venerdì 23 settembre 2016

Anteprima "La Spada, il Cuore e lo Zaffiro" – I miei tre racconti preferiti


Ormai ci siamo! Tra pochissimo avrò il libro fra le mani, così come chiunque vorrò acquistarlo al prezzo di lancio di 10€.

Intanto mi stanno succedendo tantissime cose, tra cui un super corso di aggiornamento con tanto di esame finale in centro a Torino, trattati per una volta come professionisti veri (palazzo liberty, sala bella e attrezzata, tutti motivati a dirci che insegnare è bello), per cui, complice la stanchezza arretrata, la mia presa sulla realtà inizia a farsi labile. Se penso che solo un mese fa stavo dando l'orale del concorso mi vengono le vertigini.

Avevo promesso però delle anticipazioni.

La Spada, il Cuore e lo Zaffiro è una raccolta di racconti fantastici, in parte già premiati all'interno dei concorsi organizzati da RiLL e in parte inediti o apparsi su riviste.
Non c'è un singolo racconto di cui non sia fiera, sopratutto dopo il lavoro di lima e di cesello di Alberto Panicucci, che ha pesato ogni parola e ogni virgola, costringendomi a penetrare come mai mi era successo nei miei stessi scritti.
Tre di questi racconti, però, sono, a mio avviso, i migliori che abbia scritto. Se dovessi fare (se mai un giorno farò) una sorta di Best of ci andrebbero di sicuro insieme al racconto Come foglie nel vento edito da Giallo Mondadori nel 2012 (a oggi il mio miglior racconto giallo, insieme a un altro ancora inedito).

Sono una pessima pubblicitaria, ma
Se volete leggere i miei racconti migliori leggete questa antologia
E in particolare (in ordine di apparizione nell'antologia):

Ulisse e la tartaruga
Che io adori l'epica classica è risaputo. Così, quando mi è capitato un concorso in cui si doveva scrivere un racconto con alcuni elementi obbligati tra cui: Ulisse, tartaruga, una frase su una profezia e un luogo pieno di neve mi è sembrato che il regolamento fosse scritto apposta per me.
Ne è nato un racconto pratchettiano, ambientato in un'antica Grecia alternativa in cui la Tartaruga, costretta dal Fato a vincere qualsiasi scommessa, è obbligata a sfidare Ulisse a una gara di indovinelli proposti dalla Sfinge.
In ogni riga c'è una citazione e il tono è comico fino al finale. Non fino alla fine, però, solo fino al finale.
Mi piace perché considero il mito classico qualcosa di ancora vivo e in grado di parlare al presente. È il mio miglior gioco metaletterario e non è da tutti giocare con Ulisse e uscirne vivi.
Eccovene un frammento:
... Ricorrere alle profezie per prevedere i risultati delle competizioni era illegale, così come molte altre cose ma, in un mondo dove c’erano più Pizie e Sibille che panettieri, era inevitabile che gli scommettitori si rivolgessero a loro. Del resto erano gli opposti inconciliabili e congruenti di quella terra: assoluto rigore logico e filosofico e incrollabile fiducia nelle profezie.(...)Questo permetteva il proliferare di una quarta figura professionale, oltre a quella degli scommettitori professionisti, dei filosofi e dei profeti, cioè quella degli interpreti dei responsi, anch’essi molto più diffusi dei panettieri.

Notte stellata
Questo è il racconto che considero il mio gioiello stilistico. È uno dei racconti più recenti e ha scalzato dal podio, in questa categoria, un altro dei racconti dell'antologia Anche se ti uccide (il mio unico "racconto quantistitico").
A parlare è un fantasma anomalo. Il fantasma di un politico colluso milanese (che il fantasy non sempre racconta l'altrove). Un uomo dalla squisita formazione umanistica, che ha improntato al propria vita alla ricerca del guadagno personale. Da morto non intente rinnegare se stesso, ma sempre più si insinua in lui la sensazione (per lo più negata) di essersi perso qualcosa.
Mi piace perché è un racconto in bilico tra mero virtuosismo e zuccherosità. Trova un suo equilibrio di malinconia e di luce soffusa.
Eccovene un frammento:
Ho pensato, d’istinto, che la mia dannazione mi riservasse un ultimo, non cercato, piacere. Osservare, non visto, i loro corpi, come un tempo spiavo le voluttuose curve di Samantha. Tuttavia, non so cosa sono, ma non sono più vivo. (...) Nel mio guardare non c’è progettualità, né speranza o sogno d’azione. Non ci sono più centri del piacere da attivare. Nulla più che il vedere senza alcuna reazione una delle ragazze che si toglie il reggiseno mi ricorda che non sono più un uomo.

Come tela di ragno
È il racconto che ha ispirato la copertina. A voler fare l'intellettuale, il mio tentativo di fare un racconto "alla Carver" in ambiente fantasy classico. Un racconto che inizia due pagine dopo la fine di ogni romanzo fantasy che si rispetti. Il legittimo erede ha vinto la guerra e ha raggiunto il trono. E tutti sono felici? Una guerra civile lacera animi e famiglie, lascia solitudini desolate che non fanno che ferirsi a vicenda.
Mi piace perché ritengo che sia il mio miglior racconto di analisi delle relazioni tra i personaggi. 
Eccovene un frammento:

"Uomini, che vi prendete il piacere dove volete, calpestando giuramenti e anime affrante come cavalli al galoppo sui fiordalisi. Credi che non abbia visto il bastardo di tuo padre, nel tuo seguito? E tu? Andavi a conoscere la tua promessa sposa portandoti dietro il tuo amante. Se non vi avessero scoperto glielo avresti mai detto? L’avresti sposata ugualmente, lasciandola sola a disperarsi, a domandarsi cosa ci fosse di sbagliato in lei, per quale suo errore non riuscisse a illuminare lo sguardo del marito. No. Non disprezzare Erya o me, per averle permesso di vivere un frammento di felicità a dispetto delle guerre degli uomini.”

Come vedere ci sono molte cose diverse dentro questi racconti, storie diverse, stili diversi, sperimentazioni diverse. C'è anche, il meglio di me. Che magari non è abbastanza, ma è anche tutto quello che posso regalare al lettore.

L'antologia è in prevendita qui

5 commenti:

  1. Che entusiasmo! E che bellezza quando le cose girano bene dopo tanto impegno. Davvero trasuda felicità questo post. Complimenti ancora.

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    1. Trasudo... Ops... Potrebbe non essere (solo) per il libro

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  2. Pur non essendo una grande esperta di fantasy, i primi due mi ispirano moltissimo. Non che il terzo non mi interessi, anzi... ma quelli... beh... non vedo l'ora di leggerli! :)

    P.S. La scorsa settimana sono scomparsa dalla blogosfera a causa di un po' d'influenza. Ora recupererò tutte le letture arretrate. :)

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    1. Spero tu sia guarita! E che i miei racconti ti possano piacere!

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  3. Io ho preferito Anche se ti uccide. Davvero bellissimo. Protagonisti fascinosi, mentre quello di notte stellata davvero non lo sopporto, posso immaginarlo solo con la faccia di Berlusconi o Alfano.... Brrrr

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