Come deve leggere (o guardare un film o un telefilm) un aspirante scrittore?
La prima cosa che mi viene in mente è di una banalità disarmante, ma, in un paese in cui più del 50% della popolazione non legge, sarà il caso di ribadirlo.
L'ASPIRANTE SCRITTORE DEVE LEGGERE TANTO
Ma tanto tanto.
Mi irrita enormemente chi pontifica su un determinato genere avendone letto giusto due o tre autori. O chi risponde "Non ho mai letto Eco (o Marquez o Carver o Hemingway o qualsiasi altro Mostro Sacro della letteratura) perché a me interessa il fantasy (o la fantascienza o l'horror o il rosa)".
Si è mai sentito di un regista che non guarda film, di un cantante che non ascolta musica o di un pittore che non guarda altri quadri? E allora come si può pensare di scrivere senza leggere.
E no, leggere 2/3 libri l'anno non è leggere. Leggerne 2/3 alla settimana è leggere. Forse non lo si può fare sempre (bisogna pur lavorare/curare casa/mandare avanti la famiglia), ma, scusate, sarò categorica se leggere non è tra le vostre priorità, scrivere non fa per voi.
Leggere, però, non basta all'aspirante scrittore.
LEGGETE PER INNAMORARVI
Mi fanno tristezza i miei alunni quando dicono "mi sforzo di leggere per migliorare il mio lessico". O meglio, mi fanno tenerezza (oggi giorno avercene di alunni così), ma anche tristezza.
Leggere deve darci la stessa emozione che dava a al giovane Paperon de'Paperoni il trovare pepite d'oro nei fiumi.
Non si può aprire un libro con l'idea "qui troverò tante cose utili da imparare per la mia scrittura", ma con "qui troverò una storia bellissima che mi farà dimenticare tutto il resto".
Dobbiamo andare a caccia di libri emozionanti, che ci portino via, dentro una storia, facendoci dimenticare tutto il resto.
E quando ben li abbiamo trovati, dobbiamo urlarlo al mondo, che sono libri bellissimi e condividere il più possibile la nostra gioia.
Se non provate una gioia incontenibile quando avete scoperto un bel libro, allora, di nuovo, la scrittura non fa per voi. Quando scriviamo, regaliamo al mondo una lettura. Se per noi la lettura non è una cosa meravigliosa e bellissima perché ci impegniamo, per regalare al mondo qualcosa che ha poco valore?
RILEGGETE CON L'OCCHIO DEI LADRI
Ok, leggere per voi è una libidine e avete letto un romanzo tutto d'un fiato facendo le ore piccole.
Il passo successivo è riprendere il libro in mano e rileggerlo con l'occhio dei ladri.
Entrare dentro come un rapinatore in un appartamento e portare via qualcosa da riutilizzare come un autore.
Non è facile come sembra, fare i ladri nei libri.
L'esempio dell'appartamento è calzante. Immaginiamoci ladri. Non possiamo portare via tutto da una casa. La tv, il computer, il denaro, i gioielli, i quadri, i lampadari e la poltrona di marca. Col tir non si fugge agilmente.
Allo stesso tempo anche se abbiamo la sensazione che il quella storia tutto ci sia piaciuto non possiamo rubare tutto. Così facendo non costruiremmo mai una storia nostra, faremmo un plagio, una brutta copia di quel libro che abbiamo tanto amato.
I ladri devono scegliere, cos'ha maggior valore (e che sia facile da portar via)?
Cos'è che davvero ci è piaciuto in quel libro. Ok, tutto. Ma ci sarà un valore aggiunto, un qualcosa che abbiamo trovato qua e solo qua.
Rileggendo con estrema attenzione ci renderemo conto che ciò che ci ha fatto innamorare è quel personaggio, quell'atmosfera, quel modo di descrivere.
La prima cosa da fare, quindi, è identificare cosa rubare.
L'altro giorno rileggevo un manga, il n°5 di
Wild Adapter (consiglio espressamente questo numero, è autoconclusivo e narrativamente eccezionale) e finalmente ho capito cosa volevo rubare.
Come avvisa wikipedia, è una serie con temi forti e permeata di violenza, i protagonisti sono ragazzi che si muovono ai confini della mafia, tra spaccio di droga, guerra tra bande, amori sbagliati. Una storia con cui un Tarantino qualsiasi andrebbe a nozze, mettendoci dentro sangue a chili e sesso a palate. E invece no. La storia è raccontata con estrema delicatezza che la rende a tratti quasi lirica. E di colpo ho capito il perché. I personaggi sono trattati con grande rispetto, tutti quanti. Un rispetto visivo (non si indugia nella rappresentazione della violenza e non ci sono scene di sesso), ma anche narrativo. Ogni personaggio è descritto nella sua umanità, nessuno è caricaturale o eccessivo, anche i ragazzini che diventano sicari della mafia o gli assassini più o meno improvvisati. Ognuno ha insicurezze, sogni, attimi di dolcezza che ci svela la presenza di un essere umano a tutto tondo, che come lettori possiamo compatire, ma non disperezzare. Ecco, ho pensato. Se mai dovessi scrivere una storia con questo tasso di violenza e squallore, vorrei farlo con lo stesso rispetto per tutti i personaggi.
Capire cosa rubare, quindi è il primo passo da fare.
Scelti i pezzi da rubare, un buon ladro ragionerebbe sul loro valore e il modo per piazzarli. Non si rivende una collana di diamanti allo stesso modo in cui si rivende un televisore!
E quindi ragioniamo sul valore e il funzionamento di ciò che vogliamo rubare. Cosa rende quel personaggio tanto iconico? Cosa ha creato quell'atmosfera così magica?
Di
Fred Vargas mi piace il tono surreale che prendono le sue storie gialle.
Da cosa è dato questo tono? Dall'uso particolare che fa del "flusso di pensiero", delle libere associazioni mentali dei suoi personaggi e dal loro mondo interiore che spesso è influenzato da un immaginario di tipo storico/mitico che si sovrappone alla realtà. Il risultato è il contrasto tra il mondo reale e l'immaginario dei personaggi.
Non voglio rubare le trame di Fred Vargas, né le ambientazioni o i personaggi. Voglio rubare questo modo di gestire l'immaginario dei personaggi, per ottenere un analogo tono surreale, ma in contesti completamente diversi.
Uscire senza lasciare tracce. Un buon ladro non vuole farsi prendere, così come a noi non interessa fare un plagio. Quindi non dobbiamo lasciare tracce.
Non possiamo fare una fotocopia di ciò che ci è piaciuto in quel tale libro e inserirlo nel nostro. Più saremo stati specifici nei due passi precedenti e più avremo rubato tecniche, sguardi e non passi di storia. Avremo rubato qualcosa che possiamo fare nostro, utilizzandolo adattandolo e piegandolo alle nostre storie. Alla fine il risultato che vogliamo ottenere è qualcosa di nuovo e di nostro non un'opera "fortemente ispirata a..."
Per esercitarci possiamo individuare alcuni elementi da rubare e poi scrivere dei racconti o mini racconti in contesti del tutto differenti. Una volta ho iniziato a scrivere un racconto dicendo "voglio i dialoghi di Criminal Minds in un racconto fantasy dove non ci siano serial killer" (racconto mai pubblicato, ma il cui risultato non mi disgusta) e tanti altri racconti sono nati da questa mia attitudine al furto (letterario).
Voi cosa ne pensate?