcuni eventi.
Un tentativo forse destinato al fallimento di ancorare il passato al presente di una generazione abituata a vivere l'attimo e il virtuale, per cui la notizia di ieri è già vecchia e dimenticata.

Non sono comunque se sia un'idea sensata.
Secondo voi quale storia dobbiamo insegnare ai nostri ragazzi?

10 commenti:

  1. Non saprei cosa risponderti, anche perché mi sembra un programma immenso.
    Io insegnando scienze alle volte mi chiedo cose simili. Una cosa che provo a fare è infilare di tanto in tanto dei concetti "alieni" nelle lezioni, per farli riflettere al di là di atomi e molecole.
    Per cui direi che la Storia forse non è importante tanto quanto quello che la Storia ci insegna.

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  2. Impresa ardua. Difficile far avvicinare i ragazzini alla storia. Ti racconto un piccolo aneddoto che riguarda il mio vecchio e amatissimo professore di lettere e storia delle medie, non arrabbiarti e perdona la maleducazione, non è mai bello lasciare link, leggi qui:
    http://massimilianoriccardi.blogspot.com/2015/08/sul-sentire-comune-scorci-e-frammenti.html
    Non eravamo ragazzini "digitali" come quelli di oggi, quindi, forse più propensi, non lo so, può darsi. Resta il fatto che il nostro prof ci offrì una visione trasversale, con me funzionò. Adesso ho cinquant'anni e ancora ci penso.

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  3. Propenderei per la terza: un po' una e un po' l'altra e sperare in bene; ma cercare cosa rimane di un certo evento mi sembra un ottimo aggancio al presente.

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  4. Penso anch'io che ci vuole un po' dell'una e un po' dell'altra. Difficile capire il senso di certi fatti storici se non si conoscono le differenze tecnologiche, sociali e morali tra le varie epoche.
    Per dire: la guerra di secessione americana è comprensibile solo sin tanto che sia chiaro che c'era una parte della società americana che riteneva moralmente giusta e accettabile la schiavitù.

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  5. Belle domande, e complicate. Anche per me storia è la materia preferita, anch'io non so bene perché ce la fanno insegnare, comunque lo faccio, con risultati alterni, a seconda degli interessi delle creature. Credo che la cosa più importante sia il libro di testo: se è chiaro e viene seguito con cura i ragazzi se la cavano bene. E, naturalmente, se risponde al tuo modo di lavorare. Un po' di date ci vogliono, almeno quelle essenziali, almeno raggruppate a periodi, ma io lavoro soprattutto sul colore locale: vestiti, usi e costumi, tecniche agricole, tecniche di navigazione, la rivoluzione scientifica... Elisabetta I è un argomento che di solito piace, come la rivoluzione inglese o quella francese o quella americana, mentre le guerre di religione... bah, dico che ci sono state e si picchiavano molto, cose di questo tipo. Faccio sempre con gran cura la nascita della costituzione inglese (che è la prima costituzione), poi l'illuminismo. Insomma, col tempo ho sviluppato dei punti fermi, ma le cose cambiano a seconda della classe e dei suoi interessi. Insomma, mi barcameno. Ma basta che alla fine dell'anno abbiano una vaga idea della successione temporale, approfondiranno alle superiori. E che imparino a riferire in modo chiaro e comprensibile quello di cui stanno parlando. Agganciarsi al presente poi è sempre una buona idea - quando è possibile, naturalmente, usando gli anniversari o gli eventi contemporanei. Ma alla fine la storia è un pascolo talmente ricco che qualcosa che gli piace si trova sempre, con un po' di fortuna... quasi sempre, intendo. Insomma, diciamo che cerco molto di adattarmi all'utenza. Fermo restando che con certe classi storia proprio non ingrana mentre con altre puoi fargli qualsiasi cosa e gli piacerà comunque.

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  6. Si tratta della domanda delle cento pistole in rapporto ai ragazzi! Premesso che con me sfondi una porta aperta, e che per me storia non è mai stata un problema, capisco perfettamente il punto. Si tratta di un generazione per cui il passato ha ben poca attrattiva. Persino mio figlio che peraltro è grande, ma è sempre stato appassionato di Storia opera delle selezioni per me incomprensibili, come ad esempio sì Prima Guerra Mondiale, ma interesse solo per i fronti non italiani.
    La tua domanda per collegare il passato al presente mi sembra ottima. Forse proverei anche di farli ragionare su com'era la vita dei loro coetanei all'epoca, andando quindi sul campo sociale. Mi ricordo ancora con grande interesse i brani sui miei libri di Storia che descrivevano la vita quotidiana delle persone.

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  7. Insegnare storia non è facile, ricordo che a scuola non è mai stata la mia materia preferita, però quando il professore ci parlava delle connessioni sociali, del perché si arrivava a una guerra, oppure come si arrivava a una determinata situazione riusciva ad appassionarmi molto. Anzi tutta la classe si appassionava. Credo che la storia sia una grande maestra ma va spiegata in prospettiva facendo un parallelo con le dinamiche sociali che ne derivano e che possiamo ritrovare anche nella nostra attualità. Poi qualche imparare qualche data è necessario per contestualizzare l'argomento, per inserirlo nel periodo. Un altro modo per mantenere l'interesse è legare la storia ai luoghi, visto che tratterai dal Rinascimento all'unità d'Italia il collegamento con i luoghi italiani può essere interessante. A proposito sono stata sul lago d'Orta, un giro di due giorni e ti ho pensato...

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  8. Ma ciaooo! :)
    Io adoro la storia, è sempre stata la mia materia preferita. La cosa che meno di tutte mi è sempre piaciuta sono le date. Non quelle generali, per contestualizzare, ma quelle specifiche, quelle che una dopo l'altra eri tenuto a collegare a un dato evento che finivi per dimenticare. Ecco, forse la storia che dovremmo insegnare è TUTTA, ma la marea di numeri la dimezzerei. ;)

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  9. Salve, facendo doposcuola in biblioteca ho ben visto come la storia fatichi ad entrare nelle testoline dei ragazzi, n compenso, come bibliotecaria, cerco sempre di acquistare testi di narrativa che entrino nella storia senza voler essere troppo didattici, che raccontino insomma la vita delle diverse epoche storiche. Suggerisco i libri di John Boyne (non solo lo strappalacrime bambino col pigiama a righe, che pure ha un suo perché), La bambina dimenticata dal tempo di Siobhan Dowd, che però forse va presentato a stralci, sulla questione irlandese o sulla questione dei cadaveri preistorici nella torba, ed il meraviglioso libro senza parole '45 di Guido Quarello. Restituire quella lettura specifica potrebbe essere a mio avviso un compito di storia piuttosto complesso ' ma secondo me lascia impresso la temperie dell'epoca

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  10. Anch'io adoro la Storia. Cerco di trasmetterla veicolandola attraverso la mia passione, a volte riuscendoci, a volte no.
    Al momento il mio cruccio è se restare ingabbiati nel "programma", ossia realizzarlo tutto e perseguire questo scopo come doveroso da insegnanti oppure scegliere, selezionare.
    Devo dedicarci un apposito post, è un argomento fondamentale.

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