martedì 28 ottobre 2014

La gavetta letteraria – Praticamente


Torna Praticamente, la rubrica dedicata a chi si affaccia nel mondo dell'editoria, per affrontare un argomento a me molto caro, la gavetta.
La prima premessa necessaria è che io non sono una secchiona, ma una sgobbona. Credo profondamente nel duro lavoro e nell'esperienza. Nessuno nasce imparato neppure in scrittura, figuriamoci nel rapportarci agli editori. Di sicuro esiste il fattore C, c'è il ragazzo che invia il proprio manoscritto a Mondadori (o a un altro big) e viene pubblicato subito, ne conosco almeno un esemplare. Ancora di più esiste il fattore R (raccomandazione). Tuttavia io voglio credere con quella fede tanto salda da smuovere le montagne che quando ci si impegna si ottiene un risultato.
Quindi credo nella gavetta. Se avessi pubblicato a vent'anni con un big dell'editoria, forse sarebbe stata una disgrazia per me, perché allora la mia scrittura non era matura e il sistema editoriale mi avrebbe spolpata viva.

A cosa serve la gavetta?
– A te che scrivi serve a fare esperienza, a imparare un poco per volta sia le basi della narrativa, sia le dure regole del mercato editoriale
– A chi ti dovrà selezionare a conoscerti, a far suonare il tuo nome come noto. Questo non ti aprirà alcuna porta, ma farà sì che il tuo testo venga letto con più attenzione.

Vi ho convinti che la gavetta serve? E allora via, vediamo da quali strade può passare

Corsi di scrittura
Nessuno nasce imparato, si diceva. E quindi un buon corso di base, male non può fare, a patto che sia ben organizzato.
Se posso essere sincera, meglio un corso che la sola lettura del migliore dei manuali, perché il corso genera confronto. Troverete altre persone con le vostra passione, con più o meno attitudine di voi. Vi leggerete a vicenda e imparerete a subire critiche.
Esistono dei buoni corsi gratuiti o a prezzi accessibili.
E non capisco perché nessuno si vergogna a dire che va a seguire un corso di pasticceria, piuttosto che di fotografia, e invece di quello di scrittura ci si debba vergognare, in nome di un talento letterario innato.
Tanto per essere chiara, del talento letterario innato io penso quel che Da Ponte scriveva per l'araba fenice "che vi sia ciascun lo dice /dove sia nessun lo sa"

Scrittura di racconti
Lo so che sognate il romanzo. Credete che non sia stata impavida aspirante anch'io? Il grande romanzo della vita. Come suona bene.
Se c'è una cosa che la pratica della corsa di resistenza mi ha dato (e dieci anni di agonismo qualcosa insegnano) è che non ci si improvvisa maratoneti. Magari una volta va bene, ma poi ci si infortuna. Perché polmoni, tendini e muscoli non sono allenati a una così grande fatica. Si parte da distanze minori.
In scrittura vuol dire racconti. Iniziate a scrivere un racconto compiuto sui personaggi del vostro grande romanzo. Poi, magari ne utilizzerete pagine e pagine pari pari. E intanto avrete fatto esperienza.
Per ulteriori ragioni, vi lascio a un mio vecchio post: perché scrivere racconti

Forum letterari e siti specializzati
Lo ammetto anch'io. Ho scritto fanfiction. Ho potuto pubblicare gratis i miei racconti, avere centinaia di lettori e qualche commento. 
Fatelo.
Magari non fanfiction, se non avete l'età o la forma mentis giusta (ma io continuo, ogni tanto, a leggerne di degnissime). Ci sono altri forum e altri siti.
È il primo passo per uscire dal guscio.
Che il blog serva come gavetta letteraria sono meno sicura. Io adoro avere il blog e mi ha dato tantissimo, tuttavia un blog è casa propria, chi vi stroncherà mai un racconto in un commento? E la scrittura di post non narrativi aiuta fino a un certo punto nella stesura di racconti e romanzi.
Apritelo lo stesso un blog, per il confronto, ma non usatelo come unica palestra.

Partecipate a dei concorsi seri
Innanzi tutto vi rimando al mio vecchio post come sopravvivere a un concorso letterario
Per servire come gavetta un concorso letterario deve essere organizzato da qualcuno addentro al mondo editoriale e deve avere un ritorno in termini di visibilità.
Un buon concorso può mettervi in contatto con agenti letterari e case editrici e far circolare i vostri scritti. 
E, no, un concorso basato sui "mi piace" messi su Fb non lo considero serio.

Pubblicare con case editrici stimate
Che sia per un racconto o per un romanzo, anche a seguito di un concorso, cercate di pubblicare con case editrici serie e stimate, fosse pure solo per un racconto di 2000 battute.
Un curriculum letterario pieno di pubblicazione EAP ha un valore, temo, di poco superiore alla proverbiale carta igienica.
Gli editori tra loro si conoscono, comunicano e si leggono. Se l'editore Tizio pubblica molte schifezze, aver pubblicato con Tizio non vi aiuterà molto. Se Caio è un editore molto piccolo, ma è risaputo che punta sulla qualità, allora anche solo un racconto pubblicato con Caio può essere una nota positiva.

Armatevi di pazienza
Tanta. 
Quello editoriale è un mondo duro, dove farsi strada è difficile e, spesso, non lineare. La fortuna comunque influisce, che ci piaccia o no.

La via che vi ho indicato, quella della gavetta, è lunga e snervante. Non ha alcuna garanzia di successo. Io, però, continuo a crederci e l'ho scelta per me.

Voi cosa ne pensate?

30 commenti:

  1. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  2. Io ho ancora poca esperienza per potermi esprimere al riguardo, però mi rincuora leggere che fra i tuoi suggerimenti compare qualcosa che faccio abitualmente: siccome non voglio abbandonare il mio romanzo ma mi rendo conto di avere a volte un po' di difficoltà a lavorare su una mole di materiale molto grande, tratto determinate sezioni come se fossero racconti a sé stanti per poi integrarli con il resto. Per il momento funziona, e non mi sono ancora bloccata. Però ti confesso di essere veramente TERRORIZZATA se penso a quanto lavoro ancora mi aspetta. Non so perché mi sento appiccicata con il bostik a questo progetto.
    L'idea dei forum non è male. Ne avevo frequentato, anni fa, uno della De Agostini. Avevo pure pubblicato dei raccontini in una delle loro antologie. Ci farò un pensiero...
    Per frequentare un corso, in questo momento, avrei bisogno di giornate di 54 ore. E mi sento di aggiungere allo "studio" anche la lettura dei blog a tema: senza leggere te, Grazia e Maria Teresa forse avrei avuto molte più difficoltà a riprendere dopo tanti anni. Seguirli con costanza aiuta ad acquisire contenuti tecnici "step by step". Inoltre, è possibile il confronto, cosa che con il manuale non avviene :)

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    1. Hai ragione, magari sul blog non è così spontaneo il confronto su testi letterari, che secondo me è fondamentale.
      Il corso non credo sia indispensabile. Però aiuta.

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    2. Questo di sicuro! :) Ogni corso fatto bene dà uno sprint non indifferente e ci si può confrontare sui testi, sicuramente offre un surplus rispetto alla lettura dei blog. Però ribadisco l'importanza che hanno avuto per la mia esperienza da autodidatta. Magari scriverò un post al riguardo! ;)

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    3. Poi mi pare (dico bene?) che con alcuni blogger tu abbia fatto un vero e proprio scambio di testi, che è la parte di confronto di cui parlavo. Quello che volevo dire che, come impostazione il blog offre meno confronto rispetto a un corso, nulla vieta, però, di organizzarsi altrimenti, come hai fatto tu.

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    4. Su questo non c'è dubbio... la realtà vince ancora sulla virtualità! Il post di oggi (se riesco a scriverlo perché devo partire) parlerà proprio di questo :)

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  3. D'accordissimo su tutto, un pelino meno sul punto "pubblicare con casi editrici stimate", nel senso giustissimo e sacrosanto io ho preso 2 cantonate e mi porterò nella tomba la frustrazione che questa scelta ha portato con sè, tuttavia non fa tantissimo curriculum, o almeno PER FORTUNA consentimi la maiuscola, non l'ha fatto per me, chi poi mi ha aperto la porta all'editoria seria, ha guardato solo la nuova storia, che funzionava. Senza che io omettessi alcunchè sul mio passato, sia detto. Oggi su bookblister c'è una discussione importante analoga, da mangiarsi un po' il fegato per certi commenti (si pubblica solo se si conosce) ma se ti va di dare un'occhiata. Bacione
    Comunque sì, gavetta, io posso dire di averla fatta e la sto facendo ancora. Bacione

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    1. Io non sono d'accordo sul fatto delle pubblicazioni, come possiamo dire, non limpidissime (?) danneggino. Solo, non aiutano. Tra dire "non ho pubblicato nulla" e "ho pubblicato EAP (o altro di opaco)" non c'è molta differenza.
      E anch'io sto facendo gavetta.
      E ne sono pure fiera.

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  4. Ti quoto soprattutto sui racconti brevi.
    Tutti partono dal romanzone tipo Guerra e Pace, ventimila pagine... e invece è utile (e bello!) scrivere racconti brevi.
    Magari si potrà alzare il tiro facendo un racconto breve a episodi... e così via^^

    Moz-

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    1. Appunto. Sai quanta gente conosco che si è fatta male davvero seguendo l'idea "o maratona o niente". E quanti non hanno mai concluso il loro primo pachidermico romanzo?

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  5. Condivido molto di quello che dici. La gavetta è fondamentale, come lo è per qualsiasi campo. Riguardo alla pubblicazione con case editrici stimate, mi sembri piuttosto ottimista! Quali case editrici pubblicano i racconti di scrittori sconosciuti?!

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    1. Solo basandomi su esperienza diretta
      – I vincitori del concorso Rill vengono tradotti anche all'estero su riviste specializzate
      – Delos pubblica ogni martedì racconti in e-book per i quali propone regolare contratto, le selezioni sono spesso aperte a tutti
      – Le collane in edicola di Mondadori pubblicano racconti tramite concorsi gratuiti. Le tirature si aggirano sulle 50000 copie.

      Di certo ci sono altri canali e altre case editrici serie disposte a pubblicare racconti di sconosciuti, basta cercarle!

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    2. ... E dimenticavo Plesio con la rivista Terre di Confine!
      (Scusa, Mur...)

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  6. Il concetto della gavetta lo condivido, soprattutto inteso nel senso di esperienza, però il resto di cui parli mi rende perplessa. Non ho mai fatto un corso, non mi piace scrivere (né leggere) racconti, diffido nei concorsi, non partecipo a forum di scrittura e non ho mai pubblicato con CE stimate. Insomma, sto messa proprio male?

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    1. Sui racconti penso che dovresti cambiare idea, almeno da lettrice. E Carver, Borges, Alice Munro dove li mettiamo?
      Sui concorsi, se sono gratuiti, cos'hai da perdere? Al peggio non vinci.
      Per i forum fai sempre a tempo a cominciare (io leggo più che partecipare, anche per rendermi conto di cosa c'è la fuori...)
      Per i corsi mi sembri già molto ferrata, però sono sempre utili per il confronto, magari ne trovi uno serio, comodo e economico, mai dire mai...

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  7. Sono d'accordo su tutta la linea anche se personalmente non ho mai partecipato a corsi di scrittura, ma in futuro chissà.
    Il tuo post "Perché scrivere racconti" mi sembrava di ricordarlo; in effetti credo sia stato quello a spingermi a provare prima coi racconti per fare esperienza. Insomma, sei in parte responsabile della presenza dei miei racconti in rete! :D

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  8. Abbiamo avuto un percorso molto simile. Sono d'accordo su tutto, con qualche piccola riserva sui corsi di scrittura condotti da personaggi molto carismatici. E' quasi impossibile farsi plagiare da un manuale, ma da una persona può succedere. Ma questo è trovare il potenziale lato negativo in una cosa comunque molto positiva. Già la valutazione dei testi con l'insegnante e i compagni credo valga l'esperienza.

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    1. Il rischio plagio proprio non mi è venuto in mente... Sarà che con la testa dura che ho non ho mai corso il rischio, ma in effetti hai ragione, l'ho visto succedere.

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  9. Qualcuno di voi sarà pure alla gavetta. A me la devono ancora consegnare. Ascolto e faccio tesoro.

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    1. Almeno la gavetta possiamo prendercela senza chiedere il permesso a nessuno, spero.

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  10. La gavetta non finisce mai, secondo me. Quello che dici è giustissimo, meglio iniziare con formule letterarie brevi come il racconto. Io ho sempre scritto romanzi, ma da ragazza ne scrivevo solo di brevi. Trovavo difficile il racconto, per paradosso. Ora mi piacciono entrambi, il romanzone polposo e il racconto breve o bravissimo... forse ho acquisito più fiducia in me stessa.

    Corsi non ne ho mai fatti, quindi non ti so dire. Ti so dire invece che ce ne sono alcuni che costano troppo per le mie tasche, cifre che non mi potevo e non mi posso assolutamente permettere. A me piace molto confrontarmi con altre persone che scrivono, leggere i loro manoscritti e far leggere i miei, quello sì.

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    1. Ah, ah... ho scritto racconto bravissimo... altro lapsus freudiano, di recente ne sto inanellando una serie. Lascio perché è carino! :-)

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    2. È bello il racconto bravissimo, da subito il là alla narrazione (C'era una volta un racconto bravissimo che vinceva tutti concorsi, fino a che per lo stress iniziò a perdere le lettere... Ok, la smetto, follia da Pas...)

      Per il resto concordo

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  11. Non avevo mai sentito il termine fanfiction, l'ho Gugolato (!) e Wikipedia mi dice che si tratta di un'opera scritta da un fan prendendo spunto da un personaggio famoso. E' questo che intendi? il tuo ultimo romanzo è fanfiction di Sherlock Holmes?
    PS: scusate l'ignoranza... ma fa parte della mia gavetta ammettere di non sapere, è l'unico modo per imparare :)

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    1. Il caso di Sherlock Holmes è tutto particolare.

      In linea generale un fanfiction è un'opera amatoriale e senza fine di lucro che utilizza personaggi/ambientazioni di autori che non abbiano espressamente vietato questo tipo di opere (ad esempio Martin, l'autore delle Cronache del Ghiaccio e del Fuoco ha vietato le fanfiction dai suoi romanzi, la Rowling, invece, le ha incoraggiate). Essendo opere senza fine di lucro non ledono il diritto d'autore. Vanno pubblicate su siti apposta e/o con una specifica avvertenza in cui l'autore della fanfiction dichiara di non ottenere guadagno.

      La storia dei diritti di Sherlock Holmes, invece è anomala e complicata e io non la conosco bene, sta di fatto che a oggi in Europa (in America le cose sono un po' diverse) il personaggio si può usare anche per opere a fine di lucro.

      Quindi a livello legale il mio romanzo non è una fanfiction, benché risponda alla definizione di wikipedia, immagino.

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  12. Adesso mi è tutto più chiaro, grazie! Mi piacerebbe leggero uno dei tuoi racconti fan fiction pubblicati su uno di questi siti, mi daresti qualche link?

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    1. Trovi il link al mio profilo nella pagina "Liberi nella rete" ho pubblicato poche cose e variamente imbarazzanti. Tra l'altro non sono mai riuscita a trovare un accordo con l'impaginazione del sito.
      PS: occhio ai colori dei racconti e alle avvertenze, nei miei racconti non c'è nulla di che, ma in un sito dove non c'è alcuna censura si può trovare davvero di tutto e ricordo che il mio primo impatto fu traumatizzante.

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    2. PS: se vuoi farti un'idea delle potenzialità della fanfiction, leggi "A finger Slip", la trovi nell'elenco delle preferite del mio profilo (se conosci la serie tv di riferimento è meglio, ma credo che funzioni in ogni caso)

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