Non paga di avere una rubrica, letture, che è tra le meno lette del blog ho deciso di aprirne un'altra che potenzialmente ne potrà avere anche meno! Riletture si occupa di quei libri che rileggo, che mi è venuta voglia di rileggere, che è obbligo rileggere.
Perché rileggo Il club Dumas
Perché nel post scorso parlavo della letteratura di genere e Il club Dumas è il paradigma di come dovrebbe essere un libro di genere.
Perché per caso sono capitata su un articolo che ne parlava e l'autore aveva dato al finale un'interpretazione opposta alla mia. Ma è uno strano caso in cui non mi importa del destino del protagonista. Amo questo libro in ogni caso.
Vi ho incuriosito? Andiamo avanti, allora.
Il club Dumas in breve
È uno dei primi romanzi scritti da Arturo Pérez-Reverte, reporter di guerra e scrittore spagnolo. Si tratta di un autore che amo e che raramente mi delude, ma questo romanzo è senza dubbio il suo capolavoro.
Il protagonista, Lucas Corso è un solitario e disilluso cacciatore di libri rari. Si occupa di perizie ma anche di scovare libri introvabili dove meno uno se lo aspetterebbe (si occupa anche, se il caso, di imbrogliare il legittimo proprietario). Gli vengono affidati due incarichi: certificare l'autenticità di un capitolo manoscritto dei tre moschettieri e recuperare e confrontare le uniche tre copie esistenti di un libro che, pare, serva ad evocare il diavolo. Da quel momento nella sua vita iniziano ad apparire personaggi che sembrano essere usciti dai romanzi d'appendice ottocenteschi, un tizio che sembra il cattivo dei tre moschettieri, una donna che sembra Milady e una misteriosa ragazza che dice di chiamarsi (e ha documenti che attestano questo nome) Irene Adler.
Realtà e letteratura si fondono, ma l'unica certezza di Lucas Corso è che lui la vita la sta rischiando davvero. E forse anche l'anima.
Da questo libro è stato tratto un film che ci azzecca poco o niente e che per altro ammazza il senso del libro, ma per dovere di cronaca devo citarlo: La nona porta di Polaski. Uno strano caso in cui un regista che sa fare il suo mestiere + un attore che sa fare il suo mestiere + un soggetto fantastico = un film che non funziona per niente.
Il libro di genere sui libri di genere
Peréz-Reverte ha sempre dichiarato il suo amore incondizionato verso la lettura d'appendice ottocentesca, tanto che nell'edizione originale spagnola i libri della serie Capitan Alatriste si presentano in tutto e per tutto come romanzi d'avventura ottocenteschi (carta, formato, illustrazioni, sono MERAVIGLIOSI!!!).
Con Il club Dumas costruisce un thriller che gioca con la letteratura di genere ed è allo stesso tempo una riflessione non banale sul potere (non sempre salvifico) della lettura. Come ne Il pendolo di Foucault c'è chi è talmente immerso nella letteratura e nella finzione narrativa da scatenare nel mondo reale delle reazioni non controllabili. Nel romanzo spagnolo, però, realtà e letteratura si possono mescolare in modi diversi, con esisti differenti. C'è chi crea una propria realtà alternativa che supporta e aiuta quella di tutti i giorni, chi si fa prendere la mano fino a confondere finzione e realtà, chi rischia di scatenare forze fuori controllo. Infine l'amore dell'arte per l'arte, l'amore per l'oggetto libro in sé, può risultare salvifico ben oltre le aspettative.
Perché lo amo
Il questo libro ci sono già tutte le tematiche che poi l'autore svilupperà nei romanzi successivi, ma, curiosamente, gli è uscito al primo colpo un equilibrio ineguagliabile (considerate che io ho amato moltissimi altri romanzi di Pérez-Reverte e in particolare La regina del Sud, La pelle del tamburo, Territorio comanche e Capitan Alatriste).
Lucas Corso è un solitario, un sopravvissuto a guerre solo immaginate, disilluso nostalgico di un'epoca più pura che forse non è mai esistito, riesce a rapportarsi con gli altri solo attraverso i libri. Sono il suo mondo, il suo rifugio, ma anche il suo campo di battaglia.
In altre opere dell'autore torneranno personaggi simili, per certi versi meglio costruiti e giustificati, ma la malinconia senza motivo di Corso, il suo sognarsi (chissà poi perché) ultimo soldato napoleonico, la sua solitudine, il suo essere cinico e indifeso è un mix di fascino indiscutibile. Tutti ricordano questo romanzo per la trama, ma non ho mai trovato un lettore che non abbia amato e parteggiato per Lucas Corso.
La trama e i libri. Il club Dumas è uno di quei romanzi che ti racconta un sacco di cose senza fartele pesare e costringendoti a girare la pagina per scoprire come va a finire. Incisioni, incunaboli, libri rari, minuzie bibliografiche, tutto è descritto con estrema cura e ha il peso di una piuma. Il libro finisce, nulla è stato pesante e si ha una voglia matta di leggere tutti i libri che sono stati citati e che Corso ha amato. E di rileggere I tre moschettieri.
Un libro curato in ogni particolare e interattivo. Altro che La nave di Teseo. Nel romanzo si indaga insieme a Corso, analizzando le tavole dei volumi del libro per evocare il demonio, si cercano risposte insieme a lui nelle illustrazioni de I tre moschettieri. Non c'è nessun particolare fuori posto.
Ho scelto come immagine la copertina dell'edizione in mio possesso. Era perfetta anche quella (molto più di quella della nuova edizione che, non saprei dire perché, ha la foto di una gargolla di Notre Dame...)
La frase che adoro
È l'ultima in assoluto
E ciascuno ha il diavolo che si merita.
Lo avete letto? Lo amate?
E quali libri state rileggendo/rileggereste?