A ottobre torno in edicola!
Anzi, torna il mio Sherlock Holmes e in buona compagnia. Esce infatti, a cura di Luigi Pachì, un nuovo volume di Giallo Mondadori Sherlock
SHERLOCK HOLMES – Indagini fuori Londra
Vi trovate sette avventure scritte da altrettanti autori autori italiani e tutte accomunate dal fatto che il nostro si trova lontano dalla sua fumosa Londra.
Per quanto mi riguarda, troverete la prima avventura in assoluto che io ho scritto per Sherlock Holmes e che segna quindi l'inizio del suo stabile e felice (almeno per me) accasarsi nel mio palazzo mentale.
Insieme io, Holmes e Watson siamo andati a Parigi, città che amo e conosco più di Londra, per un'indagine che si dipana tra sessioni di pittura in plein air e l'animo femminile.
A questo racconto sono legate due curiosità.
Quando l'ho scritto ho ideato un delitto con un'arma improvvisata che si trovava in quel momento in casa mia. Per essere giallisti, infatti, ho imparato che non è necessario tanto essere dei potenziali investigatori (nella mia mente Holmes ha avuto tutto l'agio di commentare la mia palese incapacità deduttiva) quanto dei potenziali assassini. La domanda giusta, da un punto di vista narrativo, infatti non è "come risolverei un delitto?" ma "io come fare fuori una persona garantendomi ampi margini di possibilità di farla franca?" Nel corso degli anni ho immaginato tutta una serie di delitti, alcuni dei quali virtualmente perfetti. Sono nella vita una persona abbastanza mite, più tendente all'autodistruzione che alla vendetta e non ho mai avuto la tentazione di fare davvero fuori qualcuno. Dalle poche persone che ho davvero detestato mi è sempre bastato allontanarmi. Tuttavia, se volete un consiglio spassionato da una professionista del settore, la risposta è: funghi. Facili da reperire, basta andare nei boschi di questo periodo. Facili da somministrare, in alcuni casi la dose letale è minima. Facili da spacciare per intossicazione involontaria, basta assicurarsi che nell'arco delle ultime 24h la vittima abbia mangiato altri funghi e sarà impossibile capire che quello letale è stato ingerito dopo. Come vedete sono una persona pratica e diretta. Una mia amica ha la stessa attitudine professionale (scrive cene con delitto, non fa la killer, sia chiaro), ma è più elegante e consiglia un bel risotto mescolato con un ramo di oleandro. Per questo racconto non ho usato il veleno (alla lunga annoia) ma mi sono assicurata che fosse un delitto che io sarei in linea teorica in grado di commettere.
La seconda curiosità è che in questo racconto è nascosta una citazione. Più che una citazione è proprio la riscrittura di un brano di un libro giallo che mi è particolarmente caro. Pur essendo, una volta svelato, palese, nessuno lo ha indovinato subito, anche chi ha letto il racconto apposta per risolvere l'indovinello.
Non vi resta che leggerlo e provare voi stessi!