domenica 29 ottobre 2017

La colonna sonora di "Sherlock Holmes contro il Fantasma dell'Opera"

Uno dei particolari che più ho amato del romanzo di Leroux è che la musica è quasi un altro personaggio. Perché spesso molti autori cadono nel non valorizzare un elemento fondamentale da loro stessi inserito. Storia ambientate a teatro, per dire, in cui vengono citate due opere in croce e stra famose giusto per "fare atmosfera" e urlare al lettore "guarda che siamo a teatro!"
Il Fantasma dell'Opera è ambientato all'Opera di Parigi, il Fantasma ha respirato pane e opera da che è nato (checché lui stesso ne dica sul finale) e la musica sottolinea prepotentemente la vicenda tanto che io, leggendolo, sono andata a cercami i brani citati. Con quel sottofondo le pagine di Leroux acquisivano tutt'altra potenza.
Che il romanzo sia poi diventato un musical un po' era scritto nel destino, dato che è così facile immaginare la vicenda cantata, ma un po' è stato un tradimento, perché si è presa una vicenda legata al mondo dell'opera classica e la si è adattata ad altro.

Rilavorandoci mi è sembrato naturale recuperare quel legame con la musica classica, anche perché Sherlock Holmes stesso è legatissimo alla musica classica.
Ho già avuto modo di racconto come la mia stessa idea di Holmes sia cambiata radicalmente quando ho ascoltato le opere citate da Doyle, scoprendo una prevalenza per il primo romanticismo tedesco. Ecco, il primo romanticismo tedesco non è esattamente la colonna sonora che io avrei attribuito a un detective ossessionato dalla razionalità (infatti nelle trasposizioni di solito, se proprio gli mettono un violino in mano, gli fanno suonare o citare Bach o Mozart, che invece non vengono mai nominati nei racconti).

Quindi non è corretto dire che c'è una colonna sonora consigliata per questo mio quasi romanzo. La verità è che ci sono dei passaggi musicali su cui la narrazione si ancora. Ho ascoltato questi brani prima di scrivere e mentre scrivevo, nella speranza di intridere le mie parole con le loro note.
Eccoli qua:

 Il trillo del diavolo
Lei conosce la storia di quella sonata, dottore. Secondo la leggenda il diavolo in sogno l’aveva fatta udire a Tartini, che al risveglio la trascrisse a memoria in tutta fretta. Di certo c’è che fu resa famosa dalle esecuzioni di Paganini e che è uno dei brani più difficili che un violinista possa eseguire. In quel contesto, il significato della partitura era chiaro. Il Fantasma mi aveva tenuto d’occhio, o, per meglio dire, d’orecchio. Mi aveva sicuramente ascoltato mentre mi esercitavo il giorno prima in camerino e forse anche alle prove ufficiali. E ora mi offriva un patto da sottoscrivere eseguendo la sonata.
Paganini non lo possiamo avere, ma anche l'interpretazione di Ughi è da pelle d'oca.

 Il re di Lahore
Quando il fascio di luce della mia lanterna squarciò quelle tenebre odorose d’umido e polvere sgranai gli occhi. Mi apparve un lungo colonnato con uno sfondo di palme le cui fronte sembravano quasi muoversi. Pareva che da un istante all’altro dovessi scorgere una scimmia gettarsi da un ramo all’altro e che una tigre potesse potesse sbucare dall’oscurità. 
Qualche anno prima all’Opéra era stata rappresentata un’opera dal titolo Il re di Lahore e tutti i giornali avevano parlato della magnificenza della messa in scena. In fondo al colonnato sembrava davvero ergersi il palazzo di un maragià. Di certo si trattava solo di una facciata di legno e tuttavia l’effetto era di un realismo impressionante. Al termine delle rappresentazioni una simile opera di artigianato non poteva certo essere distrutta, ma dato i costi che senza dubbio comportava una tale messa in scena,  era rimasta inutilizzata, relegata al più profondo sotterraneo dell’Opéra.

E cosa c'è di più inquietante di sentir risuonare un'aria d'epoca?

Faust

La sera del Faust la tensione era palpabile anche per chi non sapeva nulla delle minacce del Fantasma. Del resto si dice che gli animali, nei branchi, si trasmettano l’un l’altro il nervosismo, quando un predatore è in agguato nei paraggi e agli uomini deve capitare all’incirca la stessa cosa. Vi erano più giornalisti che per una normale rappresentazione e l’Opéra era gremita di spettatori. I direttori in persona occupavano il palco n°5, in sfregio al Fantasma.

Il Faust è la parte fondamentale della colonna sonora. Le rappresentazioni di quest'opera scandiscono il racconto, accompagnando sempre le scene più iconiche.
Date anche solo uno sguardo a questa rappresentazione, andata in scena proprio all'Opera di Parigi.

Romeo e Giulietta, notte nuziale
I due iniziarono a cantare il duetto "La notte nuziale" dal Romeo e Giulietta. Il pubblico rimase senza fiato. Tutti riconobbero la voce cristallina di Christine, ma chi fosse quel tenore dal timbro profondo e vagamente spaventoso era oggetto delle più azzardate supposizioni. Vi era qualcosa di terribile in quell’esecuzione. La totale innocenza di Christine, che si abbandonava alla musica e al suo partner si contrapponeva a qualcosa di struggente e cupo, come se Romeo fosse consapevole del proprio destino e cantasse in preda a un presagio di morte.
La rete non mi è molto d'aiuto su questo punto, diciamo che immagino il Fantasma con più carisma di questo tenore...

Aida – finale
Christine mi rivolse uno sguardo vacuo.
– A noi si schiude il cielo e le alme erranti… – continuò a canticchiare, come in un mesto lamento funebre.
Da parte sua non poteva venirmi alcun aiuto.
Niente spoiler, ma il dolente finale dell'Aida, credo renda bene l'atmosfera che avevo in testa per il finale di questa storia.

Incuriositi?
Sherlock Holmes contro il Fantasma dell'Opera è già in prevendita qui e qui, su Amazon

10 commenti:

  1. Tutti pezzi bellissimi ed emozionanti. Buona serata. Se hai voglia e tempo ti aspetto.
    sinforosa

    RispondiElimina
  2. Gounod l'ho sempre trovato meraviglioso. "Il re di Lahore" di Massenet mi era invece opera completamente ignota.
    Buona fortuna con il nuovo libro :-)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Il re di Lahore era sconosciuto anche a me e vista l'età delle registrazioni che ho trovato penso che non sia rappresentato da un po'. Per la storia, anche quella originale di Leroux, però, è essenziale.
      PS: il Faust e il re di Lahore sono "scelte obbligate" in quanto fondamentali anche nell'opera originale, le altre sono scelte mie.

      Elimina
  3. Molto belli questi pezzi. La musica può infondere la giusta prospettiva alla scrittura e dare la capacità di "visualizzare" meglio le emozioni e i sentimenti che vogliamo descrivere.

    RispondiElimina
  4. Io invece non mi stupisco delle scelte musicali di Holmes. Secondo me lui è un grandissimo passionale. Lo slancio con cui svolge la sua professione secondo me denota un moto dell'animo che ha a che vedere con una certa inquietudine e follia che non me lo fanno incasellare in un semplice tipo razionale. Certo, a Holmes potrebbe tranquillamente piacere Bach, ma la passione non è per niente fuori dalla sua natura, secondo me.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sì, sono d'accordo. Infatti non si può capire Holmes senza la musica, che di fatto è l'unica valvola di sfogo che si conceda. Secondo me (o di sicuro per il MIO Holmes) lui vorrebbe che Bach fosse il suo autore preferito, ma continua invece a suonare Paganini.
      Ed è per questo, per altro, che lo amiamo.
      In questa storia, poi, avendo un Holmes di 25 anni me lo sono concesso un po' più passionale anche quando non ha il violino in mano.

      Elimina
    2. Il mio blog? Ti ringrazio molto!
      Bella la frase "lui vorrebbe che Bach fosse il suo autore preferito, ma continua invece a suonare Paganini".
      Ma infatti Holmes lo si ama perché non è così tutto d'un pezzo come lo si potrebbe pensare a prima vista. Le braci che ardono sotto la cenere...

      Elimina