lunedì 7 settembre 2020

Adesso però ripartiamo


 Ok, ci siamo.

Il sierologico l'ho fatto, il corso covid pure, la scuola si è attrezzata sfruttando ogni angolo disponibile, i banchi a rotelle arriveranno, i docenti che mancano forse. È ora di ripartire.

Non so chi passi di qui a leggere. Di sicuro colleghi, magari anche ragazzi. Non importa, questo è per voi, per chiunque nei prossimi mesi si trovi a dover frequentare la scuola.

Quando andavo alle medie io e pensavo al mio futuro chiedevo con sincerità a qualsiasi divinità ci fosse all'ascolto, una vita non noiosa. Qualcosa deve essere arrivato ai piani alti, perché mi pare di essere stata accontentata.

Insegno da undici anni, ho già avuto un alluvione con scuola sommersa, un'evacuazione da sisma (per fortuna con pochi danni materiali) e ora anche la pandemia. Mio nonno e mia mamma hanno insegnato una vita nella noia più totale, qualche giornaletto sequestrato come massima emozione. Mio nonno ha iniziato a insegnare nel 1945, subito dopo la guerra. Da allora grosse emergenze globali che abbiano toccato tutte le scuole (non solo d'Italia, ricordiamoci che siamo più o meno tutti nella stessa barca) non ne abbiamo avute. Viviamo in tempi eccezionali che per tanto richiedono misure eccezionali. Ci possono piacere oppure no, ma la prima cosa che dobbiamo ricordarci è che non saranno per sempre.

La scuola italiana dà sempre la sensazione di essere un po' zoppa "io speriamo che me la cavo". Però non è che nel resto del mondo le cose vadano così tanto meglio. Le avete viste le foto dalla Cina con gli studenti con il metro attaccato alla testa per aiutarli nel distanziamento? Almeno questo ce lo siamo evitati. Dalla Francia ho visto dei cerchi disegnati per terra in cui bimbetti di 4/5 anni devono giocare senza evadere. Insomma, ognuno si sta arrangiando come può. Magari a noi può sembrare di essere alla frutta, a un passo dal ridicolo e dall'inapplicabile, ma non è detto che altrove vada meglio. Anzi, può anche darsi che vada peggio. Noi italiani ci sentiamo sempre in difetto. Quando ci prendono in giro raramente protestiamo davvero perché spesso sentiamo di meritare quelle critiche. Quando l'epidemia è iniziata ha colpito duro noi per primi, in Europa. Poi però è arrivata ovunque e non è che gli altri paesi se la siano cavata tanto meglio. In alcuni casi pure peggio. Quindi quest'anno scolastico, almeno per un po', sarà disagevole, ma sarà disagevole ovunque, in qualsiasi stato. Almeno non gireremo con dei metri attaccati alla testa.

Regole. Regole. Regole. Nei primi tempi vivremo immersi in regole nuove. Sono nuove per tutti. Cerchiamo di prenderle come un gioco e non come una costrizioni. Cerchiamo, per quanto possibile, di sentirci bravi e capaci nel rispettarle e non in gabbia. Le regole sono cambiate per tutti. L'intervallo o la pausa mensa non saranno più come prima. La prima parola che viene in mente è "triste". Può essere. Ma in fabbrica, in ospedale, in un supermercato, in ufficio, anche lì le regole di lavoro sono cambiate. La pausa caffè comune, la mensa come esperienza conviviale al momento non ci sono da nessuna parte.

Non è la scuola di prima, ok. Non è detto che ci debba piacere, ok. Un certo diritto alla lamentela ci può stare. Però non è per sempre. Cerchiamo tutti di vivercela meglio della DaD. Questo mi sembra possa essere un obiettivo prendibile. Guardarsi negli occhi attenti alle distanze è comunque meglio che non vedersi tramite computer. Il prof a due metri che non si china sul compito è comunque meglio di quello a distanza a cui non riusciamo a caricare il compito per mancanza di correzione. Il compagno che non possiamo toccare è comunque meglio del compagno chiuso nella propria casa che non possiamo neppure vedere.

16 commenti:

  1. Buona ripartenza, Antonella. Si aspetta questo inizio di anno scolastico con un po’ di curiosità e molta preoccupazione. Nel liceo di mio figlio hanno consegnato i banchi nuovi: si riparte da questa novità, cui altre seguiranno con la premura da parte di tutti di fare poche polemiche e di affrontare i fatti con grande spirito di adattamento. Ci si abitua a tutto: mascherine, distanziamento... arriverà il momento in cui sarà tutto normale. È questo che mi ripeto ogni giorno per affrontare quello che stiamo vivendo ed eventualmente quello che ancora ci aspetta. Dunque, coraggio! per voi insegnanti e per tutti gli studenti si apre un nuovo capitolo. In bocca al lupo!

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    1. In bocca al lupo anche a te.
      Tenar (con l'account del marito)

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  2. Tocca avere un po' di fiducia e moltissime precauzioni. Buona scuola a te, ai tuoi ragazzi, concordo con la tua analisi attenta, piena di buon senso.

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    1. Buona scuola anche ai tuoi nipoti e buon autunno a te
      (come sopra sono Tenar con l'account del marito)

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  3. Hai perfettamente espresso il mio pensiero, dobbiamo vivercela armandoci di tutta la pazienza possibile. Diciamo che la si vivrà giorno per giorno, vedendo poi come andrà, se riusciremo a risollevarci abbastanza presto. Se, come si vocifera, il vaccino dovesse essere pronto entro l'inverno, può darsi che non si debba neppure fare tutto l'anno scolastico in queste condizioni, ma mi chiedo se dopo tutti questi sforzi, con tanto di lavori, spostamenti ecc. non si chiuderà invece tutto l'anno così e basta. Sarebbe già tanto non dover stare senza mascherina e senza distanziarci, solo sopportando l'adattamento ai nuovi spazi.
    È curioso come, in effetti, per decenni chi ci ha preceduto non abbia vissuto nulla di nulla e a noi sia toccato tutto questo caos. Ma se questo è il massimo dei fardelli che dobbiamo sopportare, ben venga. Come tu scrivi, in altri luoghi del mondo c'è ben di peggio e se pensiamo che altrove la scuola neppure esiste, allora va bene così.
    P. S. Io ho appena fatto il prelievo e avrò il corso di preparazione anti-covid mercoledì. :)

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    1. Purtroppo al vaccino entro l'inverno credo poco, c'è ancora tutta una fase di sperimentazione da fare. Speriamo che arrivi a fine inverno, per non ripetere la primavera del 2020...
      Tenar

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  4. In bocca al lupo a te e a tutti i tuoi colleghi per la gestione di questo anno scolastico così particolare. E speriamo che presto questi "tempi speciali" cedano il passo a situazioni magari più noiose ma tranquille e rassicuranti...

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    1. Chissà se ce ne ricorderemo quando torneremo a lamentarci della noia
      Tenar

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  5. Assolutamente d'accordo. Ci vorrà pazienza, ma noi ne abbiamo e chi non ce l'ha imparerà ad averne.

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  6. Anch'io temevo la noia da bambina e adesso la desidero, invece no, il nostro mondo è in continua evoluzione, ogni cosa cambia continuamente e quasi mai in meglio. Credo anch'io che guardarsi negli occhi a un metro di distanza sia meglio che vedersi sullo schermo, dobbiamo ripartire con le precauzioni del caso, ma noi italiani, tutto sommato e forse meglio di altri, siamo abituati ad affrontare gli imprevisti e le emergenze (siamo meglio di tanti europei, ma non sempre lo sappiamo). Buona ripresa

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    1. Ammetto che a me la noia continua a non piacere, ma come ricorda mio marito (a cui oggi ho rubato il computer per sbaglio e non voglio incasinargli gli account predefiniti) "che tu possa vivere in tempi interessanti" è probabilmente una maledizione.

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  7. Parole sante. Noi italiani siamo specializzati nel piagnisteo e nell'autodenigrazione, anche se poi riusciamo sempre ad adattarci e a esprimere il meglio nei momenti di emergenza e difficoltà.
    Ti auguro un buon inizio di anno scolastico, ho preparato un post speciale proprio in vista della ripartenza che pubblicherò a breve. Comunque vadano le cose... abbasso la Dad, evviva la presenza!!!

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    1. Ti ringrazio! Intanto, come regalo di inizio anno, mi è arrivato il tuo romanzo!

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    2. Che emozione, Tenar! <3 Ti ringrazio della fiducia. Approfitto per dirti che proprio ieri sera ho terminato l'ultimo libro delle Cronache di Ley: ormai sono del tutto invaghita di Amrod, anche se lui non mi vorrebbe si sicuro. :)

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    3. Ho appena pubblicato l'articolo sulla scuola nelle varie epoche.

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