venerdì 29 luglio 2016

Solo gli amanti vivono

Il bello di avere un blog è il frequentare altri blog. Così può capitare che è un pomeriggio d'estate e sei a casa ad aspettare che arrivi il tecnico per la lavastoviglie (che attendi più o meno come un messia, perché odi, profondamente, lavare i piatti). La mattina hai studiato perché devi fare l'orale del concorsone, altro che vacanze, e hai letto Svevo e Joyce (preferendo di gran lunga Svevo a Joyce, tra l'altro). È pomeriggio, quindi, e stai scrivendo. Ma hai il cervello a ricarica breve e ogni venti minuti massimo impone una pausa. Quindi vai su uno dei blog che segui, quello di Hel, e ci trovi questo post.
C'è uno spunto, o una sfida.

Bisognerebbe scrivere un romanzo d’amore intricatissimo, partendo da un’idea semplicissima: gli amanti vivono, tutto il resto è vita di coppia.

Io un romanzo d'amore non so scrivere. Però ci posso fare un mini racconto. Con i piatti da lavare, l'insoddisfazione, l'estate e un'idea da una puntata di telefilm della sera prima.



SOLO GLI AMANTI VIVONO

Gli amanti vivono. Tutto il resto è vita di coppia. I coniugi si lasciano vivere. È questo che volevi dire? Che noi non viviamo davvero, perché la banale accettazione dello status quo ci uccide? Perché finiamo per fare quello che tutti si aspettano che facciamo e dimentichiamo di fare ciò che vorremmo fare? 
Ecco, Ernesto, neppure mi ascolti…

Un amante costringe al segreto e al sotterfugio e quindi a uscire dall’ordinario e tutto quello che è fuori dall’ordinario fa sentire vivi. Ci costringere a compiere delle scelte e ad assumere dei rischi. Gli amanti non si amano l’un l’altro, amano il fatto di essere amanti. Se non fossimo sposati, Ernesto, ti gireresti, mi guarderesti, mi presteresti attenzione. E ti sentiresti vivo al pensiero che sei qui, sotto la veranda con la tua amante e devi fare in modo si non essere scoperto. Dovresti darmi un motivo, continuamente, per farmi restare qua. Sarei una scelta e non un’abitudine.
Ernesto… 
Dimmi qualcosa, alzati da quel dondolo, è così frustrante parlarti mentre mi dai le spalle…

Se io fossi la tua amante non importerebbe la mia età o la mia bellezza. Ameresti te stesso e l’essere qui di nascosto, non me. E forse anch’io riuscirei ad amare quest’orrenda baita dei tuoi dove ogni estate finiamo per venire. E il fatto che rimani la sera sotto la veranda, seduto sulla sedia a dondolo a guardare le vette, mentre io lavo i piatti. Forse, se fossimo amanti e avessi scelto di venire qui, mi sentirei viva e amerei anche lavare i piatti. Non vorrei essere altrove, magari qualcun altro, fantasticando e, pertanto, dimenticandomi di vivere. Forse non è neppure colpa nostra. Solo gli amanti vivono. E possono essere felici.
Ernesto… 
Però adesso alzati, inizia a fare freddo…

Ernesto…
Ernesto…
Ernesto, cielo! Respira! Resiti! Dove caz... ho messo il cellulare… Chiamo il 118!
Non mi lasciare Ernesto!
Non posso vivere senza di te!

17 commenti:

  1. Un romanzo del genere esiste: si intitola "Le zèbre" ed è di uno scrittore francese, ebbe un certo successo a fine anni '80 ma poi è caduto nel dimenticatoio (anche se una casa editrice minore lo ha tradotto e pubblicato anche in Italia). Il protagonista è un tipo bizzarro che fa di tutto per trasformare il rapporto ormai "stanco" con sua moglie in qualcosa di più vivo, simile a un rapporto fra amanti.

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    1. Ammetto, mai sentito nominare... E ammetto anche che non è il tema che mi affascina di più...

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    2. Però ti ringrazio molto per la segnalazione
      :)

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  2. Quella che hai colto non era una sfida facile, ma anch'io l'avrei preferita al lavare i piatti...

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  3. Fantastico, soprattutto il finale, gli amanti vivono, ma i mariti muoiono è solo allora capiamo di amarli.

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    1. Be', dai, non vale per tutti i mariti, spero. Il mio so di amarlo e lo preferisco vivo.

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  4. Devo imparare a mettere la virgola invece della congiunzione "e" che il correttore mi trasforma constantemente in verbo.

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  5. L'amante rappresenta il fascino del proibito e con lui/lei tutto diventa straordinario, pure lavare i piatti. La vera sfida è il matrimonio. Bella iniziativa e altrettanto bello il racconto.

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  6. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  7. Buffa la coincidenza tematica con l'estratto di Proust che ho pubblicato nel mio ultimo post nella stessa data di questo tuo. E' forse il caldo vento dell'estate l'ispiratore? ^_^

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    1. No, è il vento del concorso a cattedra che mi costringe a studiare, almeno nel mio caso...

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  8. O cavolo!!! Questi mariti abituati a non rispondere! Va a finire che tirano le cuoia davvero ;)))
    Tenar ho trovato, letto e gradito nei gialli mondadori il tuo racconto "Aveva ragione Corto Maltese".

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