martedì 28 giugno 2016

Il trono di spade – stagione sei, considerazioni semiserie.


Ho il sospetto che ieri sera l'Italia si dividesse un po' tra chi guardava l'europeo e chi attendeva e poi guardava l'ultimo episodio della sesta stagione de Il trono di spade.

La serie, tratta dai romanzi fantasy di Martin, ha con questa stagione superato il limite della narrazione su carta, addentrandosi in un territorio sconosciuto. Personalmente credo che la cosa le abbia fatto un gran bene. Dopo una quinta stagione di interminabili spostamenti e ristagni di trama, in questi dieci episodi sono successe un sacco di cose. Non saprei se è un fatto inevitabile, che accadrà anche nel libro corrispettivo, se mai uscirà, per il semplice fatto che la fine si sta avvicinando, o se solo gli sceneggiatori si sono tolti un peso. Di certo hanno agito con più disinvoltura, dotando qualche personaggio di teletrasporto (in un episodio c'è chi fa la stessa strada che prima ci si metteva due stagioni a percorrere) e tagliando anche con l'accetta le troppe sottotrame. Certo, non tutto è riuscito. Passaggi mosci e inconcludenti ce ne sono stati, ma in generale le cose hanno ricominciato ad accadere. Persino i momenti di nudo non funzionali (molto apprezzati da mio marito, temo) sono drasticamente diminuiti, segno che gli sceneggiatori non avevano più minuti da sprecare.
Non ho voglia di fare una recensione, quindi mi limito a qualche osservazione sparsa che, inevitabilmente, sarà comprensibile solo a chi ha visto la serie.
Nel corso della visione io e il Nik abbiamo anche stabilito che i personaggi seguono più o meno le regole del nostro gioco di ruolo e quindi li giudichiamo di conseguenza, anche questo, temo, inficerà la comprensione dei commenti.

– la resurrezione è, a livello, legale, un casino. Gli avvocati dei mondi fantasy dovrebbero attrezzarsi meglio ad essa, perché i vari "fino alla morte" diventano piuttosto aleatori.
La mia guardia è finita. Miglior battuta della serie. Bravo Jon, il tuo tiro sull'intelligenza riuscito (e mai più ripetuto).

– I metalupi sono la più grande delusione di tutta la vicenda. Arrivano come segni divini e sembrano dover spaccare il mondo e poi muoiono uno dopo l'altro come cuccioletti indifesi (Nik dice che è colpa del fatto che sono "compagni animali" e nessuno tranne Jon dei loro proprietari è andato avanti come ranger, quindi i poveretti hanno pochissimi punti ferita). 
Nymeria è stata la prima a capire come girava e si è data alla macchia nella prima stagione ed è a oggi quella con più possibilità di sopravvivenza. 
Spettro ha capito anche lui come girava e si è preso una vacanza proprio nell'episodio in cui il suo umano ha caricato da solo un esercito di cavalieri. Spettro è più intelligente di Jon, ma questo lo sapevamo da tempo.

– Sempre per intelligenza e istinto di sopravvivenza, Jon non sarà di padre Stark, ma è uno Stark fino al midollo. 
Comunque faccio tanto la cinica, ma rivedere Grande Inverno col simbolo del metalupo mi è piaciuto un sacco.

– Di tutti i personaggi, quello che ha maggiori possibilità di sopravvivenza è Sam, perché è l'alter ego di Martin. Il ragazzo, per altro, ha il talento "infrangere voti impunemente". Vorrebbe appartenere non a uno, ma a ben due ordini che prevedono il celibato e se ne va allegramente in giro con la sua donna e il suo presunto figlio senza che nessuno trovi la cosa strana. Passi il maestro alla cittadella che palesemente non collega "donna-bambino-voto di castità infranto" perché non sa cosa si possa fare con una donna. Però Sam si presenta in famiglia dicendo "salve, sono un guardiano della notte celibe, questa è mia moglie, questo è mio figlio" e papino gli fa il predicozzo per il lignaggio di lei! In tutto questo il fatto che riesca anche a portarsi via impunemente la super spada magica anatema dei non morti è il meno.

– Ero molto, molto in pena per i miei personaggi preferiti. Io tifo sempre per l'intelligenza e il buon senso, quindi i miei tre "protetti" sono Tiryon, Varis e Davos (ammiro anche Ditocorto, ma diciamo che gioca nella squadra avversaria). E sono davvero felice che tutti e tre sopravvivano per un'altra stagione. 
Ero particolarmente in ansia per Varis, temevo che il suo scopo narrativo fosse solo portare Tiryon da Daenerys, ma visto cosa viene fatto fare ai suoi uccelletti, credo possa avere qualcosa da dire prima della fine.
Tiryon dopo una stagione passata a tentare di insegnare barzellette trova finalmente la sua ragione d'essere. Un po' mi spaventa la cosa, perché appena gli gira bene, poi il fato lo bastona. Prima della fine, però, lo voglio su un drago.
Davos lo vorrei sindaco di Westeros, subito. Sindaco, perché "re", da quelle parti, porta un po' sfiga. È l'unico che sembra consapevole di dove si sta andando a parare e lo sa spiegare chiaramente.

– I 62 Mormont mi fanno paurissima.
E sì, sposo l'idea che se lady Mormont avesse avuto tre draghi avrebbe chiuso la storia molto prima.

– Ho capito perché i re delle Isole di Ferro non hanno mai brillato per intelligenza. Questo rituale di incoronazione con il quasi annegamento qualche danno celebrale lo crea sicuro.

– Tranne quella di Hodor, nessuna della morti mi ha davvero rattristata. 

– Finalmente una battaglia sporca e brutta in cui l'eroe rischia di morire calpestato dai suoi alleati.

– Il dio rosso deve avere un perverso senso dell'umorismo. Credo che Melisandre inizi ad essere d'accordo con me. 

– Il dio dei mille volti ancora non l'ho capito, ma non è che mi abbia colpito favorevolmente.

– Un sacco di personaggi hanno trovato le pergamene di teletrasporto. Oppure Westeros si è ristretta di colpo. Consiglio gli sceneggiatori di stare attenti con i prossimi lavaggi.

– Meno si vede Dorne, più la serie funziona.

– I draghi sono sempre un ottimo modo per terminare una puntata.

Qualcuno di voi guarda la serie? Cosa ne pensate?

8 commenti:

  1. Oh, oh, oh. Che finale epico! Dopo aver maledetto un po' tutti perché ho seriamente temuto che i miei preferiti, gli Stark, venissero bastonati di nuovo, questo finale di stagione mi ha gasato da morire. Anche se gli Stark non sono Stark, per me rimangono i migliori, e rimangono comunque Stark. Gli ultimi due episodi sono stati splendidi. Il problema è che provo per Jon e Sansa ciò che provavo per Robb e Catelyn, e sappiamo tutti com’è finita.
    Mi sono un po’ annoiata con l’Alto Passero, ho odiato Ramsay tanto quanto Joffrey e sono rimasta di stucco quando ho visto cosa è diventata Arya. I draghi, poi… che gli vogliamo dire? Aspettavo di vederli muovere verso il trono da un bel po’. ;)

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    1. Devo dire che finalmente c'è stato un finale di stagione soddisfacente, sia per le storie, sia per regia/scelte visive. Mi aspettavo l'esplosione (ecco, le svolte di trama erano nell'aria da parecchio) ma Margarey (o come si scrive), pensavo la scampasse. L'Alto Passero è stato un po' una delusione, alla fine si fa fare arrosto con estrema facilità...

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  2. Quello che mi sono domandata durante le ultime due puntate è: ma come diamine ha fatto Daenerys ad addestrare i draghi in un battito di ciglia? Prima erano fuori controllo e andavano in giro ad abbrustolire bambine a caso, mentre ora sono perfettamente ubbidienti, che è successo nel mezzo?
    La storia di Sam, invece, ha abbastanza senso per come era spiegata nel libro: voleva far accogliere Gilly dicendo che il bambino era un suo bastardo e pensava che il padre ne sarebbe stato orgoglioso, perché avere figli bastardi era un comportamento da "vero uomo" all'epoca. E Randyll Tarly aveva spedito Sam alla bandiera appunto perché non lo reputava abbastanza uomo per governare.

    Cosa ho apprezzato e cosa no? Beh, King's Landing è diventata un po' noiosa da quando non c'è più il carisma di Tywin Lannister. Dorne potevano lasciarla perdere, piuttosto di ridurla così. Jon, lo sapete tutti, lo volevo morto perché non sopporto l'attore, ma sono contenta per Sansa e spero che gli rubi la scena. Da Arya mi aspetto grandi cose, anche se lo spirito del dio dai mille volti è un po' diverso da quello che avevo capito dal libro. Daenerys finalmente (forse) farà qualcosa a Westeros, chissà se ci lascerà le penne subito o diventerà regina? Spero la seconda, ma non so...

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    1. Partendo dal presupposto che la storia segua le regole del gioco di ruolo, Daenerys ha preso il talento "addestrare mostri migliorato" (è assurdo, lo so, ma io e mio marito ci siamo divertiti molto a trovare risposte di questo tipo)!
      Sam mi sta simpatico, ma, davvero, è l'unico personaggio a cui, almeno per ora, sta andando tutto di lusso, cosa davvero insolita visto il tono generale della vicenda.
      Sul carisma, secondo me il problema è che alcuni attori sono/erano perfetti per la parte e altre decisamente non all'altezza. Tywin era meraviglioso. Jon è più espressivo da morto che non da vivo. Rimane però un bel personaggio, nonostante tutto in mezzo al cinismo non riesco a non tifare per i buoni sentimenti.

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  3. Io non guardo la serie e non amo neanche il calcio, lunedì mentre trasmettevano la partita sono andata a correre...comincio a pensare di essere strana ;-)

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    1. Hai scelto un ottimo orario, invece.
      Temo che sia il calcio che la serie diano dipendenza, con tutti gli effetti collaterali del caso: stanne lontana, se puoi!

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  4. Io ho cominciato a guardare i primi episodi della prima serie e devo dire che questa trama avvince subito. Certo, il sesso sfrenato di alcune scene non so se sia funzionale alla vicenda, secondo me è più un modo per acchiappare più pubblico. Personaggi affascinanti, si vede che l'inizio è molto promettente. Non saprei aggiungere altro, sicuramente la vedrò.

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    1. Mi sento di doverti avvisare che la prima stagione è, se non la migliore, la più coesa. Andando avanti la serie alterna dei momenti sublimi, con delle vette di intensità da oscar, ad altri assolutamente mosci. Rimane, secondo me, un prodotto televisivo unico e di raro fascino che merita sempre la visione. La quinta serie è stata la peggiore in assoluto, ma con la sesta si è ripresa alla grande. Quindi mi sento comunque di consigliartela.
      (Le scene di nudo non funzionale sono diventate quasi un marchio di fabbrica, temo, quest'anno, però, sono quasi sparite, dunque c'è speranza per tutto)

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