mercoledì 7 maggio 2014

Scrittevolezze - Sinossi, maledette sinossi


Arriva per tutti gli scrittori e gli aspiranti tali il momento di scrivere una sinossi. E in quel momento, di solito, si scatena il panico.

Cos'è una sinossi?
Come si spiega in questo bel post di Giordana Gradara la sinossi altro non è che il riassuntone della propria opera, scritto in modo da mettere ben in evidenza gli snodi della trama e le caratteristiche tecniche dell'opera. Non c'è una lunghezza predefinita, ma è bene bilanciare completezza e sintesi. In pratica una buona sinossi, dove non altrimenti specificato deve essere più corta possibile pur senza omettere nessuna svolta significativa.

A cosa serve?
È buona norma allegare sempre la sinossi alla propria opera quando la si invia a un editore. A volte, gli editori chiedono proprio la sinossi e solo alcuni capitoli.
Quindi la sinossi serve all'editore per avere un'idea dell'opera senza doversela leggere tutta. Con il riassunto della trama e alcuni capitoli di esempio per vedere come un autore scrive, l'editore può farsi un'idea dell'opera e capire se è aderente alla propria linea editoriale. Se sì, l'editore chiederà all'autore l'opera completa. Quindi, se non è vero che una buona sinossi fa da sola la fortuna di un romanzo spesso una cattiva sinossi ne pregiudica la pubblicazione.

Ma la sinossi si fa prima o dopo aver scritto un romanzo?
Dipende. Io, come altri scrittori e aspiranti tali, all'inizio prima scrivevo il mio "capolavoro" e solo dopo, per l'invio all'editore, mi mettevo all'opera sulla sinossi, che quindi veniva fatta a posteriori. A dispetto del fatto che dovevo solo riassumere qualcosa che già avevo scritto, mi facevo un sacco di problemi e scrivere una buona sinossi mi sembrava impossibile.
Poi, quando si è trattato di progettare l'apocrifo sherlokiano, l'editore mi ha chiesto di vedere la sinossi prima che io iniziassi a scrivere. E, mentre la preparavo, ho capito una cosa strana, cioè che spezzare il momento dell'ideazione della trama da quello della scrittura mi aiutava perché potevo concentrare le energie. Prima sullo scheletro della storia e poi sullo stile. L'apocrifo, in effetti l'ho scritto in metà tempo rispetto a qualsiasi cosa avessi fatto prima.
Per "una storia piena di struzzi" ho quindi fatto lo stesso e anche in questo caso i tempi si sono ridotti e mi sono anche goduta di più il momento della stesura, perché ormai i problemi di trama erano tutti risolti.
Adesso il destino di "una storia piena di streghe" si giocherà tutto, credo, proprio sulla sinossi perché in basa ad essa c'è qualcuno che esprimerà (o non esprimerà) un interessamento.
Infine, mi è recentemente stata chiesta la sinossi anche per un racconto per un'antologia. Se la sinossi non dovesse piacere, il racconto non lo scriverò proprio.
La sinossi può essere quindi preparata anche prima dell'opera stessa, in questo modo oltre che a uno strumento promozionale diventa anche uno strumento di lavoro per l'autore.

E se non riesco a scrivere la sinossi?
Mi è stato detto, una volta, che più si ha davvero la piena padronanza della propria storia e in meno parole si riesce a presentarla. Credo sia vero, se si è davvero padroni della storia se ne conosce il cuore e si sa distinguere tra ciò che è essenziale e ciò che è accessorio.

Tenar e le sue sinossi.
Le mie sinossi non sono brevissime. È difficile che riesca a stare sotto le 5 cartelle (non pagine!), ma in generale cerco di riassumere la trama così come la incontra il lettore (se intreccio e fabula non coincidono, anche nella sinossi non coincideranno). Sottolineo i nomi dei personaggi principali e allego per ciascun personaggio una breve presentazione (max 5 righe) a cui a volte aggiungo poche righe estrapolate dall'opera. Allego una presentazione simile per le ambientazioni principali.
Se l'opera è scritta in terza persona con focalizzazione interna e c'è un cambio di focalizzazione cerco di farlo capire dal riassunto senza esplicitarlo. Se invece la narrazione è in prima persona lo dichiaro esplicitamente perché, secondo me, i riassunti vanno sempre fatti in terza persona.
Nella prima pagina, inoltre, prima della sinossi vera e propria, cerco di riassumere il cuore dell'opera in non più di 3/4 righe.
Non so se questo sia il modo migliore di procedere, ma io mi trovo abbastanza bene. Questo lavoro lo faccio prima di scrivere il romanzo, ottengo così una sorta di "manuale d'istruzione" per la mia storia, da consultare in corso d'opera. 
La sinossi, ovviamente, non è scolpita sulla pietra, mentre scrivo posso modificare la trama rispetto al piano originale. Se lo faccio modifico subito anche la sinossi. In questo modo riesco a valutare i contraccolpi che la variazione ha sul piano generale dell'opera ed evito di dover riscrivere alla fine la sinossi per l'editore.
Per "una storia piena di streghe" sono proprio in questa fase di lavoro. Eventi da posizionare uno dopo l'altro, tre punti di vista da alternare e decidere come alternarli. Solo quando avrò finito inizierò con la scrittura vera e propria.

Voi come ve la cavate con le sinossi?

17 commenti:

  1. Ho già detto la mia da Giordana.
    Una buona sinossi concentra in poche righe il senso dell'opera, svelandone i punti forti o... d'acchiappo. Un altra riga serve per qualche dettaglio tecnico.
    Una sorta di teaser trailer, no?^^

    Moz-

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  2. I trailer spesso mentono e non svelano mai il finale. La sinossi deve essere onesta e svelare sempre la fine

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  3. Scrissi una sinossi, che venne giudicata troppo lunga dalla mia insegnante di scrittura creativa che, in quel momento però, era in fase negativa verso di me, senza voler far la vittima, disse cose assurde partendo dalla sinossi stessa, senza aver letto il romanzo (parlo quindi di sinossi scritta dopo la fine del romanzo). L'accorciai di parecchio quando me la chiese la editor che stava valutando il romanzo, anzi la riscrissi e chiaramente uscì troppo breve. Riesumai quindi, con un colpo di fortuna da una vecchia cartella, temendo di averla persa per sempre, la prima sinossi che, con poche modifiche, fu giudicata perfetta per accompagnare il mio romanzo. Diciamo una cartella e mezza. Non ho un buon rapporto con la sinossi, ma l'esperienza con la vecchia prof. mi ha svelato una verità che in seguito, si sarebbe rivelata purtroppo azzeccata anche se molto triste (non c'entra con la sinossi, ma con la scrittura): i prof. spesso non sanno essere lucidi coni successi dei propri allievi, per invidia. Un bacione Sandra

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    1. Oddio, spero di non essere quel genere di prof, né con i miei alunni adolescenti né con quelli dei, per ora sporadici, corsi di scrittura!

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    2. Ma no, Cara, tu sfoghi quella parte di te nel masteraggio... ;-P

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    3. Ma, cara, vuoi mica che me la prenda con alunni inermi, no?

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    4. Ma figuriamoci!
      ...
      (nemmeno con una preselezione degli alunni in questione?)

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  4. Questo approccio così professionale mi piace tantissimo.

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    1. Speriamo che sembri professionale anche a chi deve decidere il futuro delle mie storie!

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  5. Sto cercando di vincere la mia antipatia per le sinossi facendole man mano che scrivo piuttosto che a romanzo concluso, e mi sembra che l'approccio stia funzionando. Non credo però che potrei arrivare a fare una sinossi addirittura prima di iniziare a scrivere come proponi, perché implicherebbe una totale pianificazione che per il momento non è nelle mie corde. Però riconosco che sarebbe molto vantaggioso.

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    1. Io ho cominciato perché mi hanno obbligata e all'inizio mi sembrava una follia. Adesso però mi trovo bene, mi sembra di essere molto più padrona delle mie storie, mi diverto anche di più a scrivere.

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  6. Arrivo qua perché rimasto incuriosito dallo spunto che ti ha fornito Giordana. E alllora anche qui, ribadisco un concetto.
    Una sinossi che può servire da traccia, più o meno precisa, all'opera narrativa ne ho già parlato da Giordana. E difendo ancora questa tesi.
    Trovarti sostanzialmente d'accordo non può che compiacermi. Ma in verità è esattamente, quel che ogni scrittore, o aspirante tale, fa accingendosi a "buttar giù" la sua storia; è l'uovo di Colombo, no?

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    1. Sì, è l'uovo di Colombo, come quasi per ogni cosa, alla fine si tratta solo di buon senso.
      Pare però che molti scrivano "a braccio" facendo poi fatica a tirare le fila della loro opera.
      Un altro problema è come rendere quel "buttar giù" abbastanza accattivante da attirare l'attenzione dell'editore. Il mio editore dice di ricevere circa 12 manoscritti (con relative sinossi) al giorno e quindi questo riassuntone deve essere abbastanza particolare e curato da spiccare in mezzo a tutti gli altri.

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    2. 12 al giorno? Ma quanta gente scrive??

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    3. In Italia pochissimi leggono, ma tutti o quasi hanno un romanzo nel cassetto...

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    4. Non ho mai scritto una sinossi prima dell'opera, ma sono convinta che proverò, perché avere una traccia preliminare fa sentire molto più libera anche me. Di solito le mie sinossi sono una facciata di A4 (non le ho mai calcolate in battute). Non le trovo facili, per niente. Soprattutto fatico a trovare una via di mezzo tra l'approccio ingessato e quello da trailer americano.

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    5. Ecco sì, togliere il gesso alle sinossi è proprio un problema...

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