Fin dall'inizio del mio rapporto con la lettura o, meglio, del mio rapporto con la narrazione, ho subito il fascino delle donne guerriere. Bimba avventurosa, inevitabilmente mi riconoscevo con chi sceglieva la spada, piuttosto che con chi sveniva per amore.
Non sono certo l'unica, dal momento che la donna guerriera è presente nelle narrazioni fin dall'alba della letteratura, anzi, è un classico che riscuote successo da millenni e mi è venuto il desiderio di osservarne l'evoluzione (o la non evoluzione) nel tempo.
Si parte
Atalanta
L'antica Grecia, terra di rara misoginia, ci ha regalato dei personaggi femminili di intramontabile fascino.
Non mancano, ovviamente, le donne guerriere, prime tra tutte le Amazzoni. Le amazzoni formano, però, una sorta di "contro società" da cui gli uomini sono esclusi e le donne tutte addestrate alla guerra. Le amazzoni, quindi, sono "la norma a casa propria".
Atalanta, invece è la capostipite di tutte le donne guerriere. Abbandonata dal padre che voleva un maschietto, è stata salvata da Artemide, che ne ha fatto una guerriera.
Atalanta partecipa alla spedizione degli argonauti e si distingue in praticamente qualsiasi impresa si cimenti. Al contrario delle eroine che verranno dopo, non si nega qualche avventuretta qua e là, ricavandone, pare, anche un figlioletto.
Alla fine, il padre non può che riaccoglierla in famiglia, ma questo punto alla donna tocca maritarsi. Se l'amore in sé non è stata la sua rovina, il matrimonio lo è, ma non nel senso che potremmo pensare. Lo sposo è infatti profondamente innamorato di lei e viene ricambiato con una passione travolgente. Così travolgente che i due si concedono all'amore nel tempio di Cibele, dea vendicativa che li trasforma in leoni (maschi, perché pare che al tempo i greci considerassero leoni e leonesse due specie differenti).
È lei la capostipite di una schiera di donne guerriere, quasi tutte imbattibili solo fino a che non riscoprono la propria femminilità e l'amore, che le porta alla rovina, anche se in realtà la bella Atalanta non ha mai negato la propria femminilità. Si è solo fatta trascinare dalla passione e per questo gli antichi dei greci non hanno pietà.
Camilla
Come Atalanta era protetta da Artemide, la Camilla dell'Eneide, altrettanto abbandonata, è protetta da Diana. Vive con altre donne nei boschi, vestita di pelli di animali. Turno, nel cercare alleati contro Enea, le arruola tra le sue fila, ma evidentemente dimentica di fornire loro equipaggiamento. Camilla, infatti, si distrae ad ammirare la stoffa degli abiti di un nemico ucciso e questo le è fatale. Colpita da una freccia, muore tra le braccia della più fedele delle sue donne.
Non è l'amore, quindi, a rovinare a Camilla, quanto la curiosità per qualcosa a cui, lei, abituata alle pelli di animali, non era adusa. Con qualche rotolo di stoffa in dono, insomma, Turno avrebbe salvato l'alleata e magari vinto la guerra...
Bradamante
Storia diversa è quella della Bradamante dell'Orlando Furioso di Ariosto, personaggio presente, in realtà, anche nell'Orlando Innamorato. Innanzi tutto non sono noti particolari drammi famigliari. Pare abbia una madre che la aspetta a casa ed è un membro riconosciuto della famiglia. Nessun particolare dramma neppure nella carriera come paladina di Carlo Magno, ruolo che ricopre con riconosciuto successo. Neppure l'amore è l'anticamera di un destino funesto, dal momento che da suo figlio si originerà la casa d'Este. Insomma, in mezzo a tante storie tragiche, Bradamante è la dimostrazione che essere donna e guerriera si può.
Clorinda
Tasso è più tragico di Ariosto in tutto, figuriamoci se non lo è con la propria donna guerriera!
Clorinda, la vergine combattente de la Gerusalemme Liberata, ha una storia famigliare quanto meno travagliata. Figlia dei sovrani d'Etiopia è però bionda e di pelle chiara. La madre (chissà perché) si convince che il marito non l'avrebbe presa bene e la sostituisce con un più appropriato neonato di colore. La affida al servo eunuco che si dimentica di fare l'unica cosa che la regina gli aveva chiesto, cioè battezzare la bambina. Seguono una serie di presagi funesti e problemi d'identità. Mi devo essere persa qualche passaggio, ma alla fine la figlia di sovrani cristiani, cresciuta da un ex schiavo eunuco, si trova ad essere una combattente nell'esercito mussulmano che protegge Gerusalemme dai cristiani. Qui Clorinda subisce il tipico mobbing che colpisce le donne in carriera e, a parità di abilità, non ottiene il posto che sente di meritare e tenta un'azione notturna in solitaria. Tancredi, guerriero cristiano innamorato di lei, non la riconosce e la ferisce a morte. Prima della dipartita, tuttavia, Clorinda riesce a farsi battezzare. La storia di Clorinda è tragica dall'inizio alla fine e non c'è mai stata per lei alcuna speranza di lieto fine.
Capitan Tempesta
Saltiamo al 1905 per trovare, dalla penna di E. Salgari, Eleonora, duchessa d'Eboli, erede letteraria diretta di Bradamante. Siamo nel XVI secolo, Eleonora è stata addestrata al combattimento dal padre, che non ci trovava nulla di male. Quando il suo fidanzato viene fatto prigioniero dei turchi a Cipro lei si travesta da uomo per andarlo a salvare.
Storia anomala per la trama quanto per la protagonista, la vicenda inizia praticamente dove le altre finiscono. Nel giro di pochi capitoli Eleonora, considerata da tutti un uomo di estremo valore, viene ferita e la sua identità rivelata a un certo numero di personaggi. Questi per la maggior parte non fanno una piega e, preso atto che sono rimasti in pochissimi europei in una Cipro ormai in mano turca, che in qualche modo devono portare a casa la pelle e che Eleonora sembra avere le idee migliori sul come, ne accettano la leadership senza battere ciglio. Si salveranno quasi tutti, meno il famoso fidanzato. C'è da dire, però, che Eleonora ha fatto innamorare di sé un principe siriano che ci mette poco a decidere di lasciare tutto, titolo e religione compresa, per andare a vivere da lei.
Il romanzo ha anche un seguito, Il leone di Damasco (che non ho letto e risulta introvabile), in cui apprendiamo che Eleonora e il suo bello hanno messo su famiglia, ma non appeso la spada al chiodo e, in caso di necessità, lei è sempre in grado di tornare a combattere per salvare la pelle ai suoi cari. Un caso più unico che raro in cui vocazione guerriera e famiglia riescono a conciliarsi.
Non mi sono noti esempi italiani più recenti di donne guerriere, anche se l'archetipo continua a vivere nel nostro immaginario. Tutte le persone della mia generazione conoscono ovviamente Lady Oscar, che risulta parente di Clorinda, una figura tragica destinata a morire nel momento stesso in cui accetta la propria femminilità.
Una piccola curiosità. Da tempo sospettavo che la figura di Lady Oscar non fosse poi così folle a livello storico. Questo perché sapevo che il governo rivoluzionario francese si era premurato di vietare la carriera militare alle donne, regola che doveva pur essere stata promulgata sulla base di un qualche precedente. Scrivendo questo post ho scoperta che negli stessi anni (appena dopo in realtà) nell'esercito russo una donna è diventata ufficiale di cavalleria. Pluridecorata, ne è uscita vivissima e ha scritto anche un libro di memorie.
Rimanendo in ambito prettamente letterario, ho scelto queste cinque figure in quanto figlie della letteratura italiana, ad eccezione di Atalanta, che è comunque la capostipite di tutte le altre.
Mi ha colpito il fatto che 3 su 5 muoiono tragicamente, anche se nessuna è effettivamente tradita dal fatto di essere donna. Virgilio prova a dirci che Camilla è distratta dal gusto femminile per le belle stoffe, ma mi sembra un po' un arrampicarsi sugli specchi. Atalanta viene punita per la propria lussuria insieme al marito e il suo passato guerriero ha poco a che fare con questo destino, mentre Clorinda è vittima di un tragico equivoco. Tutte e tre le decedute, però, hanno avuto infanzie tragiche, come a dire che la donna guerriera se la può cavare benissimo, purché cresciuta in un ambiente non disfunzionale (come tutti, insomma)!
L'archetipo della donna guerriera rimane vivissimo nella narrativa fantasy, che ce ne regala di splendide, dalla Eowyn de Il signore degli anelli fino alla Brienne di Tarth de Il trono di spade. Non ho fatto una ricerca approfondita in merito, ma mi sembra che la sopravvivenza media delle donne guerriere nel fantasy moderno sia superiore a quelle della letteratura del passato.
Mi manca invece, un racconto sulle donne guerriere di oggi. Mi viene segnalato un film documentario sulle combattenti curde e poco altro, quando forse, invece, ci sarebbe parecchio da dire su una carriera, quella militare, oggi possibile, ma di certo non facile per le donne.
Voi cosa ne pensate di questi personaggi?