venerdì 14 dicembre 2012

Visioni - Copper, stagione I


Avevo commentato i primi episodi e quindi, dopo la visione dell'ultimo, c'è spazio per qualche considerazione.
Se nel 2012 non avessi visto anche Sherlock, Copper sarebbe stato, tra le serie, il colpo di fulmine dell'anno.
Iniziato come un poliziesco storico sporco e fosco, è diventato un racconto storico drammatico, sporco e fosco, perdendo in parte il carattere "giallo" delle prime puntate. Non che siano spariti i delitti, ma le classici gialli da risolvere nell'arco di un episodio hanno lasciato spazio a cospirazioni di più largo respiro e drammi personali. Copper ha dunque rivelato le sue ambizioni: un racconto storico sulla nascita di una città che si colora di giallo, ma a cui un solo genere sta stretto.
Il detective Kevin ci ha dunque introdotto nei vicoli di una città violenta, in cui si scontrano ideologie politiche, immigrati di diversa provenienza, povertà e ricchezza e in cui tutto sembra sempre a un passo dallo sprofondare nel caos.
Ho visto ultimamente diverse narrazioni in cui dopo un inizio molto "sporco" i conflitti andavano a stemperarsi e personaggi pieni di ombre si rivelavano poi, in fondo, quasi eroi. Gli sceneggiatori di Copper hanno deciso di percorrere un'altra strada.
Qualcuno ha una sua forma di integrità morale, ma nessuno è innocente. Gli amici leali possono essere assassini e i padri dei traditori. I personaggi femminili, poi, sono quelli che hanno riservato le maggiori sorprese. L'impressione che se ne ricava è che le anime candide non potessero sopravvivere a New York. Ognuna delle figure angeliche delle prime puntate mostra il proprio lato oscuro, le donne non sono meno violente e spietate degli uomini, anzi.
In questo quadro, ben dipinto episodio dopo episodio, il finale mi è piaciuto particolarmente. I conflitti non esplodono in modo incontrollato, come mi aspettavo, ma ognuno si trova solo ad affrontare i propri fantasmi. Ogni personaggio raggiunge una situazione di equilibrio precario e ottiene un brandello dell'agognata verità, che porta, però, più dolore che sollievo.

Copper è una serie da vedere, consigliata a chi non ha paura di addentrarsi nei meandri bui dell'animo umano e quindi, se ho compreso bene una distinzione di generi che mi risulta ancora nebulosa, molto più noir che crime.

Voto: 8

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