lunedì 19 novembre 2018

Scrivere e pubblicare una fanfiction




Mi sento un po' come se dovessi rivelare chissà quale torbido segreto, del tipo che ieri sera ho cenato con carne di bambino. Eppure mi sembra ancora più sciocco non discutere di scrittura in un blog nato per discutere di scrittura.
Venerdì ho finito di pubblicare a puntate una fanfiction su un sito specializzato.

Le fanfiction, per chi non lo sapesse sono racconti scritti da fan, appunto che proseguono storie note o utilizzano personaggi altrui. Ci sono alcuni siti specializzati, io da tempo immemore ho un account su EFP, che segnalano quali autori hanno espressamente vietato la creazione di fanfiction a partire dalla loro storia e mettono in automatico tutti i necessari avvisi, cioè che sono storie scritte senza fini di lucro e che intendono omaggiare, non certo sfruttare l'originale.

Inevitabilmente quello delle fanfiction è un mondo strano e spesso torbido. Non c'è censura e quindi va da sé che ci sia un sacco di porno. Si è invitati ad avvisare il lettore su ciò che si troverà a leggere, non solo con un avviso colorato (da verde "per tutti" a rosso "solo maggiorenni e vaccinati") ma anche con una serie di avvertenze. Solo scorrere l'elenco di questa avvertenze e leggere l'avviso dei divieti apre un mondo di possibilità a cui io non avevo neppure pensato.
Non c'è alcun filtro editoriale e quindi c'è un sacco di robaccia illeggibile, ma proprio illeggibile, nel senso che quei testi e la grammatica non si sono mai incontrati.

Non tutto è illeggibile, ci sono un paio di successi editoriali globali che sono nati come fanfiction, anche se non sono proprio un esempio di alta letteratura: 50 sfumature di grigio (che però credo abbia usato la fanfiction per testare il target) e Shadowhunter.

C'è anche della roba bella. Ma bella davvero. Un mio grande rammarico è di conoscere di un'autrice solo il suo nikname e quindi non sapere se abbia pubblicato qualcosa nel mondo dell'editoria reale, perché di lei credo leggerei qualsiasi cosa. È riuscita a colpirmi persino con il dramma di un calzino spaiato che piange la perdita del proprio compagno (!). Un'altra fanfiction che mi ha folgorato e che uso nei corsi di scrittura ha una storia che si dipana in oltre 20 capitoli fatti solo ed esclusivamente di scambi di sms. Partiva dal più banale degli espedienti, un sms mandato a un numero sbagliato e riusciva a descrivere poi la nascita di un'amicizia e a delineare due psicologie tutt'altro che banali. Di più, quello è uno dei pochi racconti che mi abbia raccontato davvero la crisi economica e il drastico ridursi delle prospettive di chi è nato qualche anno dopo di me. Ribadisco, si narrava tutto ciò solo con scambi di sms.

Ma perché mai mi sono trovata a scrivere e a postare una fanfiction?
In realtà sono domande molto diverse.
Mi sono trovata a scrivere un racconto sentivo di dover scrivere, suppongo. Perché lo spunto dato dalla storia di partenza mi era piaciuto molto e, di sicuro, gli autori dell'originali, anche volendo fare un seguito, andranno in un'altra direzione. La loro storia non vuole scontentare nessuno e quindi racconta una sorta di mondo ideale, io d'altro canto non vedevo l'ora di calarla nella realtà.
 L'ho pubblicata per un motivo molto più semplice. Volevo dei lettori. Lettori neutri, che non mi conoscessero in nessun modo. E vedere come andava.
È andata bene. Nel senso che il sito permette di monitorare i lettori capitolo per capitolo. E quindi vedere che tutti coloro che hanno aperto il secondo capitolo sono arrivati in fondo è stato molto bello. Così com'è stato bello essere contattata dai lettori. Recuperare, insomma, un aspetto più ludico della scrittura, in cui si scrive ciò si sente di voler scrivere e si legge per puro piacere.
Non ho tempo e denaro per investire nell'autopubblicazione e non mi sognerei mai di far pagare per qualcosa che non ha una veste editoriale professionale. Ma una cosa scritta per sfizio personale è bello, suppongo, che possa essere letta per sfizio personale. Il fatto che mi sia stato segnalato che ha raggiunto il suo scopo, cioè intrattenere, era una cosa di cui, in questo momento, avevo bisogno.

Ah, ecco, mi sembra doveroso linkarla.
È una fanfiction in tutto e per tutto, cioè poco comprensibile senza il pregresso, dà per scontato che il lettore conosca già personaggi e contesto. Ci sono degli avvertimenti che è il caso di leggere e decriptare (il rettangolino non è verde, ma arancione, tanto per dire). È una storia sentimentale, la prima in assoluto di questo tipo che renda pubblica in una qualsasi forma. Per chi volesse, è qui

6 commenti:

  1. È davvero un argomento a me sconosciuto x non dire oscuro, ma non vedo perché non avresti dovuto cimentarti. Noto che in questi tempi il pattinaggio vince su tutto

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    1. È lo stesso universo narrativo, solo che quello che sto postando qui è un racconto con un capo e una coda, quello di là, essendo una fanfiction è... Solo una coda!

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  2. Non conosco il mondo delle fan fiction anche se ne ho sentito parlare spesso e so che molti fenomeni editoriali sono partiti da lì. Hai fatto bene a pubblicarla, il rapporto diretto con i lettori può davvero essere stimolante. Leggerò il racconto (per ora ho letto solo l'inizio, devo scappare al lavoro).

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    1. Ti ringrazio per volerti cimentare... Essendo in tutto e per tutto una fanfiction risulta piuttosto incomprensibile a uno sguardo esterno. Sono comunque contenta di averlo scritto

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  3. Sono stata attiva per anni su efp e ho ancora il mio account, anche se ormai direi che è abbandonato.
    A differenza di quanto accaduto a te, che con efp hai ritrovato l'aspetto ludico della scrittura, io lo avevo perso del tutto.
    Non ho mai ricevuto recensioni negative, anzi, erano sempre tutte molto positive, eppure ero entrata in un loop negativo di terrore assoluto in cui, ogni volta che entravo nel mio account, mi dicevo "vedrai che ti hanno massacrata".
    Il mio stile era cambiato, io ero ossessionata dai manuali di narrativa e le storie che avevo scritto mi sembravano piene di errori e ingenuità, per cui ero certa che qualcuno, oltre a me, se ne sarebbe accorto, prima o poi (ovviamente non sto parlando di storie a un livello paragonabile alla tua, erano i miei primi scritti, da ragazzina diciassettenne).
    Ho smesso di scrivere e di accedere al mio account per 4 lunghi anni. Alla fine, un giorno mi sono fatta coraggio e ho detto "entro, vedo se c'è qualche nuova recensione e, se ne trovo almeno una negativa, elimino tutte le storie".
    Ho trovato ben 6 nuove recensioni e nemmeno una negativa il che, sembrerà strano, ma è stata una delusione enorme.
    Ho atteso ancora e, nel frattempo, ho ripreso a scrivere (per me stessa, fino al giorno in cui il mio ragazzo mi ha chiesto di leggere e mi ha detto "ehi, mi piace. Potresti farci un po' di serio editing e pubblicare").
    Qualche mese fa, mi sono decisa. Era inutile restare ad attendere qualcuno che mi dicesse cosa c'era di sbagliato, quando già lo avevo realizzato da sola. Recensioni negative o meno, ero stufa di vedere online quelle storie che trovavo imbarazzanti e così le ho cancellate tutte, tranne due che, nonostante abbiano delle notevoli imperfezioni stilistiche, ancora mi piacciono.
    Mi sento sollevata nell'averlo fatto, anche se ho realizzato che tutto ciò che scrivo per sfizio personale, per la mia tranquillità mentale, è bene che resti sigillato nel mio hard-disk.
    Provo grande stima per chi riesce a godersi questo confronto diretto su qualcosa che non rappresenta il suo apice stilistico-narrativo.
    Io non ci riesco e non oso immaginare quando apporrò la parola "fine" a qualcosa che è stato editato con scrupolo per una possibile pubblicazione... Forse sarà panico anche allora.
    Eppure, in fondo in fondo, ancora spero in quella recensione negativa e ben motivata che mi aiuti a migliorare e che mi dica dove sbaglio (in questo, le mie lettrici cavia e i miei due beta fanno del loro meglio, ma il mio parere resta sempre più severo del loro).
    Nel frattempo, continuo a bazzicare su portali come efp e wattpad con l'account di una cara amica che mi sponsorizza come beta-reader a mezzo mondo... Mi sono accorta che leggere le storie altrui con sguardo critico, in parte, mi aiuta a migliorare le mie.

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    1. Ti ringrazio per il tuo lungo commento.
      Non credo che EFP sia il luogo adatto per un confronto tecnico sulla scrittura, o, almeno, io non l'ho mai visto così. È un posto dove si scrive e si legge per intrattenimento, quindi se una cosa non mi piace smetto di leggere. O forse sono io che l'ho sempre vissuto come un gioco. In questo momento avevo bisogno di sapere che c'è gente che senza conoscermi perde del tempo per arrivare in fondo alla mia storia. Sarà una sciocchezza, ma ne avevo bisogno.

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