mercoledì 31 maggio 2017

Nei '90 della mia adolescenza


Moz è stato il primo a invitarci a questo viaggio nei ricordi.
Come per Chiara, anche per me, classe 1980, il decennio della mia adolescenza è quello degli anni '90.
Non rimpiango molto la mia adolescenza, le paturnie, l'accettazione di sé e un carico di lavoro, tra liceo classico e atletica a livello agonistico, che neppure nei miei periodi più intensi ho mai più uguagliato. A guardar indietro adesso, però, a parte quella stanchezza terribile della versione di greco da fare nel dopo allenamento, i ricordi piacevoli prevalgono.

La mia non è stata un'adolescenza standard. Ero uno strano esemplare di nerd atleta che univa gli interessi stravaganti dei nerd, quando i nerd non erano di moda, alla vita monacale dell'atleta eppure erano proprio queste mie due identità a darmi maggiori soddisfazioni.
Nell'estate tra la seconda e la terza superiore ho avuto la mia grande crisi d'identità e ho deciso che non me ne importava più niente di nessuno e sarei stata solo ciò che volevo essere. Ho mollato di punto in bianco il bellissimo e fighissimo liceo privato dove giravo come un'aliena in mezzo a figli di papà per lo sgangherato liceo pubblico con l'aula magna che rischiava letteralmente di crollare a ogni assemblea. Non so se sia stato un caso o destino o altro (in quel periodo ho letto un romanzo che usava la suggestiva frase "camminare sulla strada del dio") ma entro la fine dell'anno scolastico sono successe tre cose. Non ho avuto problemi a inserirmi nella nuova scuola e ho trovato persino delle compagne più nerd di me. La società di atletica in cui militavo si è fusa con un'altra che aveva un allenatore specializzato in mezzofondo e una squadra femminile di corsa di resistenza, al di là dei risultati sportivi (di cui, lo ammetto, vado fierissima tutt'oggi, con un ottavo posto agli italiani), venerdì andrò al matrimonio di una di quelle ragazze, giusto per dare un'idea dei legami che si formano correndo. Infine, per una ricerca scolastica sono andata in biblioteca e ho trovato il volantino di un gruppo archeologico. Vi ho trovato Alfa dei Misteri, una delle persone migliori in cui mi sia imbattuta. Lui mi ha subito coinvolta nel mio primo scavo archeologico, dove ho incontrato due ragazzi. Uno è stato il mio primo fidanzato, il secondo lo vedo tutt'ora ogni settimana per la serata gioco di ruolo.
Essere una nerd atleta, da un certo punto in poi, non è stato più un motivo d'esclusione. È stato bellissimo.

Questa lunghissima premessa era necessaria, credo, per raccontare i miei anni '90.

Televisione
Quale televisione? Battute a parte, ne guardavo veramente poca, perché le mie giornate prevedevano un'ora e mezza di allenamento e alle 21.30 crollavo addormentata ovunque fossi. C'è però, un telefilm che una come me non poteva non amare.

X files solleticava in mio senso del mistero e il mio gusto per l'avventura. Dana era un modello di donna in cui potevo riconoscermi, che non abdicava alla propria intelligenza e seguiva fino in fondo la propria vocazione. Inoltre mi è sempre piaciuto il rapporto di complicità e fiducia, prima che di attrazione o amore che aveva con Mulder. Ricordo che riuscivo quasi mai a vedere fino in fondo una puntata e per ricostruire la cronologia precisa degli eventi mi affidato a un'amica che mi riassumeva quanto mi ero persa.

Film
Due film per me sono stati, più di ogni altro, dei cult, negli anni '90.
La leggenda del re pescatore. Questo film sembrava girato per me. Non so quante volte ho riguardato la videocassetta, presa per caso insieme a un giornale, ma ogni volta la ricerca del santo graal a New York mi commuoveva. Ero nel mio pieno periodo medioevale. Mi stavo leggendo tutta l'epica medioevale francese (compresa la versione integrale de la Chanson de Roland in lingua originale). Questo film mi diceva con dolcezza che stavo vivendo in un mondo in cui solo i folli potevano essere ancora puri cavalieri, ma che alla fine non importava e se qualcosa avviene anche solo nella nostra mente, non è detto che non sia importante. Penso ancora che sia un gioiello da riscoprire, con i fazzoletti a portato di mano.
L'ultimo dei Mohicani
Prima che tutte le mie compagne impazzissero per il Leonardo di Caprio di Titanic io avevo dato il mio cuore a un altro personaggio cinematografico e a un'altra idea di storia d'amore. Come solo nell'adolescenza può succedere, L'ultimo dei Mohicani ha segnato il mio immaginario e definito l'estetica del mio uomo ideale. Alto, magro e con i capelli lunghi. Bravissimo a fare il suo lavoro, rude all'occorrenza, ma pronto a stringere con una donna un rapporto paritario, basato sul rispetto e sul riconoscimento del reciproco valore. Ogni volta che lo riguardo un po' torno l'adolescente che ero e un po' mi vergogno di questo mio lato più sfacciatamente romantico.


Libri
Da brava nerd, leggevo tantissimo, sopratutto d'estate. Quindi temo di dover distinguere tra i libri che mi sono portata dentro e hanno contribuito alla mia formazione e quelli che sono stati importanti allora e di cui oggi un po' mi vergogno ma che so di aver letteralmente consumato.
Il decennio, nel '91, si è aperto con la scoperta del fantasy e con l'incontro con Il signore degli anelli, che da un lato mi ha instradato verso altre letture del genere (molto amata allora La grotta di cristallo di Mary Stuart e i primi tre romanzi de La saga di Earthsea della Le Guin), dall'altro mi ha dato la consapevolezza che non si può creare una nuova epica senza delle solide basi. Da qui l'immersione nell'epica medioevale, dalla Chanson fino all'Orlando Furioso, passando per tutte le leggende arturiane, che mi ha tenuto compagnia negli anni delle medie (un pensiero alla mia vita sociale di quel periodo, visualizzatemi intenta a queste letture di fianco a una tredicenne media con in mano Cioè). L'incontro con Il nome della rosa a quel punto sembrava scritto nel destino e quella lettura mi ha traghettato al liceo, dove approfondire i classici e gli antichi, per fortuna, non era cosa strana. Troppo immersa nel passato, negli anni '90 ho ignorato quasi del tutto gli autori del '900, con l'eccezione di Borges, scoperto per caso in solaio, che mi ha dimostrato senza ombra di dubbio che il fantastico può essere alta letteratura.
In mezzo a tutti questi classici, leggevo anche un sacco di libri di consumo, compresi di Harmony di mia mamma. In quel marasma c'è una serie che nella mia adolescenza ha avuto un peso non indifferente. Si tratta della Saga di Darkover di Marion Zimmer Bradley. Ho trovato la mia prima amica nel nuovo liceo proprio grazie a questi libri. L'anno scorso me ne sono ricapitati in mano un paio e ho subito capito perché fossero stati così importanti all'epoca. Ci sono tre caratteristiche essenziali. I personaggi si facevano una quantità di problemi che sono un adolescente può capire. Non importa quanti anni avessero, erano sempre dei sedicenni in preda a quell'ansia esistenziale che solo a sedici anni si vive davvero. I dilemmi etici erano sempre portati all'ennesima potenza, pur in assenza di un assoluto morale. Si parlava di sesso. Con l'eccezione di un unico romanzo che infatti era introvabile e se ne favoleggiava solo, non era descritto in modo esplicito, ma era una presenza costante e approcciata senza tabù. Col senno di poi credo che, anche se all'epoca negavo che fosse quello un motivo d'interesse, per una timida adolescente di provincia fosse un particolare con la sua importanza.

Fumetti

Magico Vento
Nell'estate del 1997 è uscito il primo numero di Magico Vento, acquistato ovviamente (non lo avrei ammesso neppure sotto tortura) perché il protagonista era ricalcato sul Nathan de L'ultimo dei Mohicani, è tutt'ora il mio più grande amore fumettistico. Adesso il fumetto è diventata una passione e posso dire di averne letti abbastanza per capirci qualcosa, ma questa serie continua ad avere nel mio cuore un posto speciale. Vorrei dire recuperatela e leggetela, ma temo sia quasi impossibile. 
Questo fumetto è cresciuto con me, mi ha accompagnato in tutti i miei spostamenti, mi ha aperto a un mondo più vasto e introdotto alla cultura dei nativi americani e convinto. Ci sono alcuni albi che mi hanno seguito in quattro o cinque abitazioni differenti e ora spettano che la pupattola abbia l'età per leggerli.

Oggetti
Salto a pié pari la parte sui vestiti. L'unica cosa che allora per me avesse importanza, in questa categoria, erano le mie scarpe da corsa Adidas, che consumavo a una velocità impressionante.
L'oggetto di quegli anni, per me è questo:
La mitica scatola rossa di D&D, l'introduzione imprescindibile al gioco di ruolo. Ancora oggi i miei dadi sono quelli della scatola rosso (temutissimi, quando masterizzo io). E ancora oggi alcune delle persone al tavolo da gioco sono le stesse degli anni '90.
So che c'è ancora chi dice che siano passatempi che distolgono dalla realtà. Io facendo rotolare i dadi ho cementato molte delle mie amicizie. I draghi, ho scoperto, si affrontano insieme, quelli immaginari  del gioco e i molti reali, senza scaglie né fiamme, della vita vera. Facendo rotolare i dadi ho conosciuto mio marito. 
Faccio davvero fatica a immaginare la mia vita non tanto senza il gioco di ruolo in sé, quanto senza quella rete di rapporti e la valvola di sfogo offerta dalla serata settimanale.
C'è una parte di me che è ancora quell'adolescente degli anni '90. E non me ne pento affatto.

Ecco qua. È stato un lungo (è tardissimo, almeno per il mio presente di risvegli notturni) e bellissimo viaggio.

Nei prossimi giorni sono un po' incasinata tra lavoro, matrimoni, zie in visita ed escursioni programmate (con la bimba in spalla, ce la farò?), quindi non so né se posterò né se leggerò i blog altrui. In generale credo che per tutto giugno il blog andrà avanti un poco a singhiozzo, ma cercherò di esserci il più possibile, perché mi rendo conto che il blog è una cosa che amo.

20 commenti:

  1. Scully ❤ sai che avevo quel post in camera?!

    Manca solo il capitolo: musiche! Io avevo MTV sempre accesa facendo i compiti, dagli Hanson ai Red Hot Chili peppers, dagli U2 ai Green Day, i Nirvana persino le Spice Girls: i brani di quel periodo hanno l'immediato potere di farmi tornare ragazzina. Per questo a volte li ascolto ancora....

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sì, manca la musica, non ho avuto la forza di riaprire il post... Ho scoperto due grandi amori musicali, purtroppo, per due decessi e la programmazione necrofila che ne è seguita: i Queen e De André.
      A un certo punto io, che non guardavo mai la tv, ne ho vinta una al banco di beneficenza dell'oratorio e ho avuto il permesso di metterla in camera. Anch'io ho scoperto quindi MTV, che però tenevo in sottofondo, apprezzavo i Red Hot Chili Peppers, U2, Green Day, Nirvana etc, ma erano incontri occasionali, non grandi amori. I miei vecchi cd parlano invece di una frequentazione più profonda con Jovanotti e Ligabue... Mentre una delle ragazze con cui ho fatto amicizia nel nuovo liceo mi ha introdotto alla musica classica.

      Elimina
  2. PS. dal fondo anche io mio blog è qualcosa che amo molto.
    Bel post, soprattutto la lunga premessa nerd, per il resto in questo specifico caso la nostra differenza di età si nota molto nei resoconti, infatti io ho puntato agli 80. Sandra

    RispondiElimina
    Risposte
    1. I miei anni '80 sono stati quelli dell'infanzia. Magari sarebbe carino anche fare un post su quelli, ma per tutti il "proprio" decennio è quello dell'adolescenza e della formazione della personalità (per quanto doloroso possa essere il processo).

      Elimina
  3. Per me gli anni '90 sono stati il periodo dai venti ai trenta, quindi anni da universitario e da "giovane" in cerca di una sua identità.
    "X Files" lo ricordo benissimo, una serie davvero coinvolgente.
    E la musica? Che ascoltavi oltre a Branduardi?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Come ho scritto sopra, ho proprio dimenticato il capitolo musica, questo immagino che comunque voglia dire che rispetto alle altre cose la musica era presente, ma meno importante nella mia vita. Nel decennio della mia adolescenza non sono andata neppure a un concerto rock (ho visto qualche opera lirica, però).

      Elimina
  4. Mi piace conoscerti meglio nella tua identità di nerd e atleta! Avevo già capito che sei una persona speciale, e questo post lo conferma.
    Ti confesso che anch'io avevo concepito una passione sfrenata - e tardiva, vista l'età - per Nathan de L'ultimo dei Mohicani e la storia avventurosa che vi è narrata. Quel film mi ha fatto ritornare ragazza, e non so quante volte l'ho visto! Anche la colonna sonora è stupenda.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Mi sa che abbiamo proprio gli stessi gusti cinematografici e mi piacerebbe andare al cinema con te! Ne uscirebbe poi una bellissima chiacchierata.

      Elimina
  5. La foto dell'oggetto non si vede...

    I film che hai citato sono bellissimi, in particolare l'ultimo dei Mohicani. Purtroppo ho dovuto operare una selezione, altrimenti ci sarebbe stata una lista lunghissima. :-)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. No? Io la visualizzo sia da computer che da cellulare...
      Sui film anch'io avrei potuto citarne mille altri (ad esempio le prime copie dei lavori di Myazaki che circolavano di contrabbando, come fossero panetti di cocaina e non cartoni animati adatti a tutti), ma questi due li ho riguardati non so quante volte.

      Elimina
  6. Adoravo X-files e ho visto tutte le puntate (siccome mi addormentavo sempre sul finale le registravo) e ammetto che l'ultimo dei Mohicani ha influenzato non poco i miei gusti in fatto di uomini, film bellissimo. Il tuo racconto mi ha fatto ricordare l'adolescente (un po' nerd anch'io) che ero.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Amo molto la regia di Mann, ma ho rivista di recentissimo L'ultimo dei Mohicani e ho notato dei buchi atroci di sceneggiatura. Fotografia meravigliosa, musica spettacolare, regia eccezionale, ma con un altro protagonista dubito che avrebbe avuto lo stesso impatto su di me (nerd o no, sempre adolescenti eravamo)...

      Elimina
  7. Bellissimo tuffo anni '90!
    Eheh, siamo agli antipodi, come gusti fantasy, ma ovviamente anche io nei 90's ho letto LOTR e ho giocato a D&D (anzi, a quest'ultimo ci ho giocato -molto- saltuariamente fino al 2009, credo...)

    Moz-

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Io invece ho la dipendenza da dado da 20 ancora oggi...

      Elimina
  8. "La leggenda del re pescatore" è uno dei miei film preferiti, come i due attori che vi recitano. La tua introduzione mi è piaciuta molto, anche se in altre occasioni hai parlato della tua vita in quegli anni e già conoscevo le tue passioni per lo sport e la cultura nerd.
    X files lo vedevo anch'io, mentre non conoscevo il fumetto che citi.
    I miei anni '90 sono stati quelli dell'università, come molti la mia prima giovinezza è chiusa negli anni '80.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. io invece sono diventata adulta nel "decennio della fine delle illusioni" (o, almeno così io ho percepito gli anni 2000).
      La leggenda del re pescatore credo sia proprio un bellissimo film, anche se è una vita che non lo riguardo (il tv non lo passano mai...)

      Elimina
  9. Quindi tu ad oggi giochi con i dadi originali della Scatola Rossa?

    0_0

    Mitico.

    RispondiElimina
  10. Immagino!

    Non so come sarà per te, ma a me una cosa che hanno insegnato le bambine è il distacco emotivo dagli oggetti, mi hanno dimostrato che tutto si può rompere o perdere e che è meglio limitare il mio attaccamento da collezionista.

    Per il dado... hai controllato nei pannolini?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ritrovato! Distacco dagli oggetti ok, ma il d20 della scatola rossa? Mi segue da quando avevo 14 anni...

      Elimina