giovedì 8 febbraio 2018

L'amica Ispirazione e la signorina Concentrazione


Una volta ho letto che gli uomini per scrivere hanno bisogno della scrivania di mogano, di sorseggiare la giusta bevanda e che una musa sussurri loro all'orecchio, le donne si accontentano che gli oggetti che volano per caso non le colpiscano.
È un'esagerazione, ma un po' temo sia vero.
Così come è vero che il tempo quando si vuole lo si trova, ma con i figli e il lavoro è tutto più complicato. O è più complicato scrivere.
Perché la scrittura è un'amante esigente che pretende piena attenzione. Si può ideare una trama in coda alle casse del supermercato o al semaforo rosso (ormai sono campionessa mondiale di trama al semaforo) ma per trasformare l'idea in parole ci vuole qualcosa di più. Di più persino del non essere colpiti dall'oggetto volante. Ci vuole quella maledetta della concentrazione. E se la scrittura è un'amante esigente, la concentrazione è una snob schizzinosa. E in aula insegnanti non va bene, almeno per la narrativa (ora sono il aula insegnanti) perché il chiacchiericcio dei colleghi la infastidisce. E dopo le dieci di sera non va bene, perché lo sbadiglio la indispettisce. E con i cartoni animati di sfondo (in quella santa mezzora di Peppa Pig in cui i grandi cercano di fare più o meno tutto) non va bene perché in realtà finisce per guardarli anche lei. Maledetta concentrazione, che non arriva neppure quando il tempo lo ritagli, troppo snob ed elegante per scendere nella vita piena di allegro caos di una mamma lavoratrice.
Ingannavano tutti quegli scrittori che parlavano di ispirazione. L'ispirazione è un'amica gentile, che arriva nei momenti più impensati e mi fa compagnia appena può. È la maledetta concentrazione quella che inseguo invano. Mi sembra proprio di inseguire con abiti da lavoro, con gli stivali grondanti fango, una signora da libro di Jane Austen in abito bianco, impeccabile acconciatura bionda, che agita il ventaglio stizzita e fa finta di non vedermi.
Ma la prenderò. Ah, se la prenderò.
Perché le storie ci sono e premono per uscire.
Storia poco meditate, come il racconto che sto scrivendo, che pensavo che avesse per protagonista un personaggio, mentre in realtà il protagonista è l'altro, che pensavo dovesse avere un tono e invece ne ha un altro.
C'è da dire che questo è un modo di scrivere molto più istintivo di quello che mi era abituale. Avete presente il "mentale" di cui parla Chiara Solerio? E chi lo ha visto più? Si è dileguato, poveretto, o è stato zittito in malo modo. Quando si acchiappa per la coda la signorina concentrazione si scrive, senza schemi e senza reti, curiosa io per prima di scoprire cosa mai ne verrà fuori.
Sarò sincera. Non urlo alla liberazione dalle infrastrutture mentali. Non mi sembra di produrre capolavori. Un racconto scritto in questo modo, che ritengo abbia un'ottima idea di base, non ha raggiunto la pubblicazione perché non era ben bilanciato (magari lo proporrò qui). Probabilmente non sto scrivendo nulla di pubblicabile, neppure potenzialmente. Però scrivo. Magari solo poche righe. Ma con un godimento, quando ci riesco, che non mi era più abituale. Con la gioia di fare qualcosa che amo profondamente e con la consapevolezza che è un privilegio.
E così, anche se a volte sclero oltre il lecito quando c'è l'amica Ispirazione, ma la signorina Concentrazione si nega, la gioia di fare, alla fine ripaga di tutto. Quasi anche degli scarsi risultati.
E voi come ve la cavate con i rapporti con Ispirazione e Concentrazione

16 commenti:

  1. Personalmente sono innamorato cotto della signorina Concentrazione e se manca lei mi manca tutto. Ciò significa che, come tutti gli innamorati cotti, mi sento vivo (come scribacchino) solo se lei è al mio fianco. Ne consegue che i tempi per scrivere si riducono molto perché anch'io ho i miei problemi a concentrarmi se non ho una stanza silenziosa a mia disposizione. Probabilmente una bravo scrittore riuscirebbe a scrivere anche su un treno affollato e rumoroso, io no. Non sono un bravo scrittore e sono pure schiavo della signorina Concentrazione.

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  2. Mi è scomparso il commento, dunque per la concentrazione mi sono allenata lavorando in un ufficio piuttosto rumoroso e dovendomi occupare di cose fiscali per cui la concentrazione è necessaria, per l'ispirazione sempre utile il libro BIG MAGIC di cui ogni tanto parlo.

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    1. L'ispirazione non è quasi mai un problema qui, la concentrazione però è così schizzinosa...

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  3. La bevanda giusta è una condizione necessaria, la scrivania in mogano mi aiuterebbe molto visto che con quella che ho, stretta coi cassetti sporgenti, ho già preso delle botte che mi hanno lasciato cicatrici sulle gambe. In compenso non ho bisogno che la musa sussurri all'orecchio, quella chiacchiera già troppo.

    Tirar su dei figli e concentrarsi su nostri interessi personali sono attività che vanno in conflitto, ma trovare un ragionevole equilibrio è possibile.
    Tienici aggiornati su come fai, così ti copio :)

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    1. Al momento l'unica cosa che funziona è stremarla in modo che vada a nanna presto. Ma il più delle volte è lei che strema noi ;)

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  4. La scrivania di mogano e la giusta bevanda senz'altro, alla musa ispiratrice invece non ho mai creduto.
    La concentrazione ci vuole, io non riesco ad averla in questi ultimi anni.

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    1. Io solo a sprazzi e per periodi molto brevi. E la scrivania di mogano di mio nonno, che desidero da una vita, non passa materialmente dalle porte di casa mia :(

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  5. Bene, questo è il post giusto per me: sembro matta a tutti quando dico che senza concentrazione non si va da nessuna parte. “Ma hai il tempo, dalla tua”, mi ripetono in tanti. Dipende: me lo organizzo, ma non è che non lavorare fuori significhi starsene in panciolle tutto il giorno o che non ci sia nulla da fare. Io vorrei più concentrazione sì, perché riesco a trattenere qualche buona idea e a stringermi l’ispirazione al petto, ma poi se non posso collocarle da qualche parte... mi dicono “ciao, ripasso” e quando mi ric

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    1. Infatti. Anche se ammetto che il lavoro riduce ancora di più le possibilità. Regala, però, anche moltissimi spunti narrativi.

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  6. La signorina Concentrazione la incontro soltanto il sabato sera ormai. L'appuntamento è dopo le otto perché è l'unico momento della settimana in cui posso davvero ritagliarmi i miei spazi per evocarla. In pratica sono una scrittrice da sabato sera, come John Travolta. Questo accadeva anche prima che mi iscrivessi all'università o intraprendessi altri progetti. A differenza di quando leggo, cosa che faccio in mezzo al frastuono, mi occorre silenzio e calma. Non sono come Virginia Woolf che scriveva in mezzo ai nipoti che giocavano!

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    1. A me piacerebbe diventare in grado di scrivere nel frastuono come faceva Virginia. Ma il fatto è che vogliono giocare con me e quindi...

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  7. Miss Ispirazione va e viene, ma sento che non è mai davvero lontana. Miss Concentrazione, invece, è quasi sempre dalla mia parte, ma i suoi gusti non sono esattamente i miei. Per esempio è capace di tenermi quattro ore di fila sul nuovo template del blog, che mi interessa il giusto, ma si fa frettolosa quando si tratta di fare una lista delle scene della Nuova Storia. Un po' le sorrido per mantenere i buoni rapporti, ma non è un rapporto facile.

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    1. Ecco, no, se si tratta di cose come sistemare la grafica del blog, la signorina concentrazione va direttamente in vacanza...

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  8. La signorina Ispirazione la incontro sempre nei momenti più inattesi, ma la signorina Concentrazione la inseguo spesso invano, ritagliando momenti del tempo libero con notevoli salti mortali (ma io non ho pupattole da gestire e quindi sono facilitata) ogni tanto queste due dolci signorine si incontrano ed è una vera festa per me.

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