Ecco, questa sono io che guardo il nuovo anno scolastico, senza la più pallida idea di cosa ci sia sotto la nebbia.
Girando per la rete, sembra che ognuno abbia la propria certezza, sappia additare con sicurezza i colpevoli. Come al solito a me le certezze mancano e i miei desideri confliggono. Voglio sicurezza e una scuola che sia davvero scuola, sia per mia figlia che per me. Voglio sicurezza, ma anche la mia vita di prima. Ho letto che solo il 10% della popolazione, anche potendo, vorrebbe tornare al vecchio stile di vita. Beh, sapete una cosa? A me la mia vita, così com'era strutturata dopo 40 anni di tentativi, piaceva. Mi piaceva il mio lavoro per come si svolgeva (in classe). Mi piaceva vedere gli amici almeno una volta alla settimana. Mi piaceva che mia figlia facesse sport e frequentasse altri bimbi. Tutto molto banale e piccolo borghese, certo, ma mi piaceva. Però mi piace anche non finire all'ospedale e sopratutto non veder finire all'ospedale nessuno dei miei cari, grazie tante.
Quindi sono consapevole che i miei desideri confliggano e ho questa sensazione di inoltrarmi in un periodo in cui non mi piacerà fare ciò che è giusto fare. Poi c'è la nebbia che avvolge la scuola.
Sia agli atti. Ringrazio il cielo di non essere preside, di non essere vicepreside, animatore digitale, responsabile di alcunché e di arrogarmi il privilegio di potermi lamentare di decisioni che non devo prendere io.