Ne ha parlato tutto il mondo, posso forse astenermi dal dire la mia su una serie che comunque ha segnato l'immaginario globale e si è imposta ben oltre i confini degli amanti del genere?
E allora via, si comincia!
Ovviamente, leggete solo se avete visto tutto.
PIÙ DELL'ONOR POTÈ IL BUGET (e lo spoiler)
Non tutto funziona in questo finale di stagione. Lo hanno detto più o meno tutti e lo dico anch'io, che pure non ho disdegnato questi episodi finali. È oggettivo, tuttavia, che alcuni personaggi avrebbero avuto bisogno di una scrittura più delicata e sopratutto, di più minutaggio per giustificare meglio agli occhi del pubblico l'evoluzione del proprio carattere. Sappiamo tutti di chi sto parlando. Daenerys è sempre stata quella che ha guardato il fratello fritto vivo dall'oro fuso senza battere ciglio, che non ha mai versato una lacrime per la gente uccisa, insomma, tanto centrata non è mai stata, ma è chiaro che il ribaltone da eroina a dittatrice avrebbe avuto bisogno di una scrittura migliore. E allo stesso modo ci sono capacità di personaggi che si perdono per strada, draghi che cadono per una freccetta e altri immortali e tante altre cose che tornano poco.
O meglio, tornano poco se non si considerano due fattori.
Il primo è il vil denaro. Questa serie aveva un budget enorme per una serie televisiva, ma risicato considerati gli effetti speciali che si sono dovuti mettere in campo. I draghi costano, quasi come se fossero veri, forse di più. Ogni singola scaglia inquadrata costa. È evidente che la maggior parte delle scelte operate in questa stagione sono state obbligate e definite dal vil denaro.
La serie è durata esattamente i minuti che poteva permettersi di durare, non uno di più, con tutti i problemi di accelerazione della scrittura che abbiamo notato.
Io avrei adorato, adorato davvero, vedere le armate del Re della Notte scendere fino a prendere d'assedio Approdo del Re. Ma avrebbe voluto dire mostrare tale armata di giorno, con tutti i suoi cavalli, mammut e giganti non morti fatti al computer. Ci siamo lamentati un po' tutti di quanto fosse buia la puntata tre. Ma col buio l'esercito del morti lo puoi immaginare, senza far vedere, i tre draghi sono sagome nere contro la luna e, sopratutto, se tutti i morti si disintegrano alla fine della terza puntata non sono in scena nelle tre successive. E si risparmia.
Però c'erano tre draghi, che erano ancora troppi e un metalupo, sempre fatto al computer. E quindi un drago muore nel minor numero di scene possibili e il metalupo viene praticamente abbandonato sulla piazzola dell'autostrada del re.
È giusto? È sbagliato?
Una serie televisiva deve fare utili, temo, e alcune delle soluzioni adottate per gestire tempistiche e ristrettezze non mi sono neppure dispiaciute. Comunque sia, la risposta più ovvia alla maggior parte delle domande sul perché sia state fatte determinate scelte è "per risparmiare".
Al Gioco del Trono si vince se si è pratici. E infatti si vede che quello che davvero ha fatto poker è Bronn, il mercenario taglia gole da quattro soldi che finisce per diventare maestro del conio.
Poi c'è stato il problema degli spoiler. Ora, chiunque abbia un minimo di talento narrativo, capisce che non era il destino di Arya uccidere il Re della Notte, né quello di Bran finire sul trono.
In un momento imprecisata precedente alla stagione sette erano stati divulgati in rete dei riassunti di come sarebbero stati gli episodi delle due stagioni finali. Io li avevo letti prima della stagione sette e vi posso assicurare che per quella erano precisi al 100%. Ciò mi fa pensare che anche i riassunti degli ultimi episodi venissero da una fonte certa. Ora, se questa fuga di notizie è arrivata in mano mia, comodamente in italiano, chissà in quante altre mani è arrivata. E quindi hanno evidentemente cercato di modificare il più possibile, tenendo (più o meno) conto del pregresso. Il destino finale (chi vive e chi muore) è stato rispettato per il 90% dei personaggi, ma alcuni ruoli sono cambiati. E le forzature si vedono. Per quanto sia magnifico il discorso di Tyrion sul potere delle storie è evidente che il sovrano-veggente-semi immortale è una trovata dell'ultimo minuto per un personaggio che non si sapeva più dove mettere. E che il Signore della Luce sarà anche un dio un po' orbo, ma non aveva resuscitato Jon per fargli fare l'osservatore attonito degli eventi (per quanto il destino di Jon, eroe impotente e sconfitto, mi sia piaciuto particolarmente). Così come tutto questo sforzo di Arya per diventare nessuno e cambiare faccia diventa inutile quando il tuo nemico è il re dei non morti che, letteralmente, non guarda in faccia a nessuno (per quanto, anche qui, abbia amato il fatto che sia stata Arya a ucciderlo).
Anche qui, è un bene o un male? Fosse rimasto quel finale, sicuramente più giustificato dalla logica interna, molti avrebbero detto che era scontato. Adesso alcune cose non tornano, ma do atto agli sceneggiatori di averci provato al meglio a giustificare un finale di ripiego. Per quanto la scelta di Bran re di Westeros sia quanto di più improbabile si possa immaginare, il discorso di Tyrion che porta a tale scelta rimane magnifico.
Non so se Martin finirà mai i romanzi. Se lo farà, non avrà problemi di budget né di spoiler. Ma faccio una facile previsione: qualcuno si lamenterà lo stesso.
IL FANTASY VINCE QUANDO È TRATTATO COME UN GENERE ADULTO
Chi guarda il Trono di Spade ama i giochi di potere, le svolte di trama non banali e le personalità sfaccettate. Ci sono gli amanti del fantasy di vecchia data, gli incalliti giocatori di ruolo (ciao, miei simili!) ma c'è anche un sacco di altra gente.
Quindi, per favore, basta dire che il fantasy è roba per ragazzini o adulti immaturi. È un genere che ragiona sull'uomo. Proprio perché lo toglie dalle contingenze del presente o del contesto storico, può indagarne l'animo. E quando lo fa con occhio adulto e disincantato genera storie non banali che interessano, intrattengono (non è una parolaccia, intrattenere) persone anche molto diverse tra loro.
Sarebbe ora che questa evidenza saltasse agli occhi anche in Italia.
IL MASCHILISMO SPIAZZANTE DI ALCUNI COMMENTI
Ai miei occhi uno dei pregi del Trono di Spade è sempre stata la presenza di molti personaggi femminili molto diversi tra loro. Non c'è un modo giusto di essere donna nel Trono di Spade e non ci sono solo streghe o sante. Ci sono figure sfaccettate, personaggi che fanno il loro percorso, la loro evoluzione verso la luce o versa la tenebra. Spesso, fin troppo spesso, devo dire, le donne sono vittime di soprusi e violenza. Una volta ho letto un commento che diceva che Martin era ossessionato dallo stupro, destino piuttosto comune ai personaggi femminili della storia, subito o solo rischiato. Non so se sia vero, cioè, non so in un contesto di guerra senza regole come quello descritto le cose andassero meglio, personalmente ne dubito. Di certo la serie si è contraddistinta per scene piuttosto esplicite, anche di violenza.
Con queste premesse non ero preparata alle polemiche relative a due scene di sesso, per altro per niente esplicito, presenti in questa serie. Poi ho capito. Va bene la donna forte. Va bene guerriera. Va bene persino se assassina, ma che prenda l'iniziativa no!
L'attrice che interpreta Arya ha superato i vent'anni, il personaggio della serie che all'inizio dovrebbe essere sui 12 anni (nei libri è più piccola, ma mi pare che nella serie sia dichiarato così), arrivata all'ottava stagione è tranquillamente maggiorenne, sopratutto per gli standard di una società dell'epoca. E poi, chiariamoci, questa qualche puntata fa ha fatto una strage e ha cotto resti umani dentro dei dolcetti. Ma che decida (lei!) di portarsi a letto un bravo ragazzo che le ha sempre sfarfallato dietro no!
Per non parlare di Brienne, che cosa mai non le darebbe il diritto di portarsi a letto l'uomo che desidera dalla stagione 2 o 3 (prima che lo ammazzino, dato che ha una croce sopra grossa come una montagna)?
I commenti in rete mi hanno lasciato basita.
Commenti sul loro aspetto fisico. Parliamo di una guerriera e un'assassina. Sopracciglia e trucco sono davvero delle priorità per personaggi come loro?
Commenti del tipo "ma era meglio lasciare platonico l'amore tra Brienne e Jamie". Cioè lei se lo mangia con gli occhi da anni e quando ne ha l'occasione non dovrebbe farsi avanti? Come se la sessualità sminuisse...
Niente, nella mente dello spettatore medio la donna o è vittima, o è sedotta o è asessuata. Nel terzo caso deve rimanere asessuata o perché non ha standard di bellezza adeguati o perché la sessualità la sminuisce...
Sono e rimango basita.
UN'AMARA RIFLESSIONE SULL'AMORE
Arrivata alla fine, se devo trarre un bilancio su quello che questa storia porta a livello di messaggio, è che l'amore passionale finisce sempre in tragedia.
Non so se Martin modificherà la cosa nei romanzi, ma nella serie non c'è una singola storia di passione che non sia finita in tragedia. Come viene detto, gli ultimi vent'anni di guerra sono dovuti al fatto che Lyanna Stark si innamora, riamata, dell'uomo sbagliato.
Quindi non solo l'amore travolgente è una tragedia personale, ma addirittura globale, la causa ultima della guerra. Questo senza contare gli innumerevoli crimini commessi da Jamie per amore, l'estremo sacrificio (e tutte le sue disgrazie precedenti) di se Jorah Mormont e via discorrendo. Non si salva nessuno. Neppure Jon. Persino lui con un po' più di lucidità avrebbe potuto evitare qualche migliaio di morti. L'amore passionale è sempre e solo distruttivo.
Le coppie che funzionano sono quelle decise dal caso, Sam e Gilly, che si trovano insieme senza averlo preventivato o Ned Stark a Chaterine, sposati per politica. Coppie che imparano a conoscersi e a stimarsi, fino a scoprire un reciproco e saldo affetto. Si salva l'affetto famigliare, quello tra fratelli (se non è incestuoso) e poco altro.
Non so, sono una vecchia romantica, io.
Ammiro la coerenza con cui gli autori (ma sospetto che qui ci sia lo zampino di Martin, proprio perché la tesi è portata avanti in modo granitico) che, senza farcelo pesare, si può persino non farci caso, ci raccontano una storia in cui tutte le disgrazie peggiori vengono fatte per amore e in cui la passione non ha mai un ruolo positivo. E tuttavia la cosa mi intristisce. Continua a sperare in un modo in cui l'essere amati (anche con passione) possa renderci migliori.