martedì 3 giugno 2014

Scrittevolezze - scrivere gialli storici


Negli ultimi decenni è nata una vera e propria sottocategoria del genere giallo: il giallo storico.
Si tratta di detective story ambientate nel passato, dall'antichità all'altro ieri, in cui a volte hanno ruoli importanti anche personaggi noti. In alcuni casi proprio a loro sono stati dati i panni del detective. Negli anni sono stati infatti visti indagare Aristotele, Cicerone e Dante, tanto per citare i primi tre che mi vengono in mente.
Da archeologa (in disarmo) appassionata di storia, il giallo storico mi è sempre stato congeniale, sia da lettrice che da autrice.
Come autrice ho scritto:
Il racconto La donna col liuto (di cui trovate il link nella pagina "liberi nella rete")
Il racconto Come foglie nel vento (pubblicato su Giallo Mondadori 3069, novembre 2012)
Apocrifi sherlockiani (tra cui "Avventura a Parigi", edito sulla Sherlock Magazine e presto in e-book)
Il romanzo con cui l'anno scorso sono stata finalista al Premio Tedeschi (ancora inedito, ma non si sa mai...)

Ma quali sono le peculiarità e le difficoltà di un giallo storico?

PERFETTO RITRATTO D'EPOCA, MA DESCRIZIONI NON PESANTI
Il giallo storico è sia un giallo che un romanzo storico. Non si può neanche lontanamente pensare di avvicinarsi al genere se non si conosce perfettamente l'epoca storica di cui si vuole parlare. Non basta aver letto qualcosa sull'argomento, bisogna vivere con la mente in quel periodo. Sapere cosa si mangiava, come si pensava, cosa si respirava. Bisogna essere ossessionati da quel periodo.
Poi però bisogna saper alleggerire.
Se in un romanzo storico "puro" la descrizione d'epoca può prendere un certo spazio in storie che di solito hanno un respiro piuttosto lungo, un giallo storico è anche un giallo. Il lettore vuole scoprire chi sia l'assassino, non perdersi nell'infinita descrizione di un infinito banchetto. Quindi bisogna saper mediare tra completezza e ritmo. Rendere in pochi tocchi il sapore di un'epoca.
L'indispensabile velocità del giallo non è e non può essere un'alibi per una scarsa precisione. Come già ricordato i lettori di gialli sono persone intelligenti e istruite. Non è affatto improbabile che un docente universitario specializzato proprio in quel periodo voglia rilassarsi col vostro giallo. E, da autori, non potete rischiare una brutta figura.

PERSONAGGI COME UOMINI DEL LORO TEMPO
Il mondo mentale e sopratutto le conoscenze scientifiche dei personaggi non possono essere che quelle del loro tempo. Se questo è già una difficoltà per qualsiasi romanzo storico, lo è di più nei gialli.
Noi siamo abituati a pensare la detective story per come si è sviluppata dall'ottocento in poi, figlia del positivismo e del metodo scientifico. Prove, deduzioni, teorie da provare anche per via sperimentale sono elementi abituali dei gialli. Ma nel passato le persone non pensavano in questi termini.
Nel passato nessuno escluderebbe a priori un intervento sovrannaturale, ad esempio.
Fino al settecento era normale e non messo in discussione il ricorso alla tortura.
Le conoscenze scientifiche erano quelle del tempo. Nel medioevo in caso di pestilenza, ad esempio, è normale cercare l'untore e le norme igieniche osservate sarebbero ben diverse da quelle di oggi.
La psicologia è fuori dai giochi fino agli inizi del novecento.
È davvero difficile avere un investigatore che segua i protocolli d'indagine d'epoca (almeno prima di metà ottocento) e non confligga col senso comune del lettore moderno.
Per risolvere il dilemma ci sono due strade: 
a) fare in modo che sia proprio il diverso modo di ragionare del protagonista uno degli elementi di fascino della narrazione
b) giustificare un personaggio che utilizzi categorie mentali non abituali per l'epoca o fargli re interpretare le categorie mentali dell'epoca per farlo arrivare a delle conclusioni inaspettate.
Nel romanzo inedito, ad esempio, ho messo in scena una caccia al serial killer in epoca romana quando certo non esistevano i profiler e la psicologia moderna. Un personaggio istruito dell'epoca, però, conosce la tragedia e il mito greco da cui può dedurre dei comportamenti patologici, precorrendo in modo del tutto autonomo la psicologia moderna.

ANCHE L'ASSASSINO È UN UOMO DEL SUO TEMPO
E così le sue motivazioni. 

LA STORIA PERÒ DEVE ESSERE ATTUALE
Perché oggi un lettore dovrebbe voler scoprire chi è l'assassino di un tizio morto da duemila anni o da due secoli?
Deve esserci nella trama o nelle motivazioni dei personaggi qualcosa di universale che ci faccia sentire attuale la vicenda, che ci coinvolga come lettori, portandoci a leggere una pagina dopo l'altra. Attenzione, non basta dire "è un giallo". Deve essere "un giallo che il lettore sente la necessità di risolvere"

La mia esperienza come autrice di gialli storici
I gialli storici, racconti o romanzi, sono le cose più impegnative che abbia mai scritto.
In particolare il romanzo finalista al Tedeschi è stato la cosa più ambiziosa, folle e difficile in cui io mi sia impegolata. In tutta sincerità, se devo considerare il tempo di documentazione, la difficoltà a reperire la stessa, la difficoltà nel rendere i testi storici qualcosa di vivo e interessante per il lettore e il fatto che tutto ciò ha portato a un romanzo tutt'ora inedito e che forse non vedrà mai la luce, mi viene da dire che non lo augurerei al mio peggior nemico.
È altrettanto vero che è stato un viaggio sorprendente. Anche se scrivevo di un'epoca che conoscevo già molto bene, la necessità di documentarmi per un romanzo non me l'ha fatta studiare. Me l'ha fatta vivere. Posso immaginarmi la sensazione tattile delle strade romane percepite attraverso i sandali e il sudore dato dalla toga senatoria in piena estate. Anche lasciando da parte le soddisfazioni e le opportunità che il romanzo comunque mi ha dato, si è trattato di un'esperienza unica e a tratti esaltante.
In definitiva non mi sento di consigliare a tutti la scrittura di un giallo storico. 
Bisogna innanzi tutto avere una formazione storica impeccabile. Bisogna essere consapevoli di stare per iniziare un lavoro snervante per il quale è necessaria una precisione di cui poi si accorgerà l'1% dei lettori. Sarà un lavoro lento, lungo e stancante.
Quasi sicuramente, però, ne varrà la pena.

Tre gialli storici che mi sento di consigliare:

L'ALBERO DEI GIANNIZZERI  di J. Goodwin, Enaudi

IL RESPIRO DI AMON di L. Robinson, Tea

ARISTOTELE DETECTIVE di M. Doody, Sellerio

11 commenti:

  1. Lo scorso anno ne lessi uno ambientato nel medioevo, e poi altri tipo di Robb (mi pare)... oddio, io penso che Il Nome della Rosa sia il top^^

    Moz-

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    1. Robb? Non conosco...
      Eco non l'ho citato perché chiaramente le sue ambizioni con Il nome della Rosa (che adoro) non erano solo quelle di scrivere un giallo storico, ma un grande romanzo postmoderno che fosse anche un giallo storico

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  2. Io ho letto quasi tutti i romanzi di Valerio Evangelisti con l'inquisitore Eymerich, personaggio realmente esistito, però non so se si possano realmente definire "gialli" perché sono piuttosto anomali in quanto contengono squarci sul futuro. Personalmente scrivo romanzi storici, ma non veri e propri gialli storici, sebbene ne "Il Pittore degli Angeli" ci sia una storia gialla sottotraccia. "Il Nome della Rosa" è e rimane il massimo, comunque.

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    1. Con Eymerich abbiamo anche la fantascienza a complicare ulteriormente le cose. E anche per me Il nome della Rosa è il massimo, ma come modello è un po' al di sopra delle mie possibilità...

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  3. Non è proprio storia antica, ma le olimpiadi di Berlino del 36 sono già storia e di acqua sotto i ponti ne è poi passata tanta, mi sento quindi di annoverare nella categoria di cui parli col tuo solito piglio interessante e ben argomentato "Il giardino delle belve" di J. Deaver. Disse di aver impiegato 2 anni solo per le ricerche, in effetti è estramamente curato fin nei dettagli, un grande romanzo. Sandra

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    1. Deaver è un grande! E i due anni di ricerche danno l'idea del lavoro necessario...

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  4. Complimenti vivissimi per l’articolo, che trovo decisamente interessante ed affascinante. Mi piacciono i tuoi post: sono semplici, sintetici e al contempo precisi.
    Io sono un’appassionata di gialli (grazie per la definizione di “intelligente” ed “istruita”) ed apprezzo soprattutto quelli scandinavi, che fino ad un annetto fa ho collezionato. Amo anche i romanzi storici perché, salvo rare eccezioni, li ritengo affascinanti ed educativi, oltre che molto appassionanti. Conosci Luca Di Fulvio? I suoi “la gang dei sogni e “la ragazza che guardava il cielo” sono gli ultimi che ho letto, e li consiglio vivamente.
    Tuttavia, non mi è mai capitato di leggere un giallo storico. Una piccola punta di pregiudizio mi porterebbe a pensare che i due generi, mescolati, potrebbero perdere le proprie peculiarità attenuando i punti di forza dell’uno e dell’altro. La mia supposizione si basa però su una sensazione… credo che nel prossimo ordine di IBS ci sarà almeno uno dei tre volumi che hai consigliato. E ti darò un’opinione in merito.

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    1. Ti ringrazio.
      Non conosco Luca Di Fulvio, lo terrò presente!
      Un buon giallo storico, invece, dovrebbe avere i punti di forza di entrambi i generi. Tra quelli che ho citato "L'albero dei giannizzeri" è sicuramente il più letterario: te lo consiglio di cuore!

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    2. Sembra molto interessante, e l'ho messo in carrello. Ma fra i tre che hai consigliato quello che mi ispira di più è Aristotele detective :)

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    3. Beh, è uno dei capisaldi del genere. Credo che la prima edizione risalga al 1980 o giù di lì.

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    4. è un libro più vecchio di me, anche se di poco :)

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