lunedì 18 marzo 2019

Due cose che so (davvero) sui cambiamenti climatici


Dopo le manifestazioni di venerdì, dopo aver letto e ascoltato, prima incuriosita e poi sempre più basita alcune polemiche, sento di dover dire la mia.

In tempi non sospetti, siamo nel 2000, due volte alla settimana facevo una sorta di viaggio iniziatico. Entravo nella facoltà di Scienze Naturali dell'Università di Pisa, prendevo prima lo scalone insieme a decine se non centinaia di studenti, ma poi deviavo verso un corridoio secondario. Prendevo una scaletta stretta, attraversavo un corridoietto con sulle pareti teschi che prima erano di animali vari, poi di scimmie e poi decisamente umani, facevo un'altra scaletta e infine arrivavo al laboratorio di Ecologia Preistorica, insieme agli altri 5 coraggiosi studenti. Io e un giovane sardo eravamo gli unici a provenire da quello strano corso di multifacoltà che era Conservazione dei Beni Culturali, gli altri erano scienziati di Scienze Naturali e ogni tanto, ma abbastanza spesso, si univano strane figure straniere che prendevano un sacco di appunti.

Ecologia Preistorica, di cui credo ci fossero 5 cattedre sparse in tutto il mondo, è la disciplina che studia il cambiamento del clima e suoi effetti sugli ecosistemi nel tempo.
Le strane figure straniere erano climatologi che volevano creare modelli sul cambiamento climatico in atto partendo dagli unici dati possibili: i cambiamenti climatici del passato.

Alla luce di questo credo di sapere un paio di cosette interessanti, inquietanti e scienticamente corrette sul cambiamento climatico.

Riassumendo.

Cambiamento climatico per principianti

Il clima non è fisso è immutabile, le ere glaciali lo stanno a dimostrare, ha delle ciclicità che grossomodo durano 100000 anni e sono dovute, parrebbe, all'attività solare. Il riscaldamento globale in atto, però, non è causato dal sole. Non è causato da particolari attività vulcaniche, l'altro grande imputato, meteoriti non ne sono cadute. Resta sono l'uomo.

Un cambiamento climatico globale con effetti macroscopici sugli ecosistemi è dovuto a un cambiamento minimo delle temperature medie. 5 gradi in media di più o di meno sono più che sufficienti a determinare un'era glaciale o un riscaldamento globale.
Quindi quando si parla di un grado o due in più di media, no, non è poco.

La grossa differenza non la fanno gli inverni ma le estati. In particolare il ghiaccio che si accumula o si scioglie durante l'estate. Quindi "guarda che freddo ha fatto quest'inverno, riscaldamento globale un corno" non ha alcun senso. L'unica domanda utile è: i ghiacciai perenni sono più grossi o più piccoli?

Che cosa ci aspetta?

I modelli realizzati sui cambiamenti climatici del passato ci dicono alcune cose inquietanti:

Quando il clima si fa più freddo, il cambiamento è più graduale e senza fenomeni climatici estremi, invece verso il caldo il cambiamento è repentino, con effetti traumatici per gli ecosistemi.

Il ghiaccio si scioglie e il mare si alza. Prima piano piano e poi di botto. Nell'ultimo grande riscaldamento globale, la fine dell'era glaciale, a un certo punto il mare si è alzato di 100 metri in 100 anni. Questo vuol dire letteralmente veder sparire intere pianure. Il Mar Nero era una pianura abitata. A un certo punto il Mediterraneo è tracimato oltre i Dardanelli, allagandolo di botto. Questo evento traumatico probabilmente noi lo chiamiamo "Diluvio universale", nel senso che i miti sul diluvio universale, più o meno diffusi ovunque probabilmente raccontano proprio questo terribile innalzamento del livello marino.
Sempre intorno al 2000 alcuni scienziati per sensibilizzare l'opinione pubblica mandarono in onda un finto spot di una immobiliare che proponeva dei palazzi chiamati "Mare Domani" posti mi pare nell'entroterra romagnolo. La pubblicità diceva che erano un ottimo investimento, perché nel 2030 sarebbero stati proprio in riva al mare.
Non so voi, ma io una cosa del genere non ci tengo a viverla.
Vi ricordo che per un Noè che si è salvato c'è un sacco di gente che non ce l'ha fatta.
Voi come siete messi con la preparazione dell'arca?

Quando tanta acqua proveniente dallo scioglimento dei ghiacciai arriva in mare, è acqua fredda. E questo va a incasinare le correnti oceaniche. Tutti alle medie, spero, abbiamo studiato gli effetti benefici sul clima europeo della Corrente del Golfo. Vogliamo toglierli?
Ora, questo è già accaduto circa 10000 anni fa, ma i nostri antenati non ci hanno lasciato grandi documenti scritti per capire come abbia influito sulla loro vita (certo, sappiamo che gran parte degli animali di cui si nutrivano si sono estinti e loro hanno dovuto rassegnarsi a zappare la terra...).
Però sappiamo dalle indagini sui pollini che nel bel mezzo del riscaldamento globale, mentre il mare si alzava, fiorivano in centro Europa ogni tanto delle piante artiche. Vuol dire che globalmente faceva più caldo, ma che qui c'erano dei periodi davvero molto freddi. Presumibilmente ciò era dovuto all'incasinarsi delle correnti oceaniche.
Voi le serre ce le avete pronte?

Ma io questa cosa non la vedo! Ce ne preoccupiamo solo per gli orsi bianchi?

Non la vedete? Io sì. Nel senso che ascolto quello che dicono gli agricoltori della mia zona, il Piemonte. La risicultura è in crisi perché abbiamo dei periodi di siccità inaudita che mette a rischio l'allagamento delle risaie. L'industria del vino è in crisi perché le viti di nebbiolo (quello del Barolo) iniziano a risentire dei cambiamenti. Le vendemmie sono più scarse e la qualità del vino minore.
Sono piccoli segnali di un cambiamento in atto. Ricordo che all'inizio il cambiamento sembra minimo e poi si fa inarrestabile.
Pensate davvero all'impatto che ha il fatto che le colture tradizionali di una zona nel giro di pochi potrebbero non essere più adatte per quel posto...

E gli orsi bianchi... Gli orsi bianchi, poverini, sono un passo davanti a noi. Nel senso che ne sono già morti davvero tanti. Quelli che non sono morti sono nati già in un periodo di magra. Alcuni hanno reimparato a cacciare sulla terra ferma. Hanno incontrato le altre popolazioni di orsi, scoprendo di essere ancora interfertili e sta spuntando "l'orso grigino", una sorta di specie ibrida nata da questi incontri. Insomma, gli orsi, globalmente e come specie ce la faranno.
Ma io ho esordito con "ne sono già morti davvero tanti".
Anche l'umanità globalmente e come specie penso ce la possa fare. Ma con quante perdite?

Ma l'impatto di ciò che posso fare io è minimo!

Insomma. Nel senso, ci sono cose che se le fa una persona sola tanto vale, ma se le facciamo tutti le cose cambiano.

Le mucche (anche i maiali e tutti gli animali a basso tasso di riproduzione) inquinano e bevono tanto. Questo è un fatto. Ridurre se non eliminare il consumo di carne o di certe carni un impatto globale ce l'ha.
A me personalmente la bistecca piace e trovo che la carne abbia un valore anche culturale. Però preferisco consumarne decisamente meno, proveniente da allevamenti sensati e controllati, perché comunque l'arca non la so costruire.

Le auto inquinano. Gli aerei inquinano. Preferire mezzi di trasporto a minor impatto ambientale avrebbe un effetto sia locale (il Nord Italia è tra le aree con l'aria peggiore dell'Europa) che globale. Questo non vuol dire girare tutti in bicicletta, se non è possibile, ma preferire i motori meno inquinanti, cercare di far viaggiare meno auto quando possibile, preferire, quando possibile il treno all'aereo.

I rifiuti bene non fanno, la plastica in particolar modo, quindi ridurre la produzione di rifiuti ha un effetto benefico locale.

Queste tre cose le possono fare tutti e, se le fanno tutti, c'è davvero un effetto sia locale che globale. Basta, non basta? Di certo aiuta. Su una sfida che si gioca sul mezzo grado globale io direi che tutto ciò che si può fare va fatto.

Ma tanto i giovani sono stati manipolati, volevano solo saltare la scuola...

Può essere.
Abbiamo appena finito di lamentarci dei trapper che inneggiano alla droga e dobbiamo iniziare a lamentarci di chi inneggia a inquinare meno?

Questi giovani attivisti smuoveranno degli interessi? Certo, come i giovani cantanti, i giovani attori, i giovani olimpionici, insomma, tutti coloro che si trovano alla ribalta molto giovani.
Quindi, o mettiamo il limite dei 18 anni per qualsiasi cosa, sport e cinema inclusi, o accettiamo il fatto che a 15, 16 anni (età a cui non troppo tempo fa ci si sposava e si andava in guerra) uno possa dire la sua. Ovviamente si muoveranno anche degli interessi. Ma tra un giovane trapper che inneggia alla droga e un giovane attivista che promuove uno stile di vita più compatibile con la nostra sopravvivenza io non ho dubbi su chi scegliere.

Ho seguito molto poco il fenomeno Greta perché dall'alto della mia spocchia non ritenevo di aver bisogno di essere sensibilizzata ulteriormente. Farei comunque notare che la ragazza ha 16 anni e non 6 e che ci sono in attività e ci sono stati fior fior di scienziati con sindromi dello spettro autistico.
È triste che ci sia bisogno di un simbolo, eccolo tutto.


In ogni caso l'unica domanda utile è:
cosa stiamo facendo in merito a riscaldamento globale? A che punto siete con la costruzione dell'arca?

15 commenti:

  1. Purtroppo il problema è reso ancora più pericoloso che l' "arca" in un certo senso esiste già ed il nostro pianeta. E se alcuni "marinai" dell'arca non fanno bene le loro manovre, vanificano pure il buon lavoro altrui.
    Per dire: Cina e India hanno un miliardo di abitanti a testa, se loro immettono nell'atmosfera più gas del dovuto, i controlli sulle emissioni in Europa servono a poco, visto che poi l'atmosfera non è divisa da alcun confine ma è un bene comune.
    Gli Stati Uniti sono il paese più rilevante a livello economico, e il loro attuale presidente ha deciso di ritirare il paese dagli accordi di Kyoto... questo significa che un altro gigante che da solo vale quanto l'Europa probabilmente non sta controllando le sue emissioni... E la Russia, le controllerà davvero pur avendo nominalmente aderito a Kyoto? Ho i miei dubbi. E gli altri paesi emergenti, tipo Brasile, Turchia, Indonesia e via dicendo?...
    Insomma, tristissimo a dirsi, ma temo che gli sforzi di singole nazioni possano essere vanificati dal non rispetto altrui.

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    1. Vero. Per questo è necessario sensibilizzare l'opinione pubblica.
      Per altro il sud est asiatico sta già pagando i cambiamenti e sempre più lo farà nell'immediato futuro. Invece in Russia ci sono degli inquietanti programmi per lo sfruttamento agricolo della Siberia, non appena diventerà coltivabile. Forse è il caso di costruire casa lì...

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  2. Un post bellissimo e lucido.
    La vedo come te su tutto.
    Anche io non mi sono preoccupato del caso Greta (non sono gretino, diciamo) anche perché poco tollero queste operazioni, pure se fatte a fin di bene.
    Intendo: le tollero poco su me stesso, non ho bisogno di una Georgie di IT che si pittura la faccia.
    Ma forse il resto del mondo ne ha bisogno, e allora ben venga, anche se io (scusa la digressione) spero sempre in una coscienza individuale forte e concreta.

    Moz-

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    1. A noi adulti Greta dice poco e ci sta, ma per un ragazzino è diverso. Ben vengano esempi giovanili come lei.

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  3. Greta mi è simpatica sinceramente è questo movimento mi piace. Da 50enne il cambiamento climatico lo vedo eccome perché il clima è appunto molto diverso rispetto a quando ero bambina o ragazza. Per quanto riguarda il mio comportamento credo di essere piuttosto virtuosa, ma c'è ancora margine di miglioramento x ridurre l'acquisto di confezioni di plastica

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    1. Ognuno fa quel che può, ovviamente. E se tutti facciamo un po' è già qualcosa

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  4. Sono d'accordo sul tenere i riflettori sul problema e non sul caso Greta, che può essere utile a sensibilizzare chi ne ha bisogno, ma va soggetto a tutte le distorsioni e mitizzazioni del caso. Che in età adolescenziale si accetti volentieri qualunque spunto per saltare la lezione non è una novità, anche se adesso pare non stia bene dirlo. Mi stupisce sempre vedere come sia difficile essere attenti alla sostanza delle cose, invece che a dettagli e apparenze. Comunque tutto quello che è buono va bene, da qualunque parte venga, e sicuramente esistono anche ragazzi informati e consapevoli. Io con l'arca sono ancora un po' indietro, ma per il resto cerco di fare la mia parte.

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    1. Da ragazzi ogni scusa è buona per saltare la scuola. Meglio Greta e il clima che i trapper e la droga, no?

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  5. Greta non farà tremare i potenti, ma sicuramente ha smosso dibattiti e acceso l'attenzione su un fatto purtroppo sottovalutato per troppo tempo. Non ha coinvolto nemmeno me tutto questo teatro attorno alla sedicenne, anche perché, come al solito, è facile arrivare alle strumentalizzazioni: io so che il pericolo esiste davvero, non mi serve avere conferme. Sto provando a contribuire in piccolo: mangio poca carne (e vabbè che non mi piace moltissimo, però non la elimino dalla mia dieta alimentare, non ne abuso, ecco!), cammino spesso a piedi, viaggio poco, sono diventata una maniaca della raccolta differenziata, ma penso ahimè che parlarne faccia benissimo, per carità, ma comunque non ci salveremo da questo processo inarrestabile: troppo tardi! Non voglio fare prevalere la mia quasi rassegnazione, ma quando vedo che le estati sono sempre più calde, gli inverni sempre più brevi, ecc. ecc. cerco il manuale d'istruzioni per costruire l'arca!

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    1. Ribadisco, Greta parla alla sua generazione e la sua generazione secondo me ne ha bisogno, o comunque meglio una Greta che tanti altri giovani sotto i riflettori. Sull'inarrestabile non so. Davvero vorrei avere i dati in mano e saperli leggere. Credo che nel complesso, anche prevedendo il peggio, non sarà la fine del mondo. Ci saranno eperò tanti, tanti problemi.

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  6. Hai scritto un bellissimo post che condivido pienamente. Io credo che il clima stia cambiando e che manchi poco tempo per poter porre rimedio. Ben venga un movimento guidato dalle sedicenne Greta e da tanti ragazzi giovani, è giusto che il movimento parta dai più giovani, si parla del loro futuro e, finora, i cosiddetti adulti al potere se ne sono fregati del futuro del pianeta. È vero che noi nel nostro piccolo possiamo fare poco, però se ci mettiamo tutti insieme qualcosa si può fare. Io cerco di mangiare meno carne e di riciclare le bottiglie di plastica, oltre alla carta e al vetro, ho sempre preferito acqua e sapone ai cotton fiocc e, vado a piedi, se posso, la mia auto è a GPL. Forse non basterà però ci provo...in ogni caso è molto importante parlare del clima e smuovere le coscienze.

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    1. Provarci è qualcosa. Al peggio si va verso il disastro con la coscienza a posto...

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  7. Grazie per avere scritto questo bellissimo articolo. Con l'arca sono indietro, purtroppo, ma mangio pochissima carne e solo quando non ho alternative, rifornisco la mia casa di energia da fonti rinnovabili e cerco di ridurre l'uso di plastica. Ho molti margini di miglioramento, ancora, ma sono in progressione positiva. Sono terrorizzata dal cambiamento climatico, che per me è lampante. Non sono molto ottimista e mi spiace soprattutto per mio figlio. Per i nostri figli.

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    1. I miei margini di miglioramento sono enormi e, per dire, il mio buon proposito "ma i pannolini lavabili?" è durato credo dieci minuti. Però, con tutti i nostri limiti, qualcosa bisogna tentare di fare...

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