martedì 29 gennaio 2013

Visioni - Cesare deve morire



Periodo complicato o no, questo film lo dovevo vedere.
Se non altro perché il romanzo "quasi pronto, praticamente solo da spedire", ha come titolo di lavorazione La regina di Bitinia deve morire

Non è stato facile da raggiungere, questo film, nonostante l'orso vinto e i Taviani alla regia è stato distribuito in un pugno di sale e alla fine ho dovuto fidarmi del fatto che ne sarebbe valsa la pena e acquistarlo insieme a Espresso + Repubblica al modico prezzo di € 14.90, confermandomi una delle ultime persone al mondo contrarie alla pirateria (ma perché ho questi inconsulti e incompresi attacchi di legalità?)

Ne è valsa la pena.
Nel carcere di Rebibbia viene messo in scena il Giulio Cesare di Shakespeare e le prove, per inagibilità del teatro, si svolgono qua e là nel carcere.
Realtà e finzione non hanno confini precisi, gli attori sono prima di tutto loro stessi, carcerati alle prese con un ruolo e dalla scena della tragedia si passa senza soluzione di continuità a considerazioni sulla realtà carceraria, ripresa senza sconti né eccessive drammatizzazioni.
L'asciuttezza, del resto, è la qualità principale di questo film che non pretende di raccontare altro (come accadeva ad esempio al pur assai gradevole Tutta colpa di Giuda) se non una tragedia classica inserita a Rebibbia, lasciando che tutto il resto emerga da sé, senza enfasi.
Ed emerge.
Recitate nei dialetti degli interpreti le parole del Bardo splendono per la loro eterna attualità. C'è la storia di una congiura, come ne esistono in tutti gli ambienti di potere, compresi quelli della malavita in cui i protagonisti hanno vissuto.
C'è la straordinaria capacità del teatro di far emergere dignità e umanità negli uomini che lo praticano.
C'è la descrizione pacata di un carcere sovraffollato che con la sua routine toglie senso alla vita stessa.
Ci sono prove attoriali così alte che è difficile ricordarsi che si tratta davvero di carcerati.
Se c'è un pizzico di retorica è giusto nella gestione del colore (è un poco accademico il mostrare a colori ciò che è esterno e che simboleggia la libertà).

Ne risulta un film fortemente atipico. Dopo averlo visto non mi stupisce che sia stato escluso dalla corsa agli Oscar.
Cesare deve morire è un film apparentemente lineare e che tuttavia va assimilato pian piano.
E che lascia dentro l'impressione profonda che ogni uomo abbia dentro un disperato anelito verso la grandezza, che è stato colto dove è più forte proprio perché più disperato e fragile. In uomini che hanno perso tutto e possono tornare ad essere individui solo recitando una parte.

Da vedere.

Giudizio sospeso in attesa di ulteriore assimilazione, ma credo sarà alto

Nessun commento:

Posta un commento