In questi anni ho ricevuto un'enorme quantità di consigli sulla scrittura. Alcuni li ho cercati, altri sono arrivati non richiesti. Alcuni si sono rivelati vitali, altri interessanti, altri ancora dannosi.
Di molti l'importanza l'ho capita solo a posteriori o comunque solo a percorso di scrittura iniziata.
Uno di quelli che oggi considero più sensato e che infatti mi è giunto in diverso forme e da più parti si può riassumere così:
Sei davvero consapevole di quello che vuoi raccontare?
Qual è il nucleo della tua storia, quel cuore pulsante intorno a cui ruota tutto il resto?
Hai davvero in mano le redini della tua storia solo quando ne conosci il cuore e sei in grado di esporlo in non più di due/tre righe.
Il cuore della storia – ciò che per noi è davvero importante
Che cos'è che ci spinge a scrivere, qual è la cosa che davvero vogliamo raccontare?
Rispondere a questa domanda non è né semplice né banale. Spesso ci innamoriamo di un personaggio, di una scena o di una trama. Iniziamo a scrivere pieni d'entusiasmo, ma pagina dopo pagina, l'entusiasmo scema fino a scomparire e la storia resta incompiuta.
Forse non avevamo focalizzato bene la risposta alla domanda: perché ho bisogno di raccontare questa storia?
La narrativa non è cosa da poco. Richiede impegno, dedizione, tempo sottratto ad altri. Dobbiamo sentire la necessità di tutto ciò. Perché una storia nasca, deve esserci una motivazione che ci renda necessario scriverla, che giustifichi tutte le attenzioni che dovremo darle. Se non siamo consapevoli di che cosa sia ciò che ci spinge, rischiamo di soccombere alla domanda: chi me lo fa fare?
Il cuore della storia non è la morale della favola
Non è il messaggio che vogliamo lanciare.
È ben difficile che una buona storia nasca dall'intento preciso di lanciare un messaggio, anzi, partendo dall'intento morale è assai più facile che esca una storia piatta e banale. È invece molto più comune che i valori dell'autore escano con naturalezza dal procedere di una narrazione complessa.
Il cuore della storia può nascere come una domanda morale, piuttosto che come un'affermazione. Faccio un esempio su un tema di cui non ho alcuna voglia di scrivere davvero. È molto più facile che esca una buona storia partendo dalla domanda aperta: come reagirei di fronte a una malattia terminale? Piuttosto che dall'affermazione Sono contrario all'eutanasia.
Nel primo caso abbiamo un tema morale da sviluppare che può diventare il cuore di una storia complessa, nel secondo una morale preconfezionata a cui far aderire a forza la storia. Se io sono contraria all'eutanasia, la cosa emergerà ugualmente anche partendo dalla domanda, ma in modo molto più forte a livello emotivo. La domanda aperta, infatti, mi invita a mettermi in gioco e mettere in discussione i miei stessi valori.
Secondo me sotto ogni buona storia c'è un tema morale da sviluppare. Forse non è propriamente il cuore, può anche non apparire esplicitato nelle fatidiche due righe. Più che il cuore potremmo chiamarlo l'anima della storia.
Il cuore della storia è un nucleo narrativo
La domanda dell'esempio precedente come reagirei di fronte a una malattia terminale? (evviva l'allegria) è già un nucleo narrativo, perché porta ad altre domande di tipo narrativo: di chi è la malattia? Del protagonista o di un suo caro? Ha già persino un'indicazione stilistica: è in prima persona. È già una storia.
Il cuore della storia è il nucleo narrativo principale, individuarlo ci aiuta a capire qual è la parte della trama per noi più importante. È la bussola che ci impedirà di perderci lungo la stesura.
Il cuore di ogni storia può essere raccontato in due righe
Abbiamo capito che sotto la nostra esigenza di raccontare c'è la necessità, più o meno consapevole, di sviluppare un tema morale che prende la forma di un nucleo narrativo. Da qui la trama può svilupparsi anche a dismisura, per migliaia di pagine, ma il nucleo narrativo è sempre circoscritto e forte.
Qualsiasi storia, lo sappiamo, può essere riassunta in pochissime parole. Questo vuol dire che da fuori siamo tutti più bravi a individuare il cuore di una storia. Proviamo a farlo anche con le nostre. Se ci è chiaro perché le stiamo scrivendo/le abbiamo scritte non sarà così difficile!
Avere chiaro il cuore della propria storia aiuta in fase di promozione
Sia che vogliamo proporre il nostro testo a un editore, sia che vogliamo lanciarlo nel mondo del self, dovremo per prima cosa scriverne la sinossi. Ma anche una sinossi è troppo lunga. Per attirare l'attenzione del lettore, sia esso l'acquirente della nostra opera autoprodotta o l'editore da ingolosire, non avremo a disposizione più che due righe. Meglio saperlo da subito e muoversi nella giusta direzione.
Il cuore dei romanzi di Tenar
La roccia nel cuore – Un prete esperto di storia biblica e un ragazzo ateo appassionato di fisica si scoprono complementari nel cercare la verità su una morte misteriosa.
Sherlock Holmes e il mistero dell'uomo meccanico – Accompagnandolo in un'indagine su un misterioso automa, il dottor Watson si rende conto della genialità e delle fragilità di Sherlock Holmes e decide di essergli amico.
Qual è il cuore delle vostre storie? Avete difficoltà ad individuarlo? Ritenete anche voi che aver ben chiaro quale sia il cuore di una storia sia essenziale?