martedì 14 aprile 2015

Gone girl, l'amore bugiardo – visioni


Finalmente ho visto un film di cui avevo sentito parlare fino allo sfinimento. Nonostante tutto, i colpi di scena non mi erano stati svelati e chissà se anch'io riuscirò a scriverne senza rivelarli?

Gone girl, tradotto neppure così a caso in Italia come L'amore bugiardo è un film sulla frammentazione della realtà.
È una realtà estremamente frammentata quella in cui vive Amy. I genitori, scrittori, ne hanno fatto l'eroina di una serie di libri per bambini, visione distorta, amplificata, ma non indipendente della persona reale. Intelligente, raffinata, sembra l'anima gemella del giornalista Nick. A cinque anni da quello che sembrava un matrimonio perfetto, tuttavia, troviamo Nick, fallita la carriera da giornalista/scrittore, di nuovo nella sua cittadina natale, intento a lamentarsi con la sorella di una moglie insopportabile. Peccato che Amy a casa non ci sia. Sparita? Uccisa? Mentre la televisione non ha dubbi nell'indicare Nick come un omicida e la polizia trova un diario di Amy in cui la donna racconta una storia di ordinaria sopraffazione, una serie di indizi sembra indicare una via del tutto differente.
Qual è la verità? E, sopratutto, qual è la vera Amy? La creatura idealizzata dei suoi genitori, l'animo sensibile che emerge dal diario, la donna insopportabile che Nick descrive alla sorella o qualcos'altro ancora? 
In questo frammentarsi della realtà, gradualmente Nick perde se stesso, risucchiato dal gioco al massacro dei media e delle mille idee contraddittorie che gli altri hanno di lui. Anche la sorella gemella arriva a dubitare di lui e alla fine la sua intera identità sembra evaporare, evanescente, sostituita a un'immagine costruita da altri a cui l'uomo, però, non può che conformarsi.
Gone girl è un film complesso, come sempre lo sono quelli di Fincher, tanto più affascinante quanto più si fa cupo e inverosimile. Perché se il buon senso ci dice che non è plausibile quello che stiamo vedendo, che di certo nella realtà le cose sarebbero andate diversamente, una vocina ci sussurra che magari no, potrebbe essere, se non questo qualcosa di simile, forse peggio. Lo stesso tipo di sensazione che mi aveva dato, a suo tempo, Seven.
Seven, tuttavia, è un thriller classico, per certi versi fuori dal tempo, potrebbe ambientarsi in una qualsiasi città e in una qualsiasi epoca. Gone Girl è un thriller postmoderno. L'ossessione per la nostra immagine pubblica è fondate. Amy e Nick, forse, si confrontano con media "vecchi", i libri e la tv, ma hanno un'ossessione multimediale per quello che gli altri pensano di loro e l'abilità per manipolare la propria immagine fino ai limiti estremi che è tipica della nostra epoca. Fincher, come già aveva fatto in The Social Network, mette a servizio dell'oggi una tecnica di regia classica che ha un filo diretto con la cinematografia di Hitchcock (difficile non pensare a La donna che visse due volte). Il risultato è estremamente affascinante, torbido e denso di spunti di riflessione.
Un film da vedere.

Considerando che è un film in cui il protagonista è uno scrittore fallito e i genitori di lei sono a loro volta scrittori, difficile non trarne una semiseria morale ad uso degli scribacchini: mai, mai, MAI dare il nome del proprio figlio al protagonista della propria opera!


8 commenti:

  1. Appena ho letto la parola "posmoderno" mi si è accesa la lampadina.
    Questo film mi incuriosisce proprio, sebbene i titoli italiani siano sempre agghiaccianti.

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    1. Magari ho usato la parola a sproposito (spero di no)! Il titolo italiano prima di vedere il film mi sembrava agghiacciante, ma a visione conclusa, tutto sommato, direi che un titolo bruttino, ma onesto.

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    2. Sicuramente non è ai livelli di "The eternal Sunshine of a spotless mind", diventato "se mi lasci ti cancello"...

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    3. No, davvero, il titolo italiano suona male, ma è molto onesto e aderente al film.

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  2. La mia protagonista si chiama come il mio primo gatto, come mi chiama mia madre quando non è arrabbiata con me (quasi mai) e come chiamerei mia figlia se ne avessi una. Ah, e come il mio futuro gatto. Dici che è una cattiva idea? :D

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