Come foglie nel vento - allegato a Giallo Mondadori 3069 "I cospiratori"
77 a. C.
Giulio Cesare ha 23 anni, appartiene alla fazione politica perdente, quasi del tutto spazzata via durante la dittatura di Silla, e sta muovendo i primi passi come avvocato.
Ha accettato una causa che non può vincere, quella contro Gneo Cornelio Dolabella, sicario ai tempi di Silla, ora politico di successo. Per questo gli sembra un messaggero degli dei il ricco plebeo che viene a chiedere giustizia per sua sorella. Era amante di Dolabella e forse è stato lui ad ucciderla, temendo che la giovane rivelando di essere incinta e trascinandolo in uno scandalo. Ma gli dei, si sa, si fanno beffe dei sogni dei mortali e l'indagine porta il giovane Cesare ad esplorare territori per lui sconosciuti...
Questo racconto per è speciale, come il ritorno a un vecchio amore.
All'università mi sono innamorata della tarda repubblica romana. Sull'onda di quell'infatuazione ho letto tutto d'un fiato "Cesare, il Dittatore Democratico" di Luciano Canfora, che è stato un colpo di fulmine. L'uomo che Canfora descriveva, "un impasto di meschinità e grandezza", un intellettuale che si sporca le mani e che guarda il mondo contemporaneamente con l'occhio del pragmatismo e con quello del filosofo, io lo volevo veder agire.
Poi ho frequentato due anni di "master in aspirazione" dove hanno tentato di convincermi che dovevo imparare a raccontare la realtà di oggi e non ho più avuto il coraggio di inoltrarmi nei vicoli dell'antica Roma. Poi ho visto il bando del Premio Mensa e ho pensato subito che per i mensini ci voleva Sherlock Holmes oppure Giulio Cesare. Per il primo non mi sentivo pronta, quindi...
Da lì in poi questo giovane Cesare mi ha presa per mano, rimproverandomi per tutto il tempo in cui l'ho lasciato nel cassetto. E quindi ecco qui il racconto, che trovate in edicola. Spero possa piacere, anche perché il buon Cesare non ha affatto intenzione di lasciarmi andare...
Colgo l'occasione per segnalare il bell'articolo dello Sherlock Magazine su Delitti d'Acqua Dolce e per chiedere perdono a tutte le persone conosciute o contattate in questi giorni che mi hanno chiesto amicizia su Facebook. Ho un pessimo rapporto con FB e per affrontarlo mi servono, appunto, le famose otto ore di sonno.
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